ERT Fondazione: gli spettacoli della stagione 2020/2021

La stagione si apre a Modena con una nuova regia di Claudio Longhi, che, su drammaturgia originale di Alejandro Tantanian a partire dai racconti dello scrittore tedesco Alfred Döblin Fiaba del materialismo e Traffici con l’aldilà, dirige la Compagnia permanente di ERT: Il peso del mondo nelle cose è un ritratto inedito del nostro tempo, ripensato da nuovi punti di vista, in cui i concetti di natura e umanità, presente e futuro entrano in tensione. Tantanian, figura di riferimento del teatro contemporaneo argentino, poliedrico artista che con Longhi condivide l’idea di un teatro aperto, vivo e dinamico, in stretto dialogo con la comunità, affronta attraverso le opere di Döblin un quanto mai attuale senso di sconvolgimento cosmico, provando a immaginare un avvenire luminoso in cui l’uomo ritrova la sua relazione con il mistero e riconosce la signoria immensa e inesorabile della natura.

Dopo aver firmato le drammaturgie di due fra le ultime produzioni Emilia Romagna Teatro Fondazione dirette da Claudio Longhi – Istruzioni per morire in pace e La classe operaia va in paradiso – lo scrittore Paolo Di Paolo continua a collaborare con il Teatro Nazionale dell’Emilia-Romagna per il nuovo allestimento WET MARKET La fiera della (nostra) sopravvivenza, ambientato in un mercato coperto nel cuore di una grande città: uomini e donne di scienza – i medici, i pionieri, i “cacciatori di microbi” (da Montagu a Jenner, da Pasteur a Koch, da Spallanzani a Blackwell) – incrociano i loro passi in questo ideale campo comune, dando vita al grande affresco della ricerca al vaccino più sicuro, agli antibiotici più efficaci. Una regia collettiva per riflettere sulla conoscenza, affidata alla Compagnia permanente di ERT, che la interpreta a Bologna, accanto a Marina Occhionero.

Da una coproduzione internazionale di quindici teatri e festival, fra cui Emilia Romagna Teatro Fondazione, nasce Catarina e a beleza de matar fascistas, il nuovo lavoro di Tiago Rodrigues, autore, attore e regista, direttore artistico del Teatro Nacional D. Maria II di Lisbona, atteso a Modena. Al centro dello spettacolo – una prima nazionale, in portoghese con sottotitoli in italiano – una famiglia in cui per tradizione si uccidono fascisti e la riflessione sulla crescita esponenziale dei populismi nell’Europa contemporanea.

Debutta a Cesena (e replica a Vignola) nel riallestimento italiano The Metamorphosis, in programma nell’ambito di VIE festival e sospeso a causa dell’emergenza da Covid-19. Il regista Matthew Lenton, direttore artistico e fondatore della compagnia Vanishing Point con sede a Glasgow, già insegnante presso il Royal Conservatoire of Scotland e primo direttore britannico dell’École des Maîtres, dopo 1984, con la sua cifra visionaria riscrive per Emilia Romagna Teatro Fondazione il più celebre e tragicomico racconto di Franz Kafka.

Artista di casa a ERT, Lino Guanciale (foto) approda alla sua seconda regia, dopo Nozze di Elias Canetti, dirigendo a Modena e Vignola la Compagnia permanente ne La mia infinita fine del mondo. Attraverso un catalogo di alcune delle transitorie apocalissi attraversate dal pianeta e dall’umanità fin dalla preistoria, fra eruzioni vulcaniche ed ere glaciali, diluvi universali e crisi economiche d’epoca preindustriale, intrecciate al vissuto di precarietà personale di un piccolo manipolo di giovani protagonisti, la drammaturgia di Gabriel Calderón restituisce un tableau di possibilità di relazione con la nevrosi della fine, ponendo l’accento non più soltanto sulla disperazione che il crollo di un mondo porta inevitabilmente con sé, ma sulle possibilità che si aprono ogni volta che la Storia torna ad insegnarci che nulla dura per sempre.

ERT Fondazione continua il sodalizio con Lisa Ferlazzo Natoli e lacasadargilla: dopo When The Rain Stops Falling e Arrival – tratto da Story of Your Life di Ted Chiang, in anteprima nazionale questa estate a Modena – la compagnia sceglie un testo di matrice classica, Elettra. La drammaturgia è affidata a Fabrizio Sinisi, firmano la regia Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni; in scena, a Modena, Francesca Mazza e gli attori della Compagnia permanente di ERT. Rileggere Elettra significa, per Lisa Ferlazzo Natoli, tornare all’origine di un discorso radicato dentro la famiglia, che sempre attiene a un lascito: memoria, strappo, rimozione, affermazione, cancellazione o liberazione che sia. Il teatro occidentale inizia con una faida familiare: il conflitto tra padri e figli è l’istante zero della nostra cultura. Continua a ripresentarsi ai nostri occhi in forme sempre nuove, varianti infinite della stessa lotta, come un loop in cui la nostra storia torna sempre a cadere.

Nel mondo ci sono parole intraducibili: concetti complessi raccolti in vocaboli unici che non esistono in altri idiomi. Dopo Overload, spettacolo sul sovraccarico di informazioni nella comunicazione contemporanea, il collettivo di ricerca teatrale fiorentino Sotterraneo affronta questo tema: dal tentativo di dar corpo alle situazioni indicate dalle parole emerge l’impossibilità di farlo a causa delle limitazioni da Covid, che da pure restrizioni si ribaltano in un pensiero sulle relazioni umane e l’incomunicabilità. Si delinea così la condizione di una specie evoluta e interconnessa chiamata a cooperare su scala globale.

La prima in casa ERT, a Modena, di Dizionario illustrato della Pangea sarà in “extended version”, con un cast temporaneamente allargato per l’occasione agli attori della Compagnia permanente..

Per il suo esordio alla regia Riccardo Frati – che dal 2015 collabora stabilmente con Emilia Romagna Teatro Fondazione per cui ha curato il visual design di produzioni teatrali come la trilogia Istruzioni per non morire in pace, La classe operaia va in paradiso, 1984 e La commedia della vanità – sceglie Il Piccolo Principe di Antonie de Saint-Exupéry, dirigendo a Modena la Compagnia permanente di ERT.

Favola moderna sul senso della vita, la solitudine e l’amicizia, dedicata a tutti i grandi che sono stati bambini una volta, questo racconto contiene un messaggio universale: l’importanza del linguaggio, essenza stessa del legame fra gli esseri viventi e della comprensione.

Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso di Kepler-452, prodotto da ERT, con Annalisa e Giuliano Bianchi, Paola Aiello, Nicola Borghesi e Lodovico Guenzi, nasce dall’incontro tra i membri della compagnia con due personaggi “immaginari” realmente esistenti, Giuliano e Annalisa Bianchi, ossia Ljuba e Gaev: per trent’anni queste persone hanno vissuto in una casa colonica concessa in comodato d’uso gratuito dal Comune nella periferia di Bologna, finché nel 2015 ricevono un avviso di sfratto in coincidenza dell’apertura di un grande parco a tema agroalimentare proprio di fronte al loro “giardino dei ciliegi”. In programma a Castelfranco Emilia.

Dopo Menelao e il progetto triennale dedicato al teatro a scuola, Classroom Plays, Davide Carnevali, drammaturgo tra i più apprezzati in Italia e all’estero, per ERT Fondazione riporta in scena a Castelfranco Emilia, insieme agli attori Michele Dell’Utri, Simone Francia e Maria Vittoria Scarlattei, un originale spettacolo di teatro partecipato ispirato ai testi di Federico García Lorca Il pubblico e Commedia senza titolo. Passando attraverso le opere di William Shakespeare, in particolare Romeo e Giulietta e Sogno di una notte di mezza estate, simboli assoluti di teatralità e a loro volta fonte d’ispirazione per lo scrittore spagnolo, Lorca sogna Shakespeare in una notte di mezza estate riflette sul potere del teatro: Carnevali conserva il nucleo essenziale delle opere di Lorca, l’idea che la platea non sia un semplice insieme di osservatori, ma una comunità di soggetti critici, che possono contribuire a cambiare lo stato delle cose.

Dopo aver partecipato come drammaturga al Corso di Alta Formazione diretto nel 2016 da Antonio Latella che ha dato vita a Santa Estasi, Silvia Rigon torna a collaborare con Emilia Romagna Teatro Fondazione in veste di regista e dirige Diana Manea e Simone Baroni a Castelfranco Emilia ne La morte della Pizia di Friedrich Dürrenmatt, un racconto tagliente e tragicomico sulla fragilità umana. Il genio dello scrittore svizzero rilegge il personaggio della sacerdotessa del dio Apollo in chiave parodistica e grottesca.

Fondazione Collegio San Carlo ed ERT Fondazione continuano a Modena la loro ricognizione degli affascinanti paesaggi del pensiero filosofico moderno con Utopia (un reading) da Thomas More. Di utopia (e di distopia) si è parlato in filosofia e in letteratura, nel cinema e nel teatro, nelle religioni e nell’arte. Il termine è entrato nel linguaggio comune. La mise en espace – creazione collettiva a cura della Compagnia permanente su testi scelti da Carlo Altini – ripercorre la sua origine, per mano di Thomas More, che nel 1516 scrive un’opera dal titolo Utopia, inventando un lemma che fino ad allora non esisteva e immaginando lo scarto tra ciò che c’è e ciò che potrebbe esserci.

Dopo Mi chiamo Andrea, faccio fumetti sulla vita di Pazienza, per ERT Andrea Santonastaso si confronta con la regia firmando ABECEDARIO per imparare a vivere (in programma a Vignola, con il regista stesso e Simone Francia): uno spettacolo che con una pungente e raffinata ironia guarda alle nostre vite. In ordine alfabetico come in un dizionario, si passano in rassegna tutti i grandi temi del genere umano (Ambizione, Cambiamento, Libertà, Progresso, Verità…) per ridere di noi e della nostra incapacità di vivere.

Cinemalteatro – fino alla fine del mondo, con testi e regia di Loris Fabiani, in scena a Vignola con Michele Di Giacomo e Umberto Terruso, parte dalle trame dei grandi film del cinema, quelli conosciuti da tutti, le trascrive su carta, le riduce ad una sintesi e le porta dentro a uno spazio teatrale in dialogo con il pubblico. Nella sala, oltre agli attori ci sono gli spettatori, vivi e presenti, che vengono coinvolti con varie modalità di interazione.

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