Nonantola e l’emergenza Coronavirus: intervista al sindaco Nannetti

Proseguiamo il nostro viaggio nei Comuni della provincia per scoprire come stanno affrontando l’emergenza Coronavirus e quali sono le principali problematiche che si trovano a dover risolvere. Oggi ci siamo spostati a Nonantola e abbiamo raggiunto telefonicamente la sindaca Federica Nannetti.

Sindaca quali sono le problematiche principali che vi trovate a dover affrontare nel vostro territorio?
Il problema principale, almeno all’inizio, è stato quello del controllo del territorio rispetto al Dpcm, far cioè passare il messaggio che bisogna restare in casa e abituare le persone, anche se adesso, devo dire, le cose sono migliorate. E poi, rispetto ad esempio a Castelfranco o alla vicina Ravarino, noi soffriamo un po’ il problema delle file al supermercato. Tra l’altro questo è un problema che non posso governare io. Se fosse qualcosa di comunale in cui io potessi intervenire direttamente mi sentirei anche di farlo, ma ho purtroppo un interlocutore che ha le sue difficoltà come la grande distribuzione, e che deve sottostare a regole imposte a livello nazionale. Vedo però che i miei cittadini, per questa cosa, stanno soffrendo moltissimo.

Rispetto a prima, però, è cresciuta molto la pratica della spesa a domicilio…
E’ vero, l’evoluzione della spesa a domicilio è l’aspetto positivo. Prima di questa emergenza questa pratica stava prendendo piede, ma eravamo agli inizi e non eravamo ancora pronti. Non è stato facile organizzarsi per la grande distribuzione quindi lo è ancor meno per un piccolo negozio che deve reinventarsi, reperire i dispositivi di sicurezza e così via per poter portare la spesa a casa alle persone. Io per questo devo ringraziare tutti i miei commercianti e le attività di ristorazione perché, al di la del fatto che per loro è anche un modo per mantenersi in attività e avere un’entrata, fanno un servizio importantissimo per la comunità. Pensiamo anche solo all’idea che il sabato sera ti possano portare la pizza a casa. E’ qualcosa che ci consente in qualche modo di mantenere una certa normalità. 

A Nonantola avete avuto molti casi rispetto ad altre zone? Che situazione avete?
Penso che siamo nella media. Non ne abbiamo avuti pochi visto che ad oggi i positivi sono 36, ma la cosa importante è il fatto che 31 di questo sono curati a domicilio, il che significa che non sono gravi. Bisogna anche dire però, che avere 36 casi significa che in quarantena ci sono più di 60 persone, nei confronti delle quali, con Croce e Blu e Protezione Civile, abbiamo attivato un servizio per portare loro a casa la spesa e i farmaci. Poi vengono chiamati tutti i giorni per sentire come va e se hanno bisogno. Proviamo anche in questo caso a garantire una vicinanza.

State organizzando anche qualche attività di appoggio alle persone che sono costrette in casa dall’emergenza?
Si certo, una delle prime cose che abbiamo organizzato insieme alla Consulta del Volontariato che raduna le nostre associazioni (quasi 50), è stato approntare un numero telefonico che si chiama “Pronto a farti compagnia” (clicca qui). Come Comune abbiamo messo a disposizione un cellulare che permette di girare le chiamate sui telefoni dei vari volontari che da casa possono fare questa attività di ascolto e compagnia alle persone che si sentono sole in questo periodo di emergenza, soprattutto gli anziani. Sta funzionando molto bene. In questo caso non si tratta di un supporto psicologico, ma semplicemente un modo per fare compagnia e fare due chiacchiere. Inoltre, sempre come Comune, al di là di quello dell’USL, abbiamo attivato un numero che si chiama “Psico on line”, grazie agli psicologi iscritti all’albo del nostro territorio che sono stati molto disponibili. Chiamando questo numero loro fanno le consulenze psicologiche gratuite. 

I social e la rete in questa situazione sono diventati importantissimi. Anche voi li state usando di più per comunicare con i cittadini o per le attività comunali?
Si noi come Giunta comunale e come Giunta dell’Unione dei Comuni organizziamo delle video conferenze e stessa cosa anche con i capigruppo. Il consiglio comunale invece non l’abbiamo ancora convocato e per le realtà come la nostra sarebbe un po’ più complicato. Ci stanno comunque lavorando i servizi informatici dell’Unione, perché se dovessimo convocare un consiglio bisogna che siamo pronti. Comunque quella delle riunioni o degli aggiornamenti a distanza è una pratica che funzione e che anche dopo, finita l’emergenza, penso potrà tornare utile.

E con i cittadini comunica anche attraverso i social?
Si, ad esempio oggi li ho “sgridati” perché ho visto troppa gente in giro. Non vorrei che, col fatto che si è parlato del 13 e non del 18 aprile, come si era detto in un primo momento, per la fine del blocco, si pensasse che siamo fuori dal problema perché non è così. Devo dire che in questa situazione assurda i nostri due strumenti per informare, paradossalmente, sono i social da una parte e la fonica che usavamo negli anni ’70 dall’altra. Perché, ad esempio, una persona anziana che sente la macchina che passa e comunica qualcosa, immediatamente si rende conto che è una cosa seria, perché si ricorda dei tempi passati. Anche certe attività ricreative adesso passano dalla rete. Ad esempio la prossima settimana, riparte la nostra scuola di musica, Officine musicali, con lezioni online. Sono molto curiosa di vedere che risposta avrà e cosa faranno i ragazzi che andranno ad imparare uno strumento in un modo differente dal solito.

di Giovanni Botti

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