Modena Ieri & Oggi, quando in Piazza XX Settembre c’erano le case

Già da qualche anno si parla di Piazza XX Settembre e di un suo maggiore utilizzo per eventi e concerti estivi vista anche l’ottima acustica. Forse non tutti però sanno che c’è stato un tempo in cui quell’area del centro storico di Modena, oggi così spaziosa e pulita, era occupata da case buie e cadenti e da una serie di vicoletti malsani e maleodoranti che formavano un vero e proprio isolato. Questo fino al 1902, quando l’allora sindaco Luigi Albinelli portò a termine i lavori di risanamento della zona autorizzati dal governo con un Regio decreto del 1894, abbattendo le case e creando la piazza, poi nominata Piazza XX Settembre, in ricordo di uno dei momenti più significativi del Risorgimento, la breccia di Porta Pia.

Dell’isolato abbattuto è rimasto il ricordo, oltre che in cronache e documenti, anche nei quadri di un artista modenese come Raimondo Muratori che nel 1873, dipinse quello che era chiamato Vicolo del Bue (foto). Si trattava di una piccola strada senza uscita, laterale dell’allora Via delle Carceri, attuale Via Albinelli, con un selciato sconnesso, muri scrostati e case umide e malsane. Qui doveva trovarsi una taverna, cosiddetta del Bue, ma soprattutto alcune beccherie, le macellerie di carne bovina.

Situazione simile nella parallela Contrada delle Vaccine che partiva da Via Mondatora e terminava in Contrada delle Carceri. Anche qui pare si trovassero una grande beccheria detta “Delle Vacche” e un’osteria definita “Delle 18 colonne”, dal numero delle colonne che formavano il portichetto al fianco della strada. Quando nel 1902 l’isolato fu demolito non fu realizzata solo Piazza XX Settembre, poi Piazza Marconi a partire dal 1939 e di nuovo XX Settembre nel 1970, ma anche una via molto più ampia dell’antica Contrada delle Carceri, che nel 1908 fu dedicata proprio al sindaco Albinelli, l’artefice del risanamento, scomparso improvvisamente quello stesso anno.

La Contrada delle Carceri è stata descritta come una strada piccola, fiancheggiata da portichetti resi puzzolenti dall’odore di vino e di fumo che usciva dalle osterie ai lati della strada. Qui, oltre alle carceri dove erano rinchiusi i colpevoli di reati minori che addirittura potevano parlare coi passanti dalle finestre, c’era anche l’oratorio di San Giovanni della Buona Morte, così chiamato perché vi trascorrevano la loro ultima notte i condannati a morte. Il 28 ottobre del 1931 fu inaugurato il mercato coperto di Via Albinelli, che raccolse l’eredità del tradizionale mercato che, fin dal medioevo, ravvivava le vie e le piazze del centro città, in particolare Piazza Grande. Molti di quei commercianti abbandonarono la piazza e il ruolo di ambulanti ed entrarono nel mercato.

di Giovanni Botti
(Pubblicato sul Vivo del 24 aprile 2013)

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