“L’importante è creare emozioni”, intervista a Carlo Bonacini di Artestampa

La casa editrice Artestampa di via Ciro Menotti è da anni un eccellenza locale in fatto di editoria, che racconta storie e stampa diverse libri di autori della nostra città, ma non solo. Per conoscere meglio questa realtà abbiamo intervistato il suo titolare, Carlo Bonacini.

Bonacini, come è nata la sua passione per l’editoria e per i libri?
E’ nata alla fine degli anni ‘80. Io sono cresciuto professionalmente in questa tipografia e qui ho vissuto l’evoluzione dei processi di stampa. Una sera di 25 anni fa è venuto a mancare il figlio di Massimo Castagnini e l’azienda sembrava voler chiudere. Io quindi ho rilevato da solo l’attività. Nonostante la crisi finanziaria degli ultimi anni, devo dire che il lavoro non mi manca e credo che quello dell’editore sia il mestiere più bello del mondo. Gli autori ti consegnano pezzi della loro vita e tu devi cogliere l’essenza di quelle storie e renderle pubbliche.

Se dovesse fare qualche esempio?
Ce ne sono tanti, potrei citare quello di Maria che, tetraplegica da più di 10 anni, può muovere solo un occhio e con questo ha scritto un diario. Io mi nutro di storie, quasi non mi serve andare in vacanza, visto che, seduto davanti al computer, mi immergo in questi racconti fantastici. Di recente abbiamo realizzato anche il libro dedicato ai 70 anni della Città dei Ragazzi. Un progetto che ero determinato a portare avanti e che non è stato semplice, visto che non trovavamo nessuno disposto a scrivere una storia così lunga e variopinta.

Come fa a capire che una storia, un racconto o un saggio può essere interessante e arrivare ad un certo tipo di pubblico?
Innanzitutto mi deve emozionare il contesto. Io difficilmente leggo i testi o manoscritti che mi arrivano, a volte ne ricevo anche venticinque al giorno da tutta Italia. Preferisco sempre, prima di leggere o far leggere un testo ai miei redattori, avere un contatto fisico o almeno telefonico con l’autore. Da lì riesco a capire molto di più. Poi, ovviamente, il comitato di redazione, a cui giro inesorabilmente tutte le proposte, valuta i testi e mi realizza quotidianamente schede brevi che vengono poi riprese e fatte in modo più approfondito se il lavoro è interessante. Quindi bisogna capire il target a cui rivolgersi, noi sappiamo che in Italia i lettori maggiori sono donne dai 35 ai 60 anni, e cosa interessa questo target di persone. E ancora dobbiamo capire che cosa possono fare determinati autori, se sono più adatti a un thriller piuttosto che a un romanzo storico o altro.

Modena ha un buon bacino di autori di talento?
Si, devo dire che la nostra città non è solo le eccellenze più conosciute, Pavarotti e Ferrari ad esempio, ma ha prodotto tantissimi scrittori di talento. Ce ne sono anche tanti che stanno lavorando molto bene e hanno bisogno di poter decollare. Io devo cercare di capire chi è bravo e cosa è meglio che faccia.

Artestampa però non punta solo su autori modenesi, nonostante sia identificata soprattutto con Modena…
Certo. Diciamo che, dei nostri circa 700 titoli, più o meno la metà sono modenesi. Questo perchè noi siamo radicati qui a Modena, siamo in Via Ciro Menotti dal 1940, e siamo un punto di riferimento. Però abbiamo anche tantissimi autori siciliani, toscani, milanesi o di altre zone. Adesso, ad esempio, stiamo lavorando sul testo di un signore di 80 anni che vive in Brasile e che è uno dei 60 migliori vip che hanno portato l’italianità nel mondo, premiato qualche anno fa anche dal ministro Frattini alla Farnesina. Uno che ha veramente tantissime cose da raccontare.

Voi pubblicate anche libri di storia locale, che in questo periodo vanno un po’ di moda. Ma ci sono ancora, secondo lei, storie interessanti da raccontare o da affrontare da un punto di vista diverso?
Certamente, ci sono ancora tanti capitoli apertissimi. La storia della Resistenza, ad esempio, viene continuamente arricchita da racconti e punti di vista nuovi. Ultimamente abbiamo pubblicato un libro che si intitola “Orione 1943”. E’ la storia di un 94enne di una lucidità incredibile che è probabilmente l’ultimo rimasto dei cosiddetti piloti di maiali, cioè di sommergibili, appartenente alla Decima Mas di Iunio Valerio Borghese. Conosce cose molto particolari che in pochi conoscono, sull’8 settembre e anche sul tentato golpe Borghese dei primi anni ‘70. E’ una persona molto informata sui fatti.

Se uno pensa di avere una storia interessante da raccontare come può fare a proporvela?
Può contattarmi telefonicamente o via mail, i contatti sul nostro sito ci sono tutti, e chiedere un incontro. Io non voglio pubblicare nulla per forza e si può anche arrivare alla conclusione che è meglio non pubblicare o farlo magari tra un anno. Altre volte diamo il consiglio di riscrivere il testo o di modificarlo, facciamo un po’ di scuola di scrittura.

Avete qualche presentazione prossimamente?
Certo, a gennaio ad esempio, alla Fenice di Carpi, presenteremo il libro di Rossano Bellelli “La Scelta Giusta” e, probabilmente, lo faremo assieme a Werther Cigarini, anche lui carpigiano. Vorrei mettere insieme Don Camillo e Peppone e vedere cosa ne esce fuori.

di Giovanni Botti

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