Storie di Sport: Alessandro Giacobazzi, dalla montagna al titolo italiano

Ci era arrivato vicino a Reggio Emilia, conquistando la piazza d’onore, ma quest’anno Alessandro Giacobazzi ha centrato l’impresa. L’atleta pavullese, di casa Fratellanza in maglia Aeronautica Militare, si è laureato campione d’Italia di maratona chiudendo come primo italiano e quarto assoluto alle spalle del terzetto keniano che ha monopolizzato il podio. Per lui si tratta del decimo titolo tricolore in carriera ed è diventato il secondo modenese dopo Massimiliano Ingrami, vincitore nell’ottobre del 1997, ad aggiudicarsi il campionato italiano sulla distanza.

Alessandro, ci racconti questa tua incredibile impresa?
Facciamo un salto indietro. A fine maggio ho cambiato allenatore, Piero Incalza, e proprio nei primi giorni mi fece un discorso, chiedendomi in modo duro e diretto se avessi ancora delle motivazioni, un fuoco dentro, senza il quale avremmo solo perso tempo. Inizialmente ero scosso e impaurito, ma poi in seguito ho cominciato a ragionare. Ho ancora la motivazione giusta e tanti sogni nel cassetto, ma bisognava partire da un obiettivo fattibile, non impossibile da raggiungere, ovvero il titolo italiano nella maratona. Passo dunque tutta l’estate ad allenarmi, fino a settembre quando dico a Piero di essermi posto come obiettivo di vincere la gara del 13 novembre a Ravenna. Da lì è iniziata la preparazione. Siamo andati in Puglia con il mio gruppo di allenamento, tra cui anche Yeman Crippa e Marco Salami. Per me è stato stimolante potermi preparare con loro, perché ogni giorno vieni ‘spinto’ dai compagni a fare sempre del tuo meglio. Dopo la Puglia siamo tornati a Modena, che è un po’ la nostra base“.

Qual è stata l’emozione quando hai tagliato il traguardo?
Molto grande. Quando ho iniziato a vedere la passerella finale, ho cominciato a realizzare che era fatta. E’ stata un’esplosione di emozioni ed ero veramente contento. Fino all’ultimo, però, ho cercato di mantenere alta la concentrazione, perché nella maratona la crisi può arrivare anche all’ultimo chilometro. La gara è finita quando tagli il traguardo, dato che gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo“.

Quali sono i tuoi prossimi appuntamenti? Hai qualche gara in programma?
A breve termine non credo. Penso qualche cross o mezza maratona, vediamo cosa deciderà anche il mio allenatore. La prossima maratona dovrebbe essere a Roma, il 19 marzo. Nel 2023 sarà il centenario dell’Aeronautica Militare, ed io, essendo uno dei pochi atleti maratoneti del gruppo, sono stato chiamato, anche se non c’è ancora la certezza definitiva“.

Hai qualche gesto scaramantico prima di una gara?
No, diciamo che ne avrei tanti come nessuno. Sono molto schematico, cerco di fare tutto al meglio, e già questo è di per sé un gesto scaramantico. Essere preciso nell’alimentazione, negli allenamenti e nel riposo“.

Vorrei fare un passo indietro. Durante i vari lockdown, come ti sei tenuto in forma e in allenamento?
Facendo il possibile, alternando tapis-roulant e cyclette. Avevo la fortuna di avere un giardino grande, e quindi ogni tanto mi allenavo lì. Due anni fa i miei genitori lavoravano ancora, facendo i casari, e quindi il perimetro del caseificio era molto grande e mi permetteva di correre. Durante il lockdown mi sono anche laureato, in collegamento in mezzo alle forme di Parmigiano“.

I grandi risultati dell’atletica azzurra alle Olimpiadi di Tokyo possono spingere ragazzi come te a migliorarsi ogni giorno per arrivare su quei palcoscenici?
Si, assolutamente. Sentire per ben cinque volte l’inno nazionale nell’atletica ti dà tanta motivazione, facendoti capire che nulla è impossibile“.

Soprattutto perché Parigi 2024 non è così lontano…
Sarà dura. I sogni ci sono, preferisco non dirli, ma vorrei pensare in grande. Adesso ho raggiunto il titolo italiano, poi penseremo a fare lo step successivo“.

Si stanno avvicinando le feste, come può riuscire un atleta come te a resistere alla “dieta modenese”?
A me va bene, perché sono ancora nel post maratona e quindi qualche sgarro in più è concesso. Se avessi la gara il 7 gennaio sarebbe un problema perché dovrei essere molto rigoroso con l’alimentazione. Cercherò di limitare i ‘danni’, ma ogni tanto è giusto concedersi qualche sgarro, più mentalmente che fisicamente“.

 

 

di Mattia Amaduzzi

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