Cultura ed eventi in sicurezza: l’intervista all’Assessore Andrea Bortolamasi

L’estate modenese è sempre stata caratterizzata da ricchi programmi di iniziative culturali e di intrattenimento organizzate in centro storico, nei parchi e nei quartieri. Un’estate che, da qualche anno, è tradizione far partire con la Festa della Musica, in calendario il 21 giugno. Ma come saranno i mesi più caldi nella nostra città, in un 2020 caratterizzato dalla pandemia da Coronavirus, dal distanziamento sociale e dalle mascherine? Lo abbiamo chiesto all’Assessore alla Cultura del Comune Andrea Bortolamasi.

Assessore, la tradizione degli ultimi anni vuole che l’estate modenese inizi il 21 giugno con la Festa della Musica. Sarà così anche quest’anno?
Stiamo facendo tutto il possibile perché sia così. Posso dire per certo che Modena avrà una rassegna estiva all’altezza delle richieste dei nostri concittadini, in centro storico, nei quartieri e negli altri luoghi della città, in un anno che possiamo definire fuori dall’ordinario. I mesi estivi dovranno essere quelli di una ripartenza, in sicurezza ma pressoché totale, delle attività culturali”.

Tra l’altro quest’anno in tanti resteranno in città. Quindi potrebbe esserci più gente in giro la sera…
Questo me lo auguro affinché ci sia una ripresa di socialità e di incontro di prossimità, che è uno dei tratti distintivi della nostra città. Già nel 2019 avevamo coniato lo slogan “Città aperta per ferie” e non potremo che rilanciarlo anche per il 2020, nella speranza che le attività commerciali e la filiera produttiva ripartano e ci siano quindi tempi più contingentati di ferie e di assenza dalla città. Proprio per questo è compito nostro garantire dei momenti di cultura diffusa, di socialità e di incontro in diversi luoghi di Modena”.

Quando pensate di poter aver pronto un programma dell’estate modenese?
Ma guarda il 3 giugno si è chiuso il bando relativo ai quartieri per il quale abbiamo avuto diverse sollecitazioni, a testimonianza di un tessuto culturale vivo e vitale. Per quanto riguarda i Giardini ci stiamo ragionando in questo periodo, quindi credo che entro la metà di giugno dovremmo riuscire ad avere un quadro il più preciso possibile”.

Tornando alla Festa della Musica, pensi che sarà possibile suonare dal vivo?
Diciamo che la stagione dei grandi concerti, che doveva essere il tratto distintivo dell’estate 2020, ce la scordiamo. Fortunatamente stiamo riprogrammando tutto e abbiamo già la certezza delle date sul 2021. Per quanto riguarda i piccoli spettacoli musicali, stando all’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio, dal 15 giugno potranno ripartire con un massimo di 1000 persone all’esterno e 200 al chiuso, ovviamente con il metro di distanziamento che ormai fa parte della nostra quotidianità, i dispositivi di protezione individuale e così via”.

Si è parlato anche di una chiusura del centro, almeno in determinati orari…
E’ una riflessione che stiamo facendo in Giunta. Devo dire che stiamo trovando tanta responsabilità da parte di esercizi pubblici e associazioni di categoria nel mettersi a disposizione per trovare le soluzioni che permettano una vivibilità del centro storico e una possibilità maggiore di fruizione di spazi, penso ad esempio ai dehor, garantendo comunque ai residenti le condizioni di sicurezza. A breve contiamo di arrivare a un piano definitivo”.

La riapertura di biblioteche e musei come sta procedendo?
Bene. Per quanto riguarda i musei c’è stata molta attenzione nel rispettare tutte le indicazioni e il pubblico ha risposto subito positivamente, con numeri anche insperati vista la situazione. In particolare la mostra “Anni molto animati” che abbiamo prolungato fino al 28 giugno. Per le biblioteche siamo partiti con restituzione e prestito e ora stiamo valutando come riaprire le sale studio e lettura, che sono il punto più critico riguardo alle condizioni di sicurezza”.

Durante il lockdown si è puntato molto su rete, streaming e social. Il digitale potrà essere utilizzato anche in futuro di fianco alla fruizione classica della cultura?
“Penso di si, credo che si possa parlare di un mix tra analogico e digitale, fermo restando che quest’ultimo non potrà mai sostituire un’opera teatrale o uno spettacolo visto dal vivo. Di sicuro si potrà continuare ad abbinare alla dimensione live qualcosa di digitale. Penso ad esempio ai grandi Festival come quello della Filosofia”.

E il teatro?
Beh lì credo sia più difficile perché la trasmissione è più statica e un’opera lirica o una piece teatrale viste dal vivo hanno un impatto totalmente diverso. Piuttosto, se dovessero continuare le misure di contingentamento, si potrebbe abbinare alla presenza dal vivo anche una visione da remoto, pensando naturalmente ad un biglietto e a una forma di introito equiparabile all’assistere allo spettacolo live”.

 

di Giovanni Botti

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