King Hannah – “Big Swimmer”
I King Hannah sono una giovane band di Liverpool, formata da Craig Whittle e Hannah Merrick, ex compagni di università con la passione per il classic rock americano e per certe atmosfere sognanti e psichedeliche che hanno caratterizzato artisti come Neil Young & Crazy Horse, Dream Syndicate, Mazzy Star e gli stessi Cowboy Junkies dei fratelli Timmins. Un gruppo decisamente al di fuori dalle dinamiche attuali del rock inglese e dalle sonorità post punk e, forse anche per questo, piuttosto interessante. Dopo un ottimo album d’esordio come “I’m Not Sorry, I Was Just Being Me”, i King Hannah hanno fatto un ulteriore passo in avanti pubblicando quello che è, finora, il loro lavoro più maturo e probabilmente migliore. E in effetti ascoltando le undici tracce di questo “Big Swimmer” si avverte un amalgama sempre maggiore tra la voce onirica di Hannah e la chitarra spesso distorta di Craig, così come una perfetta convivenza, anche nella stessa canzone, di delicati momenti acustici e vigorose impennate elettriche.
A rappresentare perfettamente questa dicotomia è la stessa title track che apre l’album, una deliziosa ballata di oltre cinque minuti che parte con una chitarra acustica affiancata dalla splendida voce della Merrick, che prosegue con l’ingresso di una chitarra elettrica leggermente distorta che ricorda le sonorità dei primi Cowboy Junkies e che si chiude con una serie di assoli distorti dal sapore psichedelico. Un brano bellissimo che vede anche la partecipazione come ospite di Sharon Van Etten. Il disco non si ferma certo qui, anzi prosegue con una serie di canzoni tutte intriganti e a tratti sorprendenti come la rockeggiante “New York, Let’s Do Nothing”, che sembra pagare un tributo a Lou Reed, la trasognata “The Mattress” e persino il breve ma affascinante strumentale “Scully”. Chiusura affidata a due dei momenti migliori dell’album: la lenta ballata “This Wasn’t Intentional”, ancora con la Van Etten a doppiare la voce di Hannah, e la folkeggiante e conclusiva “John Prine on the Radio”. Una band da seguire con attenzione.
di Giovanni Botti