Modena Ieri & Oggi: la storia di Piazza Grande

Assieme al Duomo e alla Ghirlandina è stata inserita nel 1997 nella lista dei siti italiani Patrimonio dell’Umanità Unesco. Stiamo parlando naturalmente di Piazza Grande, il cuore della nostra città da diversi secoli. Ma come e quando è nata quella che i vecchi modenesi chiamano ancora semplicemente “La Piazza”? Possiamo dire che si è formata nel tempo quasi da sé, man mano che vennero costruiti e modificati i vari edifici che la delimitano. In età romana il luogo dove oggi si trova Piazza Grande doveva trovarsi subito all’esterno delle mura di “Mutina” e probabilmente conteneva solo una torre tozza e quadrata. La prima ad essere costruita fu la chiesa, eretta già nel VII secolo sulla tomba del patrono San Geminiano, poi sostituita dal Duomo Romanico, iniziato a costruire dal 1099.

Nel 1179, invece, si costruì l’allora “Torre di San Geminiano”, rialzata nei secoli successivi fino a diventare l’attuale Ghirlandina. In questo periodo la piazza si stava già delineando per tre lati su quattro: a nord il Duomo, ad ovest l’arcivescovado e ad est il palazzo del Comune, che venne ricostruito, secondo alcune cronache, nel 1216 con l’aggiunta di una parte dedicata alla giustizia che diventerà, nel tempo, l’ala corta del palazzo municipale di oggi, verso la Ghirlandina. Il lato sud, occupato da case e negozi, vedrà a fine ‘800 la costruzione del nuovo Palazzo di Giustizia, caratterizzato da uno stile molto diverso dagli altri edifici della piazza. Fu ceduto dal Comune alla Cassa di Risparmio nel 1963 e abbattuto dopo grandi polemiche che videro schierati a favore del vecchio edificio, storici dell’arte, autorità, giornalisti e comuni cittadini. Al suo posto fu eretto l’attuale palazzo progettato dall’architetto Gio Ponti cercando di riprendere, in chiave moderna, le caratteristiche degli altri edifici della piazza.

Per lunghissimo tempo Piazza Grande fu sede del mercato, al punto che gli Statuti emanati nella prima metà del 1300, prevedevano anche i posti dove i mercanti potevano vendere le loro merci, secondo le diverse categorie, oltre a pene per chi avesse commesso frodi in commercio o non si fosse attenuto alle unità di misura legali che per alcune mercanzie erano riprodotte sul basamento della statua della Bonissima e sull’abside del Duomo. Di certo, in quegli anni, Piazza Grande (Piazza delle Erbe nel ‘700, ma anche, successivamente, Piazza Maggiore) non doveva essere caratterizzata da un grande igiene. Gli stessi Statuti infatti, prescrivono che i fruttivendoli evitino di portare con se i loro maiali per cibarli e impongono che il venerdì “la piazza sia disgombrata di letame”, accumulato durante la settimana. Le bancarelle vennero tolte dalla Piazza nel 1936: quelle alimentari si spostarono nel nuovo mercato coperto (l’attuale Albinelli), quelle di merceria in piazza XX settembre.

di Giovanni Botti

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