Caffè concerto: approvato l’intervento per la ristutturazione del locale

Il Caffè concerto ora è regolarmente aperto tutti i giorni, dopo le difficoltà create dagli effetti della pandemia, non ha cambiato gestore e al termine dei lavori sulle reti elettriche in corso sul Palazzo comunale sarà nelle condizioni di poter avviare il previsto intervento di ristrutturazione per il quale ha già ottenuto il via libera da parte della Soprintendenza.

Lo ha spiegato l’assessore al Centro storico e ai Lavori pubblici Andrea Bosi nel corso della seduta di giovedì 7 luglio del Consiglio comunale di Modena rispondendo all’interrogazione di Lega Modena, illustrata dal consigliere Giovanni Bertoldi che, partendo dalla situazione del locale, definito in stato di abbandono, in pieno sito Unesco, poneva 21 quesiti all’Amministrazione comunale criticando l’operato del Comune.

Dopo aver osservato che la Lega ha ritirato e ripresentato l’interrogazione eliminando “gli elementi diffamatori e pregiudizievoli nei confronti della società” (“vi ha intimato di correggere il tiro, ma l’ha fatto solo in parte”), Bosi ha risposto uno a uno ai 21 quesiti sottolineando che la vicenda è certamente complicata, ma che i lavori di efficientamento energetico del Palazzo, partiti in ritardo per le vicende degli ultimi anni (dal covid al rincaro delle materie prime) “ora procedono di buona lena”, mentre le caratteristiche della gara, a offerta economicamente più  vantaggiosa, erano state decise non per dare “discrezionalità” al Comune ma per poter valutare con maggior peso l’offerta tecnica rispetto a quella economica, per evitare che “il giudizio sia solo sul ribasso economico”.

Alle domande puntuali Bosi ha risposto spiegando che il concessionario Rrem risulta in regola con i pagamenti delle utenze e ha corrisposto i canoni dovuti (è stata chiesta la rateizzazione della rata di marzo 2022) e ha ottenuto le riduzioni Tari per il Covid (più di 5 mila euro tra il 2020 e il 2021).

I lavori previsti sono stati autorizzati dalla Soprintendenza il 24 gennaio del 2020 e dal Comune il 28 aprile dello stesso anno e sono sostanzialmente coincidenti con quelli presentati in sede di gara, durante la quale i contatti con i tecnici comunali si sono limitati al previsto sopralluogo previsto dal bando.        

Riepilogando l’esito della gara, come richiesto, Bosi ha ricordato che Rrem ottenne 75 punti complessivi per l’offerta tecnica (l’articolazione prevedeva punteggi per l’allestimento e il servizio, il personale, l’offerta di prodotti e il menù, le iniziative culturali) e 13,184 per quella economica, a fronte di un rialzo del 37,70%, il secondo migliore tra i partecipanti.

Nella prima fase dell’intervento gli arredi, compreso il bancone, sono stati restaurati e riadattati, in attesa delle sostituzioni previste con il nuovo progetto. Quelli dismessi sono stati trasferiti al deposito comunale a spese del gestore.

Fino all’insorgenza del Covid, il programma di iniziative culturali è risultato coerente con il progetto presentato e regolarmente rendicontato al Comune, mentre l’apertura h24 è legata alla nuova configurazione del locale dopo i lavori.

Il Comune non ha ravvisato gravi violazioni degli obblighi contrattuali che abbiano comportato l’applicazione di penali.

La gestione rimane in capo alla stessa società Rrem, al Comune non è pervenuta alcuna richiesta di sub concessione a terzi, peraltro vietata dalla concessione. Il signor Gabrielli non è subentrato nella gestione, ma assunto dalla società così come erano stati assunti i precedenti operatori che poi “non avevano portato ai risultati sperati”.

Rispetto all’occupazione della piazza con il dehor, l’assessore Bosi ha spiegato che è stata rilasciata un’autorizzazione stagionale, prorogata d’ufficio al 30 settembre e che per il futuro, salvo nuove proroghe o provvedimenti Covid, la struttura dovrà essere adeguata al regolamento del sito Unesco. Anche l’occupazione con i tavoli sotto al portico è autorizzata come ampliamento Covid fino al 30 settembre.

Nella replica il consigliere Bertoldi, dichiarandosi non soddisfatto della risposta, ha chiarito di aver aggiornato l’interrogazione sulla base degli avvenimenti intervenuti e ha ribadito la discrezionalità delle procedure di gara (“quando si parla di servizio o di aspetti culturali chi è in commissione valuta in base a giudizi personali”), mentre rispetto al tema della legalità ha sottolineato che le offerte erano al rialzo, non al ribasso. Per Bertoldi è importante che ci sia un ritorno per i cittadini rispetto all’investimento fatto dal Comune in quell’area del Palazzo e ha avanzato l’ipotesi di interruzione di pubblico servizio per la prolungata chiusura del locale con la “scusa” del Covid; e di turbativa d’asta per la mancata realizzazione del progetto che avrebbe dovuto essere realizzato: “E invece non è ancora partito nulla”. Per il consigliere ci sono parecchie incongruenze e il Comune non ha vigilato: avrebbe dovuto applicare delle penali o far decadere la concessione.

Secondo Bertoldi, la dimostrazione che la gestione non è andata bene è il fatto che sono state assunte persone nuove e, augurandosi che il locale possa tornare a essere un luogo vivo della città, ha invitato l’assessore a “cospargersi il capo di cenere e a chiedere scusa ai modenesi”.

Il consigliere ha concluso ricordando lo spreco di acqua potabile con l’impianto per l’aria condizionata auspicando che venga superato: è un dovere.

A conclusione, il presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi ha ricordato a Bertoldi il ruolo di pubblico ufficiale e lo ha invitato a rivolgersi all’autorità giudiziaria “se è convito delle affermazioni che ha fatto; è suo dovere”.

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