La scuola è ripartita in presenza: l’intervista alla Dirigente Silvia Menabue

Foto di repertorio

Il Covid non è una novità, c’era l’anno scorso e c’è quest’anno. La novità è il Green pass. Le lezioni in presenza sono ricominciate da una settimana, come se la cavano i dirigenti con i controlli e la gestione dei movimenti di chi, come i genitori, è esterno alla scuola? Ce lo facciamo raccontare da Silvia Menabue, Dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Modena. “Il Green pass è un ulteriore elemento di sorveglianza sanitaria nella scuola. L’esperienza, dal punto di vista organizzativo, è positiva. La piattaforma digitale funziona bene e rende più agevole il controllo”.

Anche quell’enorme 95% di vaccinati tra il personale facilita il compito, no?
Abbiamo a che fare con una fascia di docenti ampiamente vaccinati e il dato è positivo, poi c’è una fascia, molto ristretta, che non impatta sull’organizzazione, ma che ancora si mostra resistente alla vaccinazione e deve sottoporsi periodicamente a tampone. In caso poi ci si trovi di fronte a un docente che non passa il controllo del Green pass, il dirigente deve avviare un percorso che, al quinto giorno, porta alla sospensione. Il sistema scuola, in larghissima parte, ha però risposto con grande consapevolezza e con la volontà di ripristinare la scuola in presenza”.

Green pass anche per i genitori che abbiano necessità di entrare, seppur brevemente, a scuola. Qual è l’utilità sanitaria di una scelta così severa. La vuole spiegare?
E’ molto semplice. Se una persona entra a scuola e, il giorno dopo, scopriamo che è positiva, come successo a Vignola, potrebbero andare in didattica a distanza tutte le classi con cui ha avuto contatti. La misura si applica a tutte le categorie che entrano a scuola, inclusi i genitori. Se operassimo dei distinguo, poi, i dirigenti non riuscirebbero a gestire la complessità. Vogliamo garantire scuole sicure? Lo facciamo, usando il Green pass”.

Quest’anno le cattedre sono coperte in che percentuale?
In larghissima parte. Abbiamo fatto più di 3mila nomine annuali e circa 860 immissioni in ruolo, con tempi molto più celeri rispetto al passato, grazie alle piattaforme informatiche. Abbiamo quasi tutte le cattedre coperte. Da ultimo, abbiamo coperto, in una seconda fase di nomina, tutte le rinunce che, purtroppo, sono state numerose. Ora per le supplenze brevi opereranno le segreterie delle scuole”.

aMo e Seta hanno confermato 120 corse aggiuntive e 52 mezzi in più. E’ il risultato di un Tavolo della Prefet- tura, convocato sul tema dei trasporti, al quale ha partecipato anche lei. Sugli orari, ci sono aggiustamenti da fare?
Sulla base delle prime settimane, adatteremo al meglio, progressivamente, quelle 120 corse aggiuntive che cadono per lo più sulla fascia oraria del rientro, quella dalle 12 alle 14. Qualche disagio, in particolare sulla montagna, si avverte, ma lavoreremo per affinare l’orario. Il sistema dei trasporti, che deve essere in grado di rispondere alle richieste delle scuole, è molto complesso da organizzare”.

Che umore le arriva dalle scuole? I ragazzi sono contenti? I docenti e i dirigenti cosa le dicono?
I dirigenti sono molto in apprensione per i possibili casi, come è successo a Vignola dove una classe è finita in DAD. In caso di quarantena, l’alternativa è la didattica a distanza, ma vorremmo ricorrervi il meno possibile. I dirigenti e i docenti hanno sostenuto un grande sforzo organizzativo, usando le tante risorse a disposizione: le scuole stanno facendo un lavoro straordinario. All’inaugurazione della nuova palazzina al Levi di Vignola, alcuni studenti ci hanno raccontato l’esperienza di questi anni ed erano molto commossi all’idea di ritrovarsi in classe. Hanno voglia di riprendere a vivere la loro normalità. Quest’anno sulla scuola, e se ne accorgono tutti, c’è una grande concentrazione di ri- sorse e interventi. Nuovi spazi, nuove aule, due palazzine nuove, una al Selmi e l’altra a Vignola… Davvero tante risorse in più”.

Il 71,2% dei ragazzi di età compresa tra i 12 e 19 anni è nel circuito vaccinale, il dato è aggiornato e arriva dall’Ausl. Anche questa percentuale è molto alta…
Credo che i ragazzi abbiano voglia di vivere un anno scolastico che non sia come i due anni passati. Hanno voglia di stare insieme e di incontrarsi a scuola e fuori, nelle palestre, nei luoghi di svago, in una ritrovata socialità. Noi, anche per questo, dobbiamo tenere molto alta la guardia sulla sorveglianza sanitaria, perché basta un attimo… Leggevo di 400 classi che sono finite in Dad a Vienna. Le grandi città, in autunno, con la ripresa delle attività lavorative, delle scuole e l’utilizzo dei mezzi pubblici, possono vivere un contraccolpo pesante dal punto di vista epidemiologico: se riusciremo ad evitarlo potremo forse riconquistare una “nuova normalità”. L’autunno sarà il nostro banco di prova”.

 

di Patrizia Palladino

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