Il disco della settimana: “In the Country”, il ritorno di Richie Furay

Richie Furay – ‘In the Country’

Confesso di aver sempre avuto una certa simpatia per Richie Furay, membro fondatore dei Buffalo Springfield, ma decisamente meno conosciuto al grande pubblico rispetto ai due pard Neil Young e Stephen Stills. Della grande band di Los Angeles Furay era il ballader romantico e l’anima country-rock, genere che, una volta sciolti i Buffalo, rielaborerà con influenze soul e bluegrass, nei Poco, band seminale fondata assieme a Jim Messina. Diventato pastore di una chiesa protestante nel 1983, il musicista californiano è rimasto lontano dalle scene per diversi anni, prima di tornare improvvisamente nel 1997 con un disco dalle tematiche religiose (il positivo “In My Father’s House”), iniziando una seconda parte di carriera decisamente interessante che lo ha portato a pubblicare altri quattro album in studio e due dal vivo.

Il nuovo lavoro, “In the Country”, era atteso già prima della pandemia, ma poi era stato posticipato anche per lasciare spazio al bellissimo live “DeLIVErin’ Again”, per il 50° del mitico “Deliverin’” dei Poco. Il disco vede Furay interpretare una serie di canzoni da lui particolarmente apprezzate, country classico e moderno ma non solo, e lo fa con una voce ancora piuttosto bella, nonostante i 78 anni, e con un delizioso sound country-rock californiano del quale resta uno dei depositari originali. Senza aggiungere granché alla storia del genere, “In the Country” è un disco molto piacevole, che si ascolta tutto d’un fiato.

Prodotto da Val Garay, già in consolle con James Taylor e Linda Ronstadt, vede la presenza, tra gli altri, di Timothy B. Schmit, ai controcanti in alcuni brani, e della country star Vince Gill (ex Pure Prairie League e, negli ultimi anni, in tour con gli Eagles), che duetta con Furay nel classico di Rickie Nelson “Lonesome Town”. Dodici le canzoni nella track list (14 nella edizione deluxe solo in digitale), tra le quali spiccano la delicata ballata “I Hope You Dance”di Lee Ann Womack, la folkeggiante “The River”, scritta da Garth Brooks, e una “Walking in Memphis” di Marc Cohn particolarmente gospel. Perfetto da ascoltare in viaggio. Buon Ferragosto a tutti.

di Giovanni Botti

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