Attività di ristorazione e ripartenza. Il punto con Mauro Salvatori di Confesercenti

Dallo scorso 26 aprile, bar e ristoranti hanno potuto ricominciare a somministrare, possono cioè servire cibo e bevande in presenza e non più solo da asporto. All’inizio solo all’aperto poi anche al chiuso, ma con la regola dei 4 posti per la zona gialla e 6 per quella bianca. A due mesi dalla ripartenza, Mauro Salvatori, presidente di Confesercenti per l’area della città di Modena, fa un primo bilancio delle attività. “Il bilancio è senza dubbio positivo ed è dato da due elementi importanti. Da un lato abbiamo avuto un alleggerimento delle norme e quindi le attività hanno potuto ripartire, accogliendo il pubblico nel modo in cui erano abituati a farlo. Dall’altro lato, dopo un anno di pandemia e restrizioni che ci avevano chiuso in casa, c’è molta voglia di libertà e di tornare allo standard di vita pre Covid. Queste due situazioni sommate, danno un risultato molto positivo. Tutti speriamo e ci aspettiamo che, grazie ai vaccini, non succeda come lo scorso ottobre, quando ci siamo ritrovati con le stesse restrizioni di aprile. Il vaccino è l’arma in più che ci permette di proseguire il cammino graduale verso la normalità”.

Rispetto alla scorsa estate, è cambiato anche il comportamento dei clienti. Siamo tutti più consapevoli e rispettosi, non crede?
Sì, diciamo che le norme sono state recepite meglio. Siamo tutti più abituati all’uso della mascherina, in tutte le attività è presente l’igienizzante e si rispetta il distanziamento. Tendiamo, però, in via generale, ad avere comunque un comportamento di condivisione. Vorremmo, ad esempio, fare una tavolata tutti insieme quando usciamo con gli amici ma non ci sono ancora le condizioni per farlo e, a volte, occorre ricordarlo ai clienti e intervenire per far rispettare le norme. In generale, però, l’atteggiamento, sì è vero, è abbastanza coscienzioso.

Alla fin fine, li promuoviamo o no questi clienti?
Al di là di qualche sporadico caso, sì certamente. Io sono nella zona di via Gallucci e vedo che le persone hanno molta voglia di uscire e tornare a una vita normale, ma senza grosse esagerazioni e con attenzione per le norme. Qualche testa calda, è ovvio, in mezzo al mucchio c’è sempre, ma nel complesso, li promuoviamo eccome.

Da lunedì siamo zona bianca. Mascherine, igiene delle mani e distanziamento rimangono, ma non c’è più il coprifuoco. Le speranze di recuperare si riaccendono anche per i gestori e i titolari dei locali…
E’ certamente una condizione favorevole che incentiva il buon andamento a cui assistiamo dal 26 aprile ad oggi. Rimangono le norme da rispettare e sarà giusto e opportuno farlo per non ricadere tra qualche mese nella situazione del 2020, quando dopo quella sensazione di ‘liberi tutti’ dell’estate, siamo tornati ai numeri della primavera.

La grande differenza sono, evidentemente, i vaccini. Ma tornando all’umore tra gli esercenti, c’è soddisfazione e una visione ottimista sul futuro no?
Assolutamente sì! C’è molta voglia di riconquista, diciamo, ma di farlo con un atteggiamento professionale, per accogliere la clientela in sicurezza e nel miglior modo possibile. Anche le strutture ricettive, infatti, dopo aver attraversato un periodo davvero molto pesante, adesso sono alla ricerca di personale qualificato.

Tutti quei tavolini all’aperto, oltre a consentire la consumazione in sicurezza, rendono anche più bello il centro storico. Cosa ne dice?
Questa idea dei ‘Tavolini sotto le stelle’, già attuata nel 2020 dall’Amministrazione, rende la città sicuramente più gradevole e più fruibile da tutti. È anche una prima prova, diciamo, per capire cosa significa vivere in una città che diventa sempre più turistica. A livello di estetica è molto gradevole, poi posso immaginare che per i residenti possa anche essere un problema...

Quali sono, se ci sono, le problematiche che segnalano invece gli esercenti?
Grosse problematiche non ce ne sono. La città sta diventando esteticamente sempre più bella, non solo per l’iniziativa dei ‘Tavolini sotto le stelle’ ma anche per le ristrutturazioni in corso e per gli immobili che vengono riqualificati. Questa è una cosa assolutamente positiva, anche se tutto si è concentrato in un unico momento e questo può creare qualche problema. Intendo dire che la città, specie in centro storico, è tutta un cantiere. Io stesso mi trovo in un punto dove, nel giro di 50 metri, ci sono tre cantieri. Tutti dobbiamo lavorare e accade che uno intralci l’altro. Le situazioni si sono concentrate un po’ tutte insieme e nello stesso momento, però alla fine sappiamo bene che porteranno un risultato positivo per tutti anche se, nell’immediato, la convivenza può non essere facile.

di Patrizia Palladino

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien