Grandi dischi da riscoprire: ‘All Things Must Pass’, il capolavoro di George Harrison

George Harrison – ‘All Things Must Pass’ (50th Anniversary Edition)

Il 10 aprile 1970 i Beatles annunciano il loro scioglimento e pochi giorni dopo esce il primo album solista di Paul McCartney, intitolato semplicemente “McCartney”. Nello corso dello stesso anno anche gli altri tre componenti del gruppo pubblicheranno le loro nuove opere soliste, dal cupo e intimista “Plastic Ono Band” di John Lennon, al leggero quanto intrigante tributo al country western di “Beaucoups of Blues” di Ringo Starr, fino al debordante capolavoro di George Harrison “All Things Must Pass”. Un disco lunghissimo, un triplo (il primo pubblicato da un artista solista) al momento della sua uscita su vinile, con 23 canzoni distribuite su quattro facciate e le ultime due composte da lunghe jam strumentali alle quali parteciparono grandi musicisti come Eric Clapton, Dave Mason e Billy Preston.

Un album che svelò al mondo le capacità compositive di Harrison, raramente emerse nei dischi dei Beatles, in cui spesso il chitarrista finiva per essere messo in secondo piano dalla forte personalità di Lennon e McCartney, e che in pratica riunisce buona parte del materiale composto negli anni precedenti e mai “accettato” dai Beatles. Il sound di “All Things Must Pass”, risente dell’influenza che ebbero su Harrison artisti come Bob Dylan, The Band e i profumi sudisti di Derek & The Dominos, ed è caratterizzato da un ampio utilizzo della slide guitar, che diventerà un vero e proprio marchio di fabbrica nella successiva carriera del musicista. Tra le canzoni presenti nel disco non si possono non segnalare le celebri “My Sweet Lord”, sorta di inno religioso con riferimenti anche all’Induismo, e “Isn’t It a Pity”, deliziosa ballata in precedenza rifiutata da Lennon per i Beatles. Ma anche l’interpretazione di Harrison di “If Not For You” di Dylan, la ballata in stile The Band “Behind That Locked Door” e la curiosa “Wah-Wah”, sorta di presa in giro dell’effetto chitarristico che gli chiedeva continuamente John Lennon.

L’edizione per il 50° anniversario è stata prodotta da Dhani Harrison, figlio di George, ed è caratterizzata da un nuovo mixaggio che ha reso il suono più brillante. Diverse le versioni, da quelle più classiche in 2CD, 3LP (anche colorato) e 3CD deluxe, ad altre monumentali e costosissime, rivolte soprattutto ai collezionisti, con all’interno una miriade di outtakes e gadget spesso inutili.

di Giovanni Botti

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