Appennino verso il sold out: l’intervista a Daniele Cavazza di Confesercenti

Sul nostro Appennino si va soprattutto per stare al fresco e per fare sport. A dirlo sono i dati di Confesercenti sul turismo in questa prima tranche di estate. Si delinea, dal punto di vista delle presenze turistiche sulle nostre montagne, una stagione molto positiva, in linea con quella del 2020, come spiega Daniele Cavazza, coordinatore provinciale Confesercenti settore turismo.

Il turismo in Appennino sta andando piuttosto bene. Secondo le vostre stime, si andrebbe verso il sold out per il mese di agosto…
Sì, le premesse sono queste, complice il Covid che ancora fa paura. Le restrizioni sui viaggi, soprattutto intercontinentali, sono ancora in vigore così come in diversi paesi europei. Le vacanze del 2021 tendono a essere domestiche e di prossimità. L’Appennino è una meta tranquilla e sicura, le passeggiate in montagna sono quanto di più lontano dagli assembramenti ci possa essere e questo elemento lo rende molto appetibile come meta oltre al meteo che aiuta perché ha portato tanto caldo in pianura. Se queste condizioni permangono, molto probabilmente agosto sarà un mese da tutto esaurito. Si tratta di turismo climatico per cui sono prevalentemente anziani e famiglie con bambini a scegliere le nostre montagne”.

E ci conferma che stanno andando meglio gli appartamenti rispetto agli alberghi, anche se registrano una buo- na affluenza e buone prenotazioni anche questi ultimi?
Sì, il dato è dovuto a due motivi. Da un lato la durata dei sog- giorni che sono piuttosto lunghi e fanno prediligere l’appartamento per una questione di costi, mentre l’altro motivo è ancora una volta il Covid e la paura per gli spazi comuni, per cui i turisti preferiscono una casa per conto proprio”.

Qualche numero per avere un’idea delle dimensioni?
La percentuale di occupazione delle camere negli alberghi durante il week end in Appennino, in questo momento, sfiora il 100% mentre durante la settimana siamo attorno al 70/75%. Il trend è in linea con quello dell’anno scorso, che è stato un anno di boom”.

Le ragioni, a parte la bellezza dell’Appennino, sono legate al bisogno di sicurezza sanitaria ma anche di certezze, lo stesso accade in Riviera, no?
Sulla riviera non ho dati ma, in effetti, anche i colleghi della costa si dicono discretamente soddisfatti di come stanno andando le cose… I turisti cercano la sicurezza perché non vogliono restare coinvolti in focolai o imprevisti di altro genere. E’ appena uscito il dato della I.A.T.A (International Air Tran- sport Association) sul mese di giugno e il traffico aereo è precipitato del 62% rispetto allo stesso periodo del 2019, che è sempre meglio del 64% del 2020. Si registra una lieve, lievis- sima, ripresa del traffico aereo”.

Parliamo quindi di un turismo regionale, tutt’al più nazionale ma assolutamente niente dall’estero?
Per quanto riguarda l’Appennino stranieri zero, i turisti arrivano da Modena, Bologna, Lucca e Pistoia. In città e in pianura, i dati sono ancora estremamente negativi rispetto al 2019 con una lieve ripresa sul 2020, ma siamo ancora nell’ambito di pesanti perdite rispetto a prima della pandemia. Una nota positiva per la città è stato il Motor Valley Fest, che ha riempito gli alberghi nel week end e ha portato un po’ di turisti stranieri. C’è stata, insomma, una buona risposta e non era per niente scontata. Viaggi organizzati con gruppi e comitive non ce ne sono ancora. In Appennino stanno riprendendo un po’ anche i campus estivi, con qualche squadra di calcio, pal- lavolo o basket che ha tentato di farli e qualcosa si vede, ma ancora poco”.

Insomma in città il turismo sta ripartendo molto lentamente, più lentamente rispetto alla montagna, è così?
Sì esatto. Il turismo d’affari è ripartito al 60/70% ma consideri che le fiere ancora non ci sono e questo impatta in maniera decisiva. Aspettiamo l’autunno e le fiere come il Cersaie, per il quale, se si riesce a fare, ci si attende il boom”.

Non crede anche lei che il nostro Appennino dovrebbe imparare a investire di più sull’estate? Neve in inverno, ormai, se ne vede veramente poca, mentre il caldo non fa che aumentare e la gente fugge dalle città appena può…
Gli operatori turistici da tempo ormai conoscono i numeri del turismo e i numeri dicono che le presenze sono il 65% in estate e il 35% in inverno e, se lo sanno gli operatori turistici, immagino lo sappiano anche gli amministratori. Detto que- sto, il tema delle infrastrutture, tra piscine e campi da calcio, è un tema importante. Il nostro Appennino, per una serie di motivi, tra cui clima, conformazione e altitudine, è particolar- mente indicato e attrattivo per i campus estivi delle società sportive. Il problema è che non ci sono attrezzature sportive sufficienti e servirebbero più campi da calcio e da basket, più piste di atletica, più piscine e altro che però poi vanno curati con un’adeguata manutenzione per essere utilizzabili”.

 

di Patrizia Palladino

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