Storie di Sport: Nicola Campedelli, romagnolo gialloblù

Foto Campanini/Baracchi

Ci sono alcuni giocatori capaci di lasciare un segno indelebile nella memoria e nel cuore dei tifosi e Nicola Campedelli è uno di questi. Romagnolo di nascita, ma modenese d’adozione, l’ex capitano canarino ha segnato un’epoca d’oro del calcio geminiano che speriamo possa tornare al più presto. Con lui abbiamo ripercorso alcune tappe del suo cammino in gialloblù e presentato il derby tra Modena e Cesena.

Campedelli qual è il suo primo ricordo legato al Modena?
Ho tanti ricordi legati al Modena. Ho vissuto cinque anni fantastici, sia a livello professionale che umano. Sono stati anni meravigliosi e non c’è un ricordo particolare, ma tante sensazioni che si sono sviluppate in maniera bellissima.

Mi può raccontare le due annate in Serie A?
Nella prima sicuramente fui meno protagonista, nella seconda invece ebbi maggior possibilità di giocare. Comunque nel complesso feci una quarantina di presenze in tutto, e sono le mie uniche in Serie A.

Una delle sue migliori stagioni fu la prima con Pioli, che cosa mancò a quella squadra per il salto di categoria?
Avevamo una squadra molto competitiva e abbiamo sempre fatto campionati validi, ma chi è arrivato prima di noi aveva formazioni fortissime. La volta in cui siamo andati vicino alla promozione è stato quando stavamo vincendo con il Treviso e ci fece gol Reginaldo nei minuti finali. Oltretutto la rete del Modena l’avevo segnata io e sarebbe stato il gol decisivo per andare in Serie A. Anche l’anno dopo fu una stagione esaltante, non trionfante, ma il Modena poté competere per un ulteriore salto di categoria.

Tra le tante partite disputate c’è n’è una che vorrebbe rigiocare? E invece una indimenticabile?
Di indimenticabile c’è sicuramente il match in cui segnai il mio secondo gol col Modena, al Braglia contro la Lazio. Una serata che mi rimarrà sempre dentro. Una sfida da rigiocare, invece, quella con il Treviso. Una partita carica di emozioni, prima positive per essere passati in vantaggio, poi di sconforto dopo il pareggio subito all’ultimo da Reginaldo. Fu una serata pesante.

Che cosa l’è rimasto nel cuore di Modena?
I rapporti che ho avuto con i miei compagni, ma anche con gli allenatori, i dirigenti, tutti gli addetti al campo e anche con i tifosi. Con loro è stato un rapporto veramente empatico e li ringrazierò sempre per il loro amore.

Torniamo al presente, sta seguendo la stagione dei gialloblù?
Si, ho visto anche qualche partita. Sicuramente il Modena quest’anno è finito in un girone estremamente competitivo, fatto di piazze che, come i gialloblù, vogliono fare il salto di categoria. Al momento sono in quattro squadre a giocarsela e il primo posto è un po’ lontano per i canarini, anche perché il Padova si sta dimostrando una macchina da guerra. Però se il Modena riuscirà a trovare un po’ più di continuità potrà ridare l’assalto al primo posto o almeno consolidarsi nei play-off, cercando di arrivare in una buona posizione.

Domenica ci sarà il derby tra Modena e Cesena, quanto è sentita questa partita da entrambe le parti?
E’ un match molto sentito, anche perché si affrontano due squadre abituate a stare in categorie superiori e giocarsi partite belle e spettacolari in cornici di pubblico intense. Sono sempre bei derby anche sotto questo punto di vista. Mi dispiace che quest’anno si potrà vedere solo lo spettacolo in campo e non sugli spalti.

Lei ha mai giocato partite senza pubblico?
Credo di averne giocate un paio. La presenza dei tifosi allo stadio è un aspetto fondamentale in piazze come Modena, Perugia, Padova, la stessa Trieste e anche Mantova e Cesena. Tante piazze abituate ad avere molto seguito. Sicuramente quest’aspetto manca, ed è molto strano: in questo modo nelle partite rimangono immutati gli aspetti tecnico-tattici ma cambiano totalmente quelli emozionali.

Lei e Tamburini segnaste in un derby terminato 4-2 per i canarini. Se la ricorda quella sfida?
Contro il Cesena sono riuscito a segnare anche una doppietta in un match al Braglia terminato 4-0 (in foto), e poi un gol nel 4-2 con cui espugnammo il Manuzzi. C’era tantissimo sostegno da parte del pubblico e furono giornate bellissime.

Come sta vivendo la difficile situazione sanitaria?
Non bene. Io ho quattro figli e vedere che non possono essere pienamente liberi di fare le proprie attività mi dispiace veramente. I bambini e i ragazzi sono tra le categorie più danneggiate da questa situazione. Al momento alleno una squadra di Eccellenza (la Savignanese ndr) e abbiamo fatto molto poco, solo una partita di campionato e due di Coppa. Siamo in attesa di sapere quando e come ripartiremo.

Le piacerebbe, in futuro, venire ad allenare il Modena?
Il Modena mi è sempre rimasto nel cuore e sarebbe bellissimo poterlo allenare. Mi piace però stare con i piedi per terra, come ho sempre fatto, e cercare di vivere alla giornata, per crescere e migliorare nel mio mestiere.

di Mattia Amaduzzi

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