Forum Eventi riparte in presenza: Nek, Selvaggia Lucarelli e tanti altri

Nuovo calendario, finalmente col pubblico dal vivo, per il BPER Forum Monzani di Modena (via Aristotele, 33) che dal 18 febbraio al 6 marzo porta sul palco grandi autori con i loro ultimi libri. “Forum Eventi”, la rassegna organizzata da BPER Banca con il patrocinio del Comune di Modena, propone sei nuovi appuntamenti gratuiti con artisti, filosofi, scrittori.

Si comincia con Filippo Neviani, in arte Nek, che si fa un regalo di compleanno – compie 50 anni il 6 gennaio – con la pubblicazione del suo libro “A mani nude” (HarperCollins) che presenta al BPER Banca Forum Monzani venerdì 18 febbraio alle 21. «A volte, un solo momento può cambiare tutto. Basta una giornata di sole (…), lavorare al legno. L’incidente è improvviso. Il sangue, poi il dolore, la paura, lo shock. La corsa verso l’ospedale. La mano squarciata. La possibilità di non recuperarne l’uso. Ma che vuol dire perdere la funzionalità di una mano per un musicista?», con queste parole il cantante sassolese presenta il suo libro, un racconto senza filtri che ammette anche la sua fragilità e le sue paure. A partire proprio dall’incidente che circa un anno fa lo ha visto protagonista, quando in una frazione di secondo di distrazione con una sega circolare, ha rischiato di perdere un paio di dita e l’uso della mano. Salvata con una operazione durata undici ore. Un racconto che mette in fila riflessioni sul dolore, la pazienza, il coraggio, l’amore e la fede. Un libro che ricorda i primi successi ma anche le asperità di una professione che vive sempre sull’orlo del precipizio (cosa comune per tutti gli artisti).

Selvaggia Lucarelli – giornalista, speaker radiofonica e scrittrice – racconta con coraggio quanto può essere devastante la dipendenza affettiva in “Crepacuore” (Rizzoli) e al pubblico del Forum domenica 20 febbraio alle 17.30: «Quando non eravamo insieme sentivo uno strano disordine emotivo, una specie di febbre, di sete che dovevo placare»: così la Lucarelli descrive gli esordi di una relazione durata quattro anni in cui nulla, nella sua vita, ha avuto scampo: dal lavoro agli amici, l’ossessione per una storia che non aveva alcuna possibilità di funzionare, piano piano, come un fungo infestante, ha intaccato tutto quello che la circondava. Nel libro racconta come un incontro tra un uomo che non vede nulla oltre se stesso e una donna che non vede nulla oltre lui può trasformarsi in una devastante dipendenza affettiva da cui la protagonista uscirà solo dopo aver toccato il fondo. Solo dopo aver compreso cos’era quel vuoto da colmare e perché ha coltivato la speranza distruttiva che qualcuno potesse colmarlo.

“Un mosaico di grandi cronache, affrontate col rigore del mestiere e animate da una passione umana e civile”. Questo riporta la quarta di copertina del nuovo libro di Carlo Verdelli, “Acido. Cronache italiane anche brutali” (Feltrinelli), che l’editorialista del Corriere della Sera porta al Forum Monzani domenica 27 febbraio alle 17.30: si tratta di casi celebri e storie dimenticate viste da un protagonista dell’informazione. Una storia d’Italia fatta di tante storie minori, alcune sconosciute che Carlo Verdelli ha incontrato e raccontato nella sua lunga carriera di giornalista; il libro è la summa di cronache e vicende che hanno reso il nostro Paese sempre più frammentato e diviso. Le inchieste dell’autore portano alla luce una verità che non potrebbe piacere ma che fotografa la situazione presente, anche grazie a quello che è successo nel passato. Non mancano però i segnali di speranza e di ripresa di uno spirito comune, che non sempre riescono a fare notizia.

Semplicemente esserci. Senza meta, esserci. Perché se proprio dobbiamo esserci e basta, tanto vale esserci bene“. Sono le parole che Francesco Cannadoro, nel suo nuovo libro “Quanto mi servivi” (Ultra edizioni) dedica a suo figlio Tommi, sette anni, una malattia degenerativa di cui non si conosce nemmeno il nome – “il drago”, la chiama Francesco -, che gli impedisce di camminare e di vedere, di alimentarsi autonomamente. Ma è una vita piena di sorrisi e di risate quella della famiglia Cannadoro, e lo sa bene chi li segue sui social attraverso @diariodiunpadrefortunato, 100mila follower su Instagram, quasi altrettanti su Facebook. Mercoledì 2 marzo alle 21 Francesco spiega al Forum il motivo di questo successo: una nuova narrazione della disabilità, un tema che si trova spesso ad affrontare due grandi barriere: la retorica e il pietismo”. «Cerchiamo di raccontare la disabilità provando (anche) a riderci su, far entrare le persone in una quotidianità a tratti difficile, con ironia e sincerità».

La femmina è una brocca: chi la rompe se la piglia”, questo ripete sempre la madre a Oliva, la protagonista del nuovo romanzo di Viola Ardone, Oliva Denaro (Einaudi), che l’autrice porta al Forum sabato 5 marzo alle 17.30. E’ una metafora amara che sintetizza in poche parole il destino delle donne, soprattutto al Sud, fino al 1981, quando venne approvata la legge 442 che abrogava il delitto d’onore e il matrimonio riparatore, una legge che, di fatto, legalizzava lo stupro, lo assolveva e consegnava la donna al suo stupratore per tutta la vita. Siamo alla fine degli anni ‘60 a Martorana, un paesino della Sicilia rurale. In questa terra arida vessata dalla calura mediterranea, Viola Ardone sceglie di raccontare, attraverso il personaggio di Oliva Denaro (anagramma del nome della scrittrice), come il seme del coraggio possa fiorire in un terreno reso sterile dai pregiudizi. Prendendo ispirazione dalla storia di Franca Viola, la prima italiana che scelse di denunciare il proprio stupratore e non accettare un matrimonio riparatore, l’autrice pone al centro del proprio romanzo l’ambiguità insita in quel “codice d’onore” che, col pretesto di difendere la vittima, la privava della parola e la dava in pasto alle malelingue.

Domenica 6 marzo alle 17.00 il Forum regala al suo pubblico un evento che coniuga letteratura e cinema. Era il 16 febbraio 1979 quando Pier Luigi Torregiani, titolare di una gioielleria della periferia nord di Milano, dopo aver reagito ad un tentativo di rapina ed essere etichettato come “sceriffo”, venne condannato a morte dal gruppo terroristico “Pac” (Proletari Armati per il Comunismo), in pieni anni di piombo, che individuarono in lui un colpevole da punire. Cesare Battisti fu poi condannato per concorso morale in qualità di co-ideatore e co-organizzatore di questo e di altri agguati. Nel conflitto a fuoco rimase ferito alla colonna vertebrale anche il figlio Alberto, allora quindicenne, rendendolo paraplegico a vita. Ed è proprio Alberto Torregiani che anni fa ha deciso di raccontare l’intera storia nel libro autobiografico “Ero in guerra ma non lo sapevo” (A.Car). Da questa sua pubblicazione è stato ispirato l’omonimo film – uscito nelle sale a fine gennaio e presto disponibile in streaming sulle piattaforme on demand – prodotto da Luca Barbareschi, sceneggiato da per la regia di Fabio Resinaro e interpretato da Francesco Montanari e Laura Chiatti. Al BPER Banca Forum Monzani la proiezione del film viene preceduta da un dialogo con Alberto Torregiani, lo sceneggiatore Mauro Caporiccio e il giornalista Toni Capuozzo (che firma la prefazione alla nuova edizione del libro).

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