Patti Smith, leggenda del rock, in concerto al Teatro Comunale di Carpi

Patti Smith è qualcosa di più di una rockstar: è una leggenda. In più ha un fortissimo legame con l’Italia. Infatti è in tournée nel Belpaese in questi giorni e sabato 30 novembre, alle 21, si esibirà a Carpi, accompagnata da Tony Shanahan, alla chitarra e al pianoforte. Non in uno stadio o in una piazza: eccezionalmente sul palco del Teatro Comunale.

Probabilmente la scelta è un omaggio alla città della sua amica e agente Rita Zappador. Ma c’entra anche l’amore per l’arte e la cultura italiane, dal momento che l’icona punk-rock statunitense Patti ha centellinato i suoi appuntamenti anche sulla base del valore storico e culturale dei luoghi. C’entra anche l’amore per la letteratura che vede Patti già autrice di numerose pubblicazioni, che comprendono testi poetici, diari, riflessioni e memoir autobiografici.

In occasione della prima data italiana a Trieste, la cantautrice ha espresso la volontà di ripercorrere gli itinerari resi celebri da Saba, Rilke, Joyce e Svevo nei loro scritti. E non va dimenticato che fu proprio la Smith ha rappresentare il collega Bob Dylan alla cerimonia del Nobel per la letteratura di due anni fa.

Ripercorriamone ora la carriera, andando per tappe. Nata a Chicago ma newyorkese d’adozione, Patti si trasferì nella Big Apple nel 1967 e collezionò molte esperienze prima di diventare la “Sacerdotessa maudite del Rock”: scrisse su alcune riviste musicali, lavorò in diverse librerie e pure in una fabbrica di giocattoli. La sua prima volta su un palco risale al 1971, nell’ambito di un reading poetico. La Smith scriveva poesie già da qualche tempo e in quell’occasione l’affiancava il chitarrista Lenny Kaye. La lettura poetica si svolse in una chiesa di New York e fu una delle prime, se non la prima volta, che in un edificio religioso risuonava una chitarra elettrica: un vero atto di ribellione.

L’esordio ufficiale è del 1975 con la pubblicazione del primo album, “Horses”, al quale hanno fatto seguito altri 10 lavori discografici, numerosissime collaborazioni, pezzi entrati stabilmente nell’immaginario collettivo. Due su tutti: “Because the Night”, scritta da un giovane Bruce Springsteen nel 1977, e “People Have the Power” (1988). I live di Patti Smith hanno sempre una magia particolare, segno della coesistenza tra rock e poesia. Il pubblico è testimone di un continuo scambio tra la poetessa e la rockstar, che culmina in una esaltante alchimia di suoni e parole.

L’autenticità che la contraddistingue le deriva anche dalle esperienze della sua vita, spesso segnata da perdite importanti. Prima quella del fotografo Robert Mapplethorpe, compagno della bohème giovanile, poi il fidato amico e pianista, Richard Sohl, ma soprattutto il fratello Tod e, pochi mesi dopo, il marito, Fred Smith, per un infarto. Con Fred si erano conosciuti sul finire degli anni ‘70. Con la sua band, gli MC5, era solito aprire i concerti di Patti. In quegli anni, la Smith andava in giro per il mondo con tour a dir poco trionfali a ruota dei dischi. Tutti grandi successi come: “Horses” (1975) “Radio Ethiopia” (1976), “Easter” (1978) e “Wave” (1979).

Dall’unione con Fred Smith nacquero due figli: Jackson (nato nel 1982) e Jessica (1987). Due anni fa è scomparso anche il drammaturgo e attore Sam Shepard, altro grande amico dei primi anni newyorkesi.

Info e biglietteria: 059.649255.

 

di Francesco Rossetti

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