Coesione e unità di intenti: ecco la ricetta di Mauro Mayer per fare bene in serie C

Al termine della scorsa stagione il Modena è retrocesso in Lega Pro dopo 15 anni. La redazione di Vivo ha contattato Mauro Mayer, capitano dell’ultima serie C gialloblù, per parlare della prossima stagione e dell’evoluzione che ha subito la categoria in questi ultimi anni.

Mauro, che ricordo hai dell’ultima stagione del Modena in serie C?
Un ricordo molto bello, quella squadra era composta da un gruppo coeso che ha affrontato la stagione con grande serenità. Alla fine ne è venuto fuori un campionato davvero divertente ed entusiasmante che ha coinvolto anche tifosi che prima seguivano altri sport, come la pallavolo. Penso sia stato uno dei successi più grandi che abbiamo ottenuto a Modena.

Nelle ultime stagioni la serie C è cambiata molto. In cosa differisce questa categoria da quella di quindici anni fa?
Oggi la serie C è un campionato molto più importante, se retrocedi vai nei Dilettanti, ma se vinci sei subito nel calcio che conta, ossia la serie B.

Il Modena ha fatto un mercato all’insegna dei giovani con qualche giocatore di esperienza. Quale può essere l’obiettivo realistico?
All’inizio è difficile da dire, quello che sembra sulla carta poi non sempre si rivela veritiero. So che molti giocatori dell’anno scorso sono partiti e altri ne sono arrivati. Bisognerà far capire ai nuovi acquisti l’importanza di una piazza come Modena, città dove i tifosi possono dare un grande aiuto. Mi auguro che la retrocessione non abbia spento l’entusiasmo. Per ricostruire qualcosa di importante bisognerà che tutte le componenti dell’ambiente remino nella stessa direzione.

Pensi che Simone Pavan possa fare bene sulla panchina gialloblù?
Pavan conosce bene l’ambiente ed è ben voluto dalla piazza, quindi parte già con un vantaggio. Da amico di Simone dico che ci sono tutti i presupposti per fare bene, sono certo che instaurerà il giusto feeling anche con la squadra. Certamente avrà bisogno dell’aiuto di tutti, il gruppo deve avere il giusto mix tra personalità e qualità, oltre ad avere una comunione di intenti. Io in carriera ho vinto quattro volte e in tutti i casi avevamo una squadra veramente coesa. Sinceramente ancora oggi non so se sia stato il gruppo a permetterci di vincere o se siano state le vittorie a creare compattezza.

Quest’estate il tuo ex compagno Marco Ballotta ha provato ad acquistare il Modena. Pensi che la trattativa possa essere ancora in piedi?
Ho incontrato Marco a Modena qualche tempo fa e l’ho messo in contatto con un’altra cordata che aveva intenzione di acquistare il Modena. Anche se sono lontano, le sorti del Modena mi stanno ancora a cuore e ci tengo che ci sia una continuità solida a livello societario. So che la trattativa tra la cordata di Marco e la società non è andata a buon fine, oltre a questo non so altro. Caliendo è una persona navigata nel calcio e sicuramente sa quello che fa. Mi auguro che riesca a tenere a posto i conti che è la cosa più importante.

Tu hai chiuso la carriera nel Castelfranco, una realtà che milita in serie D da molti anni. Pensi che possa sognare un futuro in grande?
Il Castelfranco, negli ultimi anni, ha fatto ottimi campionati. Addirittura un paio d’anni fa ha avuto la possibilità di essere ripescato in serie C, poi la società non è riuscita a trovare quegli assurdi 200mila euro a fondo perduto necessari per il ripescaggio. L’ambiente è gestito bene da persone che amano la società, gli auguro di raggiungere obiettivi ancora più prestigiosi.

Di Mattia Giovanardi

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