L’onda lunga della pandemia: intervista alla Psicologa Dottoressa Giuliani

In occasione della Giornata nazionale della Psicologia del 13 ottobre, l’Ordine degli Psicologi ha organizzato un convegno dal titolo ‘L’impatto psicologico del Covid sulla Popolazione’ a cui ha partecipato anche l’Usl di Modena. Con la dottoressa Cecilia Giuliani (foto), Psicologa del Servizio di Psicologia Clinica, abbiamo parlato della portata di questo impatto, a partire dal lockdown fino ad arrivare agli effetti di lungo termine.

Dottoressa Giuliani, il servizio telefonico di supporto psicologico attivo durante il lockdown ha ricevuto oltre 1200 richieste di aiuto. Quali sono i sintomi più riferiti?
I sintomi riferiti sono stati in prevalenza di tipo ansioso depressivo. Le persone riportavano emozioni molto intense di paura, impotenza, rabbia e sofferenza per le limitazioni ma anche reazioni di stress acuto, con alcune caratteristiche tipiche dello stress traumatico, a seconda del livello di esposizione. Chi ha perso un familiare o ha contratto il virus, ha riferito anche forte angoscia. Ci hanno chiamato, per lo più, 50enni con una lieve prevalenza femminile. Anche medici e pediatri si sono rivolti al servizio per un confronto su come affrontare le richieste di alcuni pazienti che accusavano un forte disagio psicologico.

I sintomi che vengono riportati oggi sono gli stessi o sono cambiati?
Sono rimasti gli stessi e sono cambiati, mi spiego… ancora oggi vediamo sintomi da disadattamento a carattere ansioso depressivo, anche perché si tratta di fatto di una reazione normale a una situazione anormale che tuttora si protrae. Quando lo stress è intenso e dura a lungo, si stratifica. Salute, mancanza di certezze, maggiore fragilità dal punto di vista sociale, economico e lavorativo, lo stress coinvolge molti livelli e, quando si stratifica, facciamo più fatica a fronteggiarlo. Oggi, a questi sintomi, si aggiungono un aumento della preoccupazione per le malattie in generale ma anche per il vaccino. Se per alcuni, infatti, il vaccino è stata una rassicurazione, per altri è il contrario. Preoccupazione e ansia per i potenziali effetti collaterali del vaccino sono in aumento, così come il disagio nei confronti del Green Pass. Nei giovani e giovanissimi si riscontra un aumento delle fobie, del ritiro sociale e dei disturbi del comportamento alimentare. Negli anziani un incremento di solitudine, ansia, depressione.

I sanitari, a contatto con la malattia e con la morte, che disturbi manifestano?
I sanitari, per formazione ed esperienza, sono già molto attrezzati a far fronte allo stress, ma è vero che la pandemia ha rappresentato anche per loro una grande sfida. I sintomi riportati sono ansia, irritabilità, disturbi del sonno, flessione del tono dell’umore, mancanza di energia, fatica a staccare dal lavoro, fino alla perdita di motivazione ed inefficienza lavorativa. Sono sintomi che possono diventare molto simili a quelli del burn out. Abbiamo attivato interventi individuali e di gruppo per mitigare lo stress e recuperare il benessere psicofisico mediante metodologie validate come l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), raccomandata dall’OMS per trattare il disturbo post traumatico da stress e i disturbi stress correlati.

Sui disturbi a lungo termine, ci sono già studi e riflessioni? C’è una rete regionale che si sta occupando del cosiddetto ‘long covid’: stiamo studiando la letteratura internazionale esistente per costruire adeguati programmi di intervento”. Quali saranno questi disturbi, è possibile ipotizzarlo fin da ora?
Si parla, ad ora, di alcuni sintomi che perdurano. Chi è guarito dal Covid, in alcuni casi, lamenta una forte astenia, insieme a una sorta di nebbia mentale e a una maggiore fatica a concentrarsi, per citare solo alcuni dei possibili sintomi che, in alcuni soggetti, resistono anche a distanza di tempo. Il contributo dello psicologo è cruciale nell’aiutare, insieme ad altri specialisti, le persone ad attivare quei meccanismi positivi della psiche che consentono di ri-acquisire il controllo sulla propria salute e migliorarla.

Come si attivano queste risorse? Se le sembra utile dare qualche indicazione qui…
Assolutamente sì. I sani stili di vita, di cui tanto si parla, sono già una prima auto-cura naturale dall’ottimo rapporto costo-beneficio. Nel corso della giornata, ad esempio, è utile un buon bilanciamento tra attività e riposo, è importante lavorare sulla qualità e quantità del sonno. Abbiamo bisogno di riposare bene per contrastare gli effetti nocivi dello stress e rinforzare il sistema immunitario. Anche seguire una sana alimentazione e fare esercizio fisico perché, lo ricordo, noi siamo strutturati per muoverci, non certo per stare seduti. L’esercizio fisico, specie se praticato a contatto con la natura, è una ottima auto-cura con un enorme potenziale benefico anche sulla salute psichica.

Per informazioni sui servizi: www.ausl.mo.it/psicologia

(di Patrizia Palladino)

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