Il giorno di giovedì grasso, che quest’anno cade il 16 febbraio, tornerà l’ormai secolare tradizione della visita di Sandrone e della sua famiglia, con l’arrivo in carrozza alle 14.30 da Bosco di Sotto, la fantomatica località dove il contadino risiede, e il corteo fino in Piazza Grande che culminerà nel classico discorso dal balcone del Comune. Ma chi fu il primo a rappresentare questo personaggio comparso nel ‘600 in alcuni poemetti di Giulio Cesare Croce? Il primo Sandrone in carne e ossa fu Giulio Preti nel 1870, anno di nascita della Società dedicata alla maschera.
Il giorno di giovedì grasso arrivò in città a cavalcioni di una botte sistemata sopra un carro trainato da sei buoi, acclamato dai modenesi come un vero e proprio re. Nato a Rolo, nel reggiano, nel 1804, ma trasferitosi a Modena fin da bambino, Preti è stato il capostipite di una importante dinastia di burattinai. La passione per Sandrone la mutò da Luigi Rimini Campogalliani, burattinaio carpigiano che a fine ‘700 aveva ridato vita alla maschera trasformandola da protagonista di commedie o astrologo a burattino.
Di Campogalliani, Preti diventò genero dopo averne sposato la figlia Ermenegilda nel 1830 e, assieme a lui, perfezionò le caratteristiche della maschera dandole una moglie (Apollonia, “Pulonia”) nel 1840 e una figlio (Sgorghiguelo) nel 1846. La prima, casalinga, rispettosa del marito, ma con la lingua lunga e un pizzico di femminismo, era simbolo delle nostre donne dell’epoca, le “rezdore” di campagna, mentre il secondo rappresentava la gioventù ossequente alla famiglia, ma con tendenze moderniste d’avanguardia.
Sandrone, la Pulonia e Sgorghiguelo furono per anni protagonisti degli spettacoli che Giulio Preti presentava nel suo teatrino ambulante, riscuotendo un grande successo. Pare che si sia esibito, con i suoi burattini di legno, addirittura alla corte di Francesco IV d’Asburgo-Este, sia nella reggia di Modena che nella residenza estiva di Cattajo, nei pressi di Montegrotto Terme in provincia di Padova.
Morì a Modena nel 1882 e la sua arte fu portata avanti dai suoi sei figli, Guglielmo, Enrico, Carlo, Ercole, Emilio ed Eugenia, ma anche da nipoti e pronipoti. Il figlio Carlo fu il suo successore nel- l’interpretazione di Sandrone, mentre il nipote Filippo, figlio di Guglielmo, fu il primo Sgorghiguelo in carne e ossa quando, nel 1886, fu costituita la Famiglia Pavironica (il fotografo Pellegrino Orlandini fu invece la prima Pulonia).
Anche il pronipote, Ugo Preti, scomparso nel 1989, ha interpretato diverse volte Sgorghiguelo e, estemporaneamente, Sandrone, oltre a raccogliere in un libro a fine anni ‘70 i principali discorsi della maschera modenese.
di Giovanni Botti