Rado Stoytchev, un Natale sul campo. L’intervista al coach del Modena Volley

La Superlega di Pallavolo non si ferma nemmeno per le feste natalizie. A Santo Stefano i tifosi gialloblù potranno ammirare l’Azimut Modena Volley contro la Kioene Padova. Per riportare Modena ai livelli che le competono, sulla panchina canarina è stato chiamato quest’anno il grande “ex nemico” del Palazzetto: Radostin Stoytchev. Insieme a lui abbiamo fatto una lunga chiacchierata, esplorando anche alcuni lati poco conosciuti della sua lunga carriera, come il periodo da giocatore.

Mister, come si è appassionato alla pallavolo?
Non ho avuto scelta. Mio padre faceva l’allenatore e ha cominciato a portarmi al palazzetto dall’età di 2 anni. Lì passavo la maggior parte delle giornate.

Prima di diventare allenatore, è stato un palleggiatore. Qual è un ricordo speciale della sua carriera di giocatore?
Ci sono tanti ricordi, ho girato molto l’Europa andando a giocare in diversi campionati: francese e austriaco ad esempio. Quelli più belli sono legati alle partite contro le grandi squadre che affrontavo in Champions League. Uno di questi è sicuramente quando abbiamo vinto contro Treviso durante la fase a gironi. Quella era una squadra formidabile, composta da gente del calibro di Bernardi, Cisolla e Papi. Ho bei ricordi anche della Nazionale bulgara, ma purtroppo non sono mai riuscito a vincere qualcosa d’importante. Proprio da quelle sconfitte, però, in me è nato il sogno di poter vincere anche a livello internazionale ed è questa la mia ambizione da allenatore.

Quando ha capito che un giorno sarebbe diventato allenatore?
Non c’è stato un momento preciso. Da giocatore, notavo spesso gli errori dei miei allenatori, che spesso ci costavano la vittoria finale. Poi un giorno, una squadra del mio paese che affrontava un momento di difficoltà (lo Slavia Sofia), mi chiese di darle una mano. Accettai e divenni allenatore.

Ha avuto la fortuna di allenare grandi palleggiatori. Quale le assomiglia di più?
Il giocatore in cui mi rivedo maggiormente è Raphael. Non solo per lo stile di gioco, ma anche per come si comporta in palestra e fuori.

In carriera ha scoperto molti talenti. A quale è rimasto più affezionato e quale invece ha reso al di sotto delle aspettative?
Senza dubbio Semen Poltavskij aveva tutte le caratteristiche per essere il migliore al mondo, ma purtroppo non ha mai reso tanto quanto il suo potenziale. Ho avuto a che fare con molti giocatori forti, come Kaziyski e Juantorena. E’ sempre bello poter allenare i giovani perché c’è maggiore soddisfazione a lavorare per tirar fuori la loro parte migliore.

Le piacerebbe allenare la Nazionale Italiana in futuro?
Un giorno vorrei allenare una nazionale forte e competitiva. Durante i cambi gestione, sono stato spesso accostato alla panchina Azzurra, ma non c’è mai stato niente di concreto.

Ormai sono passati mesi dal suo arrivo a Modena, come si trova?
Per quanto riguarda la società mi trovo benissimo: l’organizzazione è perfetta. Invece per il resto sono dovuto ripartire da zero e non è facile.

Come passerà le festività natalizie?
Nel mio paese il Natale è una festa molto importante, da passare con tutta la famiglia. Purtroppo non potrò andare a casa, perciò saranno i miei parenti a venire da me, perché il 26 si gioca. Ma ormai sono abituato, visto che faccio questo mestiere da 26 anni.

Che augurio vuole fare ai tifosi gialloblu?
Auguro ai tifosi che possano avere una squadra sana, che si possa allenare tutti i giorni al meglio, e che naturalmente possa vincere per il meraviglioso pubblico di Modena.

di Mattia Amaduzzi

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