Ddl Zan e ora cosa succede? L’intervista al presidente Arcigay Modena Francesco Donini

(Foto di Fabrizio De Gennaro)

Il disegno di legge Zan è stato respinto dal Senato che, prima, ha approvato la richiesta di non esaminare la legge articolo per articolo (la cosiddetta ‘tagliola’) e, poi, ha proceduto alla votazione segreta. Il Ddl Zan prevedeva l’inasprimento delle pene per i crimini e le discriminazioni contro omosessuali, transessuali, donne e disabili. Ne abbiamo parlato con Francesco Donini, presidente Arcigay Modena.

Passato alla Camera, il Senato lo ha respinto con voto segreto, modalità che ha aggiunto pesanti critiche al malcontento. Ti aspettavi questo esito?
La segretezza sul voto serve per altri usi e contesti, sul Ddl Zan è servito solo a sottrarsi al confronto e alla responsabilità. Gli stessi che hanno avvallato la tagliola, sapevano bene che quel che stavano facendo sarebbe stato visto come ignobile. Ho sperato fino all’ultimo in un esito diverso, ma quando è stata proposta la tagliola ed è passato il voto segreto, mi è stato tristemente chiaro che sarebbe finita così”.

Il Ddl Zan proponeva, in sintesi, di modificare tre articoli del codice penale e di ampliare una legge del 2003, aggiungendo ai reati di discriminazione e odio la specifica “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità”. E’ una sintesi corretta?
La sintesi è corretta, ma non esaustiva. A fianco dell’aggravante penale il ddl prevedeva anche iniziative culturali, come la formazione nelle scuole e l’istituzione di una Giornata Nazionale contro l’omo-lesbo-bi-trans-fobia il 17 maggio. La discriminazione è un fenomeno sociale e culturale, ed è solo agendo sulla cultura e sulla conoscenza delle tematiche e delle vite reali, che è possibile smantellarla davvero. Occorre agire a monte del danno piuttosto che ripararlo. Non a caso i detrattori del Ddl Zan si sono accaniti su questa parte e sul concetto di identità di genere”.

Partendo da un caso concreto di discriminazione, cosa cambia con o senza il Ddl?
Parto da un caso concreto, ovvero i ragazzi aggrediti a Ferrara il 31 ottobre. Senza il Ddl Zan possono procedere solo con la denuncia per aggressione, senza vedere riconosciuta l’aggravante per la vera motivazione, ovvero l’omofobia, e l’episodio sarà trattato come un banale alterco fra ragazzi. Cambia la sanzione penale e la motivazione dell’omofobia sarà trattata come inesistente. Il messaggio che passa è: non è grave discriminare sulla base dell’orientamento sessuale, neppure in caso di aggressione o vessazione. La bieca esultanza dei senatori indica che lo Stato, in qualche modo, legittima questa discriminazione. L’aggressione, non a caso, è avvenuta a pochi giorni dal passaggio in Senato e chi l’ha commessa si è sentito libero di farlo. L’entrata in vigore del DDL avrebbe fatto percepire, chiaramente, che lo Stato ritiene le discriminazioni per genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità un reato. Forse questa e tante altre aggressioni non ci sarebbero neppure state”.

Dopo il voto in Senato, è stato subito evidente che la lotta su questi temi non si ferma. Tante sono state, infatti, le manifestazioni nel paese. Quali le prossime?
Come Arcigay Modena e come persone continueremo a valorizzare le diversità, a lavorare per il rispetto e la tutela dei diritti. Il 20 novembre saremo in Piazza Torre a Modena per il TDOR, la Giornata Mondiale per il Ricordo delle Vittime della Transfobia, assieme a Non Una Di Meno Modena, Agedo Bologna, Gruppo Trans Bologna, Orgoglio Bisessuale e tutte le realtà che vorranno unirsi. Ed è solo l’inizio”.

In città che clima si respira?
Modena ha risposto molto positivamente al nostro appello per la manifestazione di sabato 30 ottobre, come aveva già fatto anche il 15 maggio per il Ddl Zan. Le nostre iniziative sono seguite sempre con interesse e partecipazione. Sul territorio abbiamo amministrazioni amiche, non ultimo il Comune di Modena, e tanti altri che ci chiedono collaborazione, supporto e formazione. Il retaggio della cultura patriarcale ed eteronormata, però, è ancora molto forte. Tanti giovani, genitori, persone discriminate a scuola o al lavoro si rivolgono a noi in cerca di supporto. Cogliamo segnali positivi, certo, ma non possiamo adagiarci e il supporto da parte di tutte e tutti è fondamentale”.

Chi avesse bisogno di ascolto e aiuto, come può contattarvi?
I riferimenti sono sulle nostre pagine facebook “Arcigay Modena Matthew Shepard”, “Gruppo Donne Arcigay Modena Matthew Shepard”, “Gruppo Giovani Arcigay Modena”, “Gruppo T.a.MO” e “Modena Pride”, e sui profili instagram “gruppodonnearcigaymodena” e “modenapride”. Forniamo supporto su richiesta individuale, sportelli d’ascolto e il servizio di Telefono Amico tramite Meet. Stanno ripartendo anche gli incontri dei gruppi dal vivo in Via 4 Novembre 40/A. Le nostre iniziative e servizi sono aperte a tutti! Vi aspettiamo”.

 

di Patrizia Palladino

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