Animali selvatici in Zona Rossa, intervista a Piero Milani del Pettirosso

Ci risiamo. Era successo anche durante il primo lockdown, un anno fa, tra marzo e seguenti. A un certo punto spuntano animali e noi ci stupiamo. Un lupo avvistato in via Contrada, caprioli vicino alla città e gufi reali che si appoggiano nei giardini. Perché ci stupiamo della loro presenza? Sono così insoliti? Lo chiediamo a Piero Milani del Centro Fauna Selvatica “Il Pettirosso”, esperto di animali ‘non convenzionali’.

Milani, come si spiega questi avvistamenti?
Qualche singolo animale c’è, ma nulla di cui preoccuparsi. Sono soprattutto ibridi che rimangono, purtroppo, coinvolti in incidenti stradali. Direi che orde di lupi non ce ne sono! Basta un lupo solo, in giro per i fatti suoi, per fare scalpore.

Quindi, secondo lei, è un lupo quello avvistato di recente in via Contrada?
Ho molti dubbi. Ha una coda troppo lunga e fluente, il lupo ce l’ha corta e tozza…

Sono stati avvistati anche caprioli, gufi reali e upupe.
Ma ci sono sempre stati. Il problema è che l’habitat di questi animali si riduce sempre di più, perché si continua a costruire e va detto anche che, essendo in lockdown, la gente osserva di più, va in campagna senza frenesia. Gli animali ci sono sempre stati. L’altro giorno siamo intervenuti per due caprioli in via Virgilio e non è un caso eccezionale. Alle prime luci dell’alba, quando c’è poco traffico, attraversano la strada.

Erano stati investiti?
No, no. Una persona, pensando di fare bene, li ha spinti dentro al campo e loro si sono rifugiati in un boschetto. La polizia municipale ci ha chiamati e, mentre loro bloccavano il traffico, noi siamo intervenuti per farli attraversare.

Gli animali non cambiano abitudini e comportamenti, siamo noi che ci svegliamo dal torpore e li vediamo, questo sta dicendo?
Ecco, sì! Siamo noi che ci siamo svegliati, loro sono sempre lì dov’erano. Ci prendiamo più spazio e tempo per guardarli. Qualche animale può anche aver preso più confidenza, ma in genere girano di notte. Quando compaiono articoli sui giornali che parlano di lupi, noi riceviamo tantissime telefonate di persone preoccupate che non gli venga fatto del male.

Cioè si preoccupano più per il lupo che per Cappuccetto Rosso?!
Alcuni sì. Se ne sentono così tante che la gente si preoccupa, specie gli anziani. Bisogna stare attenti a non dare notizie allarmistiche, perché a fare allarmismo si fa presto, ma poi a tranquillizzare la gente ci si mette tanto e non sempre si riesce.

Invece che animali arrivano adesso al Pettirosso? Animaletti da compagnia di persone ricoverate, come nel primo lockdown?
Stavolta ne arrivano molti meno, solo qualche gallina. Le persone, a fronte della prima esperienza, si sono organizzate, lasciandoli a parenti e amici.

In questo momento, al Pettirosso, state covando anche un progetto per il recupero degli orsi bruni, ce lo racconta? A che punto è l’iter per le autorizzazioni?
Dopo il benestare del Comune, siamo partiti con la progettazione. Manderemo il progetto agli enti nazionali e ottenuto l’ok, passeremo alla realizzazione. Dopodichè arriveranno gli ispettori per verificare la rispondenza con il progetto approvato.

Senta Milani, un conto è una papera e un conto è un orso. Come sarà predisposta la zona per la sicurezza?
Seguiremo i protocolli più severi. Le direttive europee prevedono ambienti accoglienti per l’animale, ma soprattutto misure di sicurezza e noi abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo per la sicurezza, fondamentale per volontari e animali. “Gli animali scappano da dove si trovano male” mi disse una volta un veterinario con cui collaboriamo… Capisce?.

Da dove arriverebbero gli orsi?
Dall’est Europa, dove vengono tenuti in cattività, in mezzo alla sporcizia e in gabbie di tre metri per 4. Prima venivano esposti alle fiere in paesi come Lituania, Albania o Romania ma, adesso che è cambiata la normativa, non si può più. Non sono più un guadagno e vengono tenuti ancora peggio. Il progetto risponde all’esigenza espressa da associazioni di tutela della fauna come la Lav e noi abbiamo deciso di aderire.

Li curate e liberate poi nel loro habitat?
Una volta rimessi in salute, si valuterà la reintroduzione nel loro ambiente naturale. In questa struttura dedicata agli orsi ha creduto molto il sindaco Muzzarelli che, ancora una volta, ha saputo guardare avanti e immaginare Modena come un’eccellenza a livello nazionale.

E le vostre attività con i bambini sono ferme o procedono a distanza?
Procedono online e i bambini sono sempre entusiasti, fanno progetti in classe con le insegnanti. Abbiamo fatto anche dei video dedicati ai bambini e li abbiamo messi su YouTube (https://www.youtube.com/user/CentroFaunaSelvatica).

Vuole aggiungere altro? Cercate volontari, cercate donazioni?
Le donazioni sono sempre importanti, come il 5×1000 dalla dichiarazione dei redditi che è sempre ben accetto e non costa nulla a chi lo dona. Basta indicare il nostro Codice Fiscale 94120020360 nella casella delle ONLUS Associazioni non lucrative di Utilità Sociale.

di Patrizia Palladino

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