Il disco della settimana: “What’s it Gonna Take?”, il nuovo album di Van Morrison

Van Morrison – “What’s it Gonna Take?”

Dopo l’uscita, nel maggio 2021, del chilometrico doppio in studio “Latest Record Project, Volume 1”, Van Morrison fece intendere, in una delle rare interviste rilasciate, che per quell’album aveva registrato oltre cinquanta canzoni e che quelle rimaste fuori sarebbero finite in un secondo volume. A poco più di un anno di distanza, però, è arrivato nei negozi un altro disco che, almeno dal titolo, fa pensare a qualcosa di diverso dal proseguimento di quel progetto. In realtà dai primi ascolti, ci si rende conto che questo “What’s it Gonna Take?” potrebbe benissimo rappresentare il volume 2 di “Latest Record Project”, sia dal punto di vista musicale, un mix tra rock, blues e soul molto sixties, che da quello delle liriche, che vedono il ‘cowboy’ di Belfast ancora fortemente polemico verso la gestione della pandemia.

Che queste 15 canzoni siano o meno una parte di quelle rimaste fuori dal precedente album non siamo in grado di dirlo, ma una cosa è certa: “What’s it Gonna Take?” è un grande disco, fresco, vibrante, con bellissimi arrangiamenti e una serie di canzoni di alto livello. Un album, per chi scrive, ancora migliore del pur ottimo precedente che, forse, peccava di una lunghezza eccessiva, e che ci consegna un Van The Man, vocalmente in forma smagliante, nonostante i quasi 77 anni. Già l’iniziale “Dangerous”, un potente brano di oltre sette minuti tra folk, rock e blues, con il violino di Seth Lakeman in evidenza, la dice lunga sulla vitalità e la grinta del Morrison attuale, confermata dalla successiva e ancora più vibrante title-track, con un incedere alla Sam Cooke.

In generale a prevalere sono i mid-tempo, ma non mancano le ballate lente, vero marchio di fabbrica dell’irlandese, a partire dalla deliziosa “Can’t go on this way” e per continuare con la conclusiva “Pretending”, aperta da un bel giro di piano. Da segnalare anche l’allegro folk-rock “I ain’t no celebrity”, in cui Morrison conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, il suo disinteresse per la celebrità. L’ennesima dimostrazione di un talento straordinario.

di Giovanni Botti

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