Modena Ieri & Oggi, Guicciardini e la Modena del Papa

Francesco Guicciardini compare nei libri di storia della letteratura italiana come autore di una importante “Storia d’Italia” nel XVI secolo, per la quale è considerato un vero e proprio progenitore della storiografia moderna. Non tutti però ricordano che lo scrittore e politico fiorentino è stato per un breve,  ma importante, periodo governatore di Modena.

Erano anni difficili per la nostra città quelli della prima parte del ‘500. Il Papa Giulio II se ne era impossessato nell’agosto del 1510 per contrastare i seguaci dei Bentivoglio da lui scacciati qualche anno prima da Bologna, poi, il primo febbraio del 1511, sotto la pressione dei francesi alleati dei Bentivoglieschi, l’aveva ceduta all’imperatore Massimiliano I. Gli anni dei governatori imperiali furono caratterizzati da continui conflitti tra clan nobiliari, Rangoni, Tassoni, Carandini, Fogliani, e da insurrezioni popolari. Una situazione che continuò anche dopo che il nuovo Papa, Leone X, riacquistò la città per 40 mila scudi.

La pace tra i clan fu ottenuta dal cardinale Bibbiena, mentre la soluzione dei problemi di Modena fu affidata proprio a Francesco Guicciardini che nel 1516 divenne governatore per conto del Pontefice. L’anno successivo ottenne il governo anche di Reggio e Parma. Le cronache lo ricordano come governatore di “giusta durezza”. A suo stesso dire la Modena che trovò quando assunse l’incarico era “una città disordinata nella struttura fisica e nei modi di vita” e lui cercò di rimetterla a posto. Innanzitutto diede inizio ai lavori di selciatura delle principali strade e alla rimozione dei rifiuti che erano accumulati negli spazi pubblici.

Il 20 novembre del 1516 un breve papale gli affidò pieni poteri nel rifacimento di strade ed edifici cittadini e il 4 febbraio del 1519, su proposta dello stesso Guicciardini, fu approvato dalla Comunità un progetto di ampliamento di Modena che però non fu mai messo in pratica per l’impossibilità da parte della Camera Apostolica di finanziare questa operazione. Il governatore si occupò invece soprattutto di provvedere alla difesa della città, visto l’elevato rischio di guerre e l’inadeguatezza delle opere già esistenti, e tra il 1520 e il ‘22 furono effettuati nuovi lavori sotto la direzione del Conte Guido Rangoni.

La situazione precipitò nel 1523 quando, in occasione della morte del Papa Adriano VI, Alfonso I d’Este riconquistò Reggio e Rubiera, costringendo Rangoni e Guicciardini ad allagare le zone intorno alla città, “tagliare ponti, serare porte e fare bastioni” come scrive il cronista Tommasino Lancellotti. Il 1523 fu l’ultimo anno di governo a Modena del Guicciardini. La città rimase sotto il controllo del Papa per altri quattro anni, fino a quando, nel 1527, il ‘sacco di Roma’ da parte dei Lanzichenecchi e il crollo dell’autorità pontificia, diedero il via libera ad Alfonso I e al ritorno degli Estensi.

di Giovanni Botti

 

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