Quanta arte a porte chiuse. L’intervista a Respi e Loffelholz di FMAV

Tutti a dire che la cultura è un “bene essenziale”, ma musei, cinema e teatri sono chiusi. Lo impone il contrasto alla pandemia, d’accordo, ma l’attuale serrata risulta pesante perché fa il bis con quella di primavera. Non dev’essere facile mantenere vivo il rapporto con il pubblico per un’istituzione, la Fondazione Modena Arti Visive, che ha raccolto in sé l’eredità di un ampio spettro di realtà artistiche della città: la Galleria Civica, la Fondazione Fotografia e il Museo della Figurina. Ne parliamo con Lorenzo Respi direttore di produzione, e Claudia Löffelholz, a sua volta direttrice della Scuola di alta formazione e del Dipartimento educativo.

Viviamo un periodo decisamente anomalo. Come lo vive FMAV?

Löffelholz: “Senza mai demoralizzarsi e ponendosi obiettivi ancora più ambiziosi. Il nuovo programma per il 2021 vede una sinergia sempre più stretta tra le attività espositive e quelle formative e educative, e si inscrive all’interno di un progetto strategico triennale più ampio: l’obiettivo principale è quello di sviluppare insieme una ricerca sempre più tematizzata verso le Digital Arts, in un momento in cui la rivoluzione tecnologica e i complessi mutamenti sociali richiedono una riflessione profonda sulle responsabilità della cultura”.

Le mostre e i musei sono stati chiusi, ma garantivano un alto tasso di sicurezza…

Respi: “Seppur criticabile e difficile, la decisione di chiudere temporaneamente mostre e musei è un provvedimento che salvaguarda la salute pubblica, nei confronti dei visitatori e del personale. Peraltro, nei mesi scorsi, e fino alla recente chiusura, abbiamo applicato i protocolli sanitari previsti per i musei sopra i 100.000 visitatori all’anno, in modo da garantire il massimo di sicurezza possibile”.

L’attività di FMAV come si rapporta con le piattaforme tipo Zoom?

Löffelholz: “In questo momento è inevitabile che i percorsi formativi e educativi si realizzino attraverso i digital media. Piattaforme come Zoom o Teams sono strumenti primari non solo per dare continuità all’insegnamento, ma soprattutto per coinvolgere gli studenti nella discussione e nel confronto. Questo vale non solo per chi frequenta il Master sull’immagine contemporanea, il Corso per curatori ICON o i corsi brevi Elements della Scuola di alta formazione di FMAV, ma anche per i bambini che partecipano ai nostri laboratori online, che stanno riscuotendo un grande successo, oltre ogni aspettativa”.

Che riscontro avete avuto nelle mostre organizzate fino alla seconda chiusura?

Respi: “Soddisfacente. I visitatori hanno rispettato le norme igienico-sanitarie, ma non hanno rinunciato a visitare le mostre che in un periodo emergenziale rimangono, ancor di più, un’occasione per rilassarsi”.

Le mostre presenti e quelle future?

Respi: “Per quelle in corso abbiamo pensato contenuti specifici fruibili online, mentre il programma espositivo futuro potrà subire variazioni a seconda dell’evoluzione dell’epidemia. Come diceva Claudia, continuano i laboratori educativi online per le famiglie e proseguono regolarmente i laboratori per le scuole, già ideati in modalità flessibile”.

Löffelholz: “Sì, le attività proseguono con azioni differenti a seconda del target e della fascia d’età. I vari corsi della Scuola di alta formazione sono entrati in modalità DAD (didattica a distanza). Continuano i laboratori gratuiti per le scuole: per le secondarie sono svolti in modalità DAD, mentre per quelle d’infanzia e primarie passano attraverso la modalità FMAV kiT che prevede materiali didattici e formazione dei docenti con il supporto dei nostri collaboratori educativi. Gli appuntamenti in presenza con le famiglie del sabato pomeriggio sono stati sostituiti da laboratori a distanza, allargando il raggio di azione ben oltre i confini di Modena. Per ovviare alla mancanza delle visite guidate dal vivo pubblicheremo sul nostro sito e sui social nuovi video della serie ‘mostre in pillole’ condotti dai curatori, mentre le conferenze previste saranno convertite in talk virtuali”.

Quali esperienze fuori Modena potrebbe segnalare come ‘pioneristiche’, sotto questo profilo?

Löffelholz: “La sfida è proprio quella di trasformare questo difficile momento storico in un incentivo per percorrere itinerari inediti e osservare il mondo da nuove prospettive. Un lavoro pioneristico per quanto riguarda l’applicazione delle ultime tecnologie nel campo delle arti visive è indubbiamente lo ZKM Zentrum für Kunst und Medientechnologie (Centro per l’Arte e la Tecnologia dei Media) di Karlsruhe”.

In conclusione, quanto è strategica l’attività formativa e educativa per un’istituzione come FMAV?

Löffelholz: “Fondamentale, perché FMAV si basa su un circuito virtuoso, nel quale le proposte formative si intrecciano con i contenuti delle mostre, divenendone parte integrante. I grandi artisti italiani e internazionali chiamati a esporre sono coinvolti a loro volta nelle attività progettate per studenti e grande pubblico, in qualità di docenti o visiting professor: un’opportunità straordinaria che poche altre istituzioni possono vantare”.

di Francesco Rossetti

(Lorenzo Respi, ph. Sara Cavallini)

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