La calda estate dei Vigili del Fuoco: intervista a Fabrizio Alberghini della Fns Cisl

Fabrizio Alberghini è uno dei vigili del fuoco che lavorano al comando di via Formigina a Modena ed è il referente territoriale della Fns Cisl Emilia-Romagna. Entrando nel pieno di un’estate che si è annunciata rovente già dal mese di maggio, ha deciso di portare all’attenzione della cittadinanza la grave situazione in cui versano gli automezzi in dotazione alla nostra provincia.

Con il caldo che aumenta il rischio incendi e che ha fatto il suo debutto a maggio, siete già intervenuti da qualche parte?
Sì, siamo intervenuti per incendi di sterpaglie ma cose abbastanza confinate, il grosso arriverà più avanti. La sede di Modena, i 5 distaccamenti permanenti e i 5 volontari garantiscono tutto l’anno una grande vastità di servizi h24, dalla montagna fino a ridosso di Mantova e Reggio, e l’estate ci mette ancora di più sotto stress perché si aggiungono i calabroni e gli incendi boschivi.

I mezzi in dotazione, però, ci fate sapere che non sarebbero adeguati alle necessità di un territorio così vasto. Quali sono le mancanze e cosa temete?
Abbiamo un problema serio con le Aps, le autopompe, mezzi di primo intervento che servono per il trasporto di 5 unità di equipaggio, delle attrezzature e dell’acqua. Le Aps trasportano dai 1600 ai 4200 litri ed è un dato importante da considerare perché abbiamo distaccamenti molto lontani, come Carpi e San Felice, che necessitano di molta acqua. Vogliamo far sapere a cittadini e istituzioni che abbiamo forti carenze sui mezzi che sono ormai vecchi e con tanti km alle spalle. Un camion dei vigili del fuoco invecchia precocemente, 100 mila km suoi valgono come 400 mila di un normale autocarro. Noi partiamo ‘a freddo’, andiamo anche in montagna dove servono grosse accelerazioni e spesso rimaniamo ad un altissimo numero di giri con la pompa inserita per spegnere l’incendio. I mezzi, che sono vecchi e sempre sotto stress, si rompono facilmente.

Oltre alle autopompe, l’altro problema di cui sentiamo parlare da anni sono le autoscale. Una sola per tutta la provincia, è ancora così?
Sì, di fatto è una sola. A livello nazionale c’è carenza di autoscale e quelle che ci sono vengono distribuite sul territorio. Chi ha un’autoscala in più, la presta al comando che la richiede. Noi abbiamo sempre avuto due autoscale, la 40 metri di Modena e la 30 di Carpi. Quando un comando ne ha bisogno prende l’autoscala di Carpi e, quindi, l’autoscala di Modena deve coprire tutto il territorio, dalla montagna fino alla bassa modenese, perché quella di Carpi non è mai disponibile. Il distaccamento di Carpi fa 1500 interventi l’anno e va in appoggio a San Felice che ne fa circa 800, l’autoscala non solo è fondamentale lì ma lo è anche per Modena perché serve, ad esempio, dopo uno stravento per tagliare le piante o per i tetti scoperchiati. Senza quell’autoscala siamo veramente, ma veramente, in difficoltà.

A fronte della situazione che descrivi, si apre anche una questione di sicurezza sul lavoro? Aumenta il rischio infortuni?
Sulla sicurezza stradale no, perché questi mezzi hanno passato un collaudo ma il problema è durante l’intervento. Se mi si guasta il mezzo mentre spengo un incendio, rischio di perdere l’intervento oppure posso anche riuscire a finire l’intervento, ma poi devo mettere fuori servizio il mezzo per riparare i guasti che emergono dopo.

Quali sono le priorità, le situazioni più critiche?
L’autopompa dei volontari di Pievepelago è del ‘99 e, con 234 mila km, è da sostituire come quella di Finale, del ‘95 con 154 mila km. E poi le autopompe di San Felice e Carpi che sono del 2005 e hanno 312 e 238 mila km. La priorità è cambiare questi automezzi ma non con quelli che ci sta fornendo il Ministero che portano appena 2800 litri d’acqua. Servono mezzi più grandi perché il raggio d’azione è vasto e si fanno moltissimi interventi.

Perché non vengono acquistati mezzi nuovi? Dov’è il blocco?
Il nodo è a monte. Il nostro comando di Modena fa davvero i salti mortali per tenere in buono stato gli automezzi, ma dipende dalla direzione regionale che a sua volta dipende dal Ministero degli Interni ed è da lì che devono arrivare le risposte. Ci lasciano, però, con la coperta corta e i mezzi non arrivano.

Il PNRR prevede fondi anche per i Vigili del Fuoco, cadono soldi a pioggia praticamente su tutti…
Non sappiamo cosa vogliano fare a livello centrale dei fondi del PNRR. Come sindacato, ad oggi, non abbiamo notizia di nuove autoscale o nuove autopompe in consegna ma noi non vogliamo un’autoscala nuova, noi vogliamo indietro quella che ci è stata tolta perché è sempre in prestito.

Eventuali pressioni sul Ministero, dal punto di vista istituzionale, a chi spetterebbero? Dovrebbe essere la Regione, il Presidente Bonaccini, a farle?
Un aiuto in questo senso sarebbe molto importante per risolvere la situazione degli automezzi nel modenese, sarebbe un grande apporto a questa causa perché noi, in fondo, chiediamo solamente di poter svolgere in maniera più professionale e sicura il soccorso. A Modena abbiamo figure di altissima professionalità, che si addestrano e sono sempre aggiornate, ma che hanno bisogno di attrezzature e mezzi alla loro altezza, altrimenti è come avere un soldato super addestrato e mandarlo in guerra con una fionda!

di Patrizia Palladino

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