Libri che si fanno amare: l’intervista a Salvo Cotrino

I portici di via Canalino come un piccolo Lungo Senna parigino delle librerie a cielo aperto? Perché no, l’accostamento non sembri irriverente. Almeno a giudicare dalla passione che Salvo Cotrino (in foto con Stefano Lucchi) investe nella sua bella libreria al civico 44/a. Modenese doc, ma di genitori leccesi, Cotrino racconta com’è nata l’idea di aprire questo piccolo tempio dei libri usati. “Intanto forse è la prima volta che ascolto le mie passioni profonde. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ho costruito un percorso di aggregazione di piccoli artigiani, sfociato in una sorta di consorzio fra piccole aziende di qualità nel campo della produzione di oggetti di arredamento. È stato il mio lavoro per 15-16 anni. Col tempo il mio ruolo di consulente e coordinatore era diventato un di più. Così ho deciso di ascoltare, forse per la prima volta, una mia passione: i libri.”

Quando hai aperto la libreria?
Nel settembre dell’anno scorso. E in un solo anno di lavoro ho costruito una clientela affezionata, il nocciolo duro di persone che vengono quasi quotidianamente e che utilizzano questo luogo anche come occasione di incontro è più grande di quello che credevo. Sono una cinquantina, persone tutte molto interessanti, fra l’altro. Professori, anche universitari, o di liceo, diversi scrittori modenesi, per esempio Ugo Cornia o Roberto Barbolini. Mi autografano i libri.

Antonio Delfini è mai passato?
Io credo che, se fosse vissuto adesso, Delfini sarebbe passato, perché era una persona che già all’epoca si godeva la strada e poi era abituato a non pensare in modo conformistico, ma ad andare in direzioni opposte a quelle del pensiero abituale, del luogo comune.

Ma questa è una libreria o anche una biblioteca?
Nasce proprio dall’idea di fondere le due cose. Nel senso che io non scarto i libri meno commerciali, come fanno le biblioteche. Inoltre tengo ordinato con un criterio di buona fruibilità, in modo tale che le persone possano girare da sole in pace, come in una biblioteca.

Che genere di libri si trovano?
Lo spazio è di circa 70 mq e sono stato obbligato a compiere delle scelte settoriali. Dò ampio spazio alla narrativa, classica e contemporanea, italiana e straniera. Uno spazio importante va anche alla saggistica storica (biografie e trattati), la filosofia, la psicologia, la teologia, la musica, le arti, il cinema. In generale c’è una buona selezione delle opere migliori degli ultimi quindici anni.

L’approvvigionamento dei libri come avviene?
È una delle parti del mio lavoro che mi piace di più. Mi procuro i libri in due modi. Girando per mercati e bancarelle. Spesso in provincia: Spilamberto, Mirandola, Pavullo, o nel reggiano. Oppure acquistando da privati. Spesso sono clienti che hanno dei doppioni, o troppi libri, o devono fare un trasloco. Molti di loro propongono degli scambi, una sorta di baratto, altri preferiscono vendere in contanti. È comunque un modo per rimettere in circolo libri validi.

Amazon vi fa concorrenza?
Ma qui si spende meno che con Amazon. I libri In media costano tre quattro euro. Poi forse, ma questo dovrebbero dirlo i miei clienti, c’è quel particolare plusvalore del libraio. Io sono di massima piuttosto ben disposto, sorridente. Conta la chiacchiera, il fattore umano.

Un locale profondo e stretto.
C’è un po’ di privacy, chiacchieriamo lontani dalla strada. C’è chi viene a confidarsi, a chiedere un consiglio.

Sei una sorta di libraio-psicanalista?
Un po’ sì. Qualcuno mi ha perfino suggerito di predisporre un lettino, o un divano, con qualcosa da mangiare.

Salvo Cotrino, in via Canalino, nel giro di pochi metri, ci sono diverse librerie. Una strada speciale?
Beh, lo sappiamo bene, Modena non è Parigi. Siamo tuttavia un piccolo punto di riferimento. Chi esce per farsi una passeggiata in centro, fa acquisti, magari mangia qualcosa, poi fa volentieri un salto qui, in via Canalino.

Come si chiama la libreria?
Sul nome, devo ammettere, mi sono arenato. A questo punto è quasi diventata una scelta quella di non averlo.

Cosa c’era in questo spazio, prima della libreria?
C’è stato un fruttivendolo, per tanto tempo. Poi, dopo la ristrutturazione un po’ più elegante e il cappotto alle pareti per l’umidità, si è trasformato in un negozio di abbigliamento. Ora ci sono entrati i libri.

Entrando ci si imbatte nella frase: Una storia che non conosci non è mai di seconda mano. Di chi è?
La citazione è tratta da un pezzo di Samuele Bersani.

Quando c’è il Festival Filosofia, c’è molto viavai?
Sì, ma questo avviene in corrispondenza di tutte le altre occasioni di tipo culturale, e anche di altro tipo, anche con manifestazioni di tipo enogastronomico, per fare un esempio. A me sembra che il centro storico stia diventando più attrattivo e turistico.

In libreria entrano anche stranieri?
Sì, a volte mi capita di sfoderare un po’ d’inglese.

La libreria è aperta dalle 9.30 alle 13.30 e al pomeriggio, dalle 17 alle 20.30, “un orario apprezzato dai tiratardi, da chi scambia due chiacchiere prima di cena…”.

di Francesco Rossetti

 

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