Il Modena, la serie B e gli anni della Longobarda. Intervista a Rubens Pasino

(Foto Campanini-Baracchi)

Lo storico speaker Antoine lo chiamava “Il re di palla c’è e palla non c’è”, i tifosi invece “Rubinho”, per via delle sue incredibili giocate in campo. Rubens Pasino, storico trequartista del Modena di De Biasi, è rimasto molto legato ai colori gialloblù.

Rubens, qual è stato il gol più bello segnato con la maglia del Modena?
“La seconda rete segnata all’Alzano, in C1, partita terminata 3-1”.

Il momento migliore invece?
“A livello di emozione il gol di Ginestra, poi chiaramente i giorni delle due promozioni”.

Torniamo al presente, che stagione è stata per il Modena?
Strepitosa. All’inizio è stata un po’ tentennante, poi Tesser ha capito dove mettere mano nella squadra, e da lì in poi è stata una cavalcata bellissima e memorabile. Sono venuto più di una volta al Braglia, e ho visto sempre delle bellissime partite. E’ stato avvincente anche il testa a testa con un valido avversario come la Reggiana, che ha reso ancora più bella l’impresa della squadra canarina. E’ stata una vittoria meritata, che entrerà di diritto nella storia gialloblù.

Qual è stato il momento chiave della stagione?
Sono stati diversi. Il primo quando Tesser è rimasto senza attaccanti e si è dovuto inventare certe situazioni, ma anche la partita di Coppa Italia con l’Imolese, nella quale ha fatto vedere che c’erano anche altre alternative dentro la squadra. Da lì in poi il Modena ha cambiato assetto e non si è più fermato. Poi, certo quando vinci quattordici partite di fila è difficile trovare un momento preciso, ce ne sono stati molti. La vittoria a Siena, per esempio, ha dato quella consapevolezza di essere una buona squadra.

Invece il giocatore che più ti ha impressionato? 
E’ difficile fare una graduatoria, perché sono stati tutti bravi. Sarebbe facile dire Azzi, la scoperta un po’ per tutti, Scarsella, il capocannoniere, Tremolada, lo stesso Minesso e Gagno. Se ti devo però indicare tre nomi allora dico Azzi, Minesso e Scarsella.

Quando eri giocatore hai avuto modo di conoscere mister Tesser? 
Si, l’ho conosciuto personalmente. Ho avuto modo di fare due settimane di allenamenti con la Triestina, subito dopo il fallimento con il Napoli. Mi hanno dato questa possibilità quando ero senza contratto, prima di tornare a Modena per la seconda volta. L’ho conosciuto vent’anni fa, ad inizio carriera, e mi è sembrata una bravissima persona e un mister molto intelligente. Quando è arrivato a Modena ero molto contento, perché aveva già vinto tanti campionati.

Hai trovato qualche analogia tra questa promozione e quella del tuo Modena?
Si, qualcuna c’è, ma sono contrario a fare i paragoni. Noi abbiamo vinto vent’anni fa, mentre i ragazzi adesso hanno scritto una pagina di storia importante e altrettanto bella. I parallelismi sono pochi, ma il gol di Gagno assomiglia a quello di Ginestra, e ha avuto la stessa importanza nell’economia del campionato. L’unica differenza è che se non ci fosse stata la rete di Ginestra saremmo andati ai play-off, mentre il Modena di quest’anno avrebbe avuto un’altra possibilità a Gubbio. Altre non ne vedo, è come se noi fossimo stati paragonati a Frutti e Rabitti: erano altre epoche, erano grandi giocatori loro come lo siamo stati noi.

Ti ricordi l’estate della promozione dalla C alla B? Che cosa accadde?
Eravamo in un girone di Coppa Italia con il Lumezzane, una squadra di serie C molto forte, e il Cagliari. Vincemmo in casa con la prima, e perdemmo invece 4-0 a Cagliari, immeritatamente. Quello è stato uno spartiacque, perché il mister fece qualche aggiustamento, come inserire Cevoli come difensore centrale, che divenne una colonna. Fu solo una partita sfortunata, poi dalla prima di campionato entrammo con un altro mood, che all’inizio era poco pronosticabile, dato che eravamo partiti per salvarci. Poi in realtà eravamo più forti di quello che ci avevano detto che fossimo.

Può essere un vantaggio in serie B partire come non favoriti?
Credo di si. Prima di dare dei giudizi sul Modena bisogna guardare che squadra verrà allestita durante il mercato. Partire a fari spenti, però, può essere un vantaggio.

Che campionato di serie B ti aspetti? 
Era già una bella categoria quest’anno, adesso che sono scese tre grandi squadre come Cagliari, Genoa e Venezia, e ne salirà una tra Padova e Palermo, sarà sicuramente una campionato molto competitivo e difficile, ma bellissimo da vivere.

di Mattia Amaduzzi

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