Storie di Sport: Mattia Muroni tra gol, buoni piatti e la passione dei viaggi

Una delle più belle sorprese di questo campionato canarino è certamente Mattia Muroni. Del centrocampista sardo si conoscevano la grinta, l’umiltà, la capacità di corsa e di recuperare palla, ma la vena realizzativa che ha messo in mostra soprattutto nel girone di ritorno (con sei reti all’attivo è il miglior cannoniere della squadra assieme a Spagnoli) era insospettabile visto che nelle sue precedenti stagioni da professionista aveva realizzato soltanto un gol. “Negli anni scorsi ho sempre fatto il play basso – ci spiega Muroni – e quindi mi capitava molto più raramente di trovarmi vicino alla porta. Inoltre quest’anno mi sono allenato proprio per potermi inserire più spesso negli spazi, per farmi trovare pronto sui cross dei compagni e arrivare a tu per tu col portiere. Questo mi ha aiutato tanto”.

Mattia, quando è iniziata la tua passione per il calcio?
Posso dire di essere nato con il pallone tra i piedi. Mio nonno, mio padre e mio fratello hanno giocato a livello dilettantistico in squadre del mio paese e io da piccolino davo calci al pallone in qualsiasi occasione.

Qual è stata la prima squadra in cui hai giocato?
La San Paolo Calcio, una società di Oristano, la città in cui sono nato. Poi a dieci anni sono entrato nel settore giovanile del Cagliari e lì ho fatto tutta la trafila, Giovanissimi Nazionali, Allievi, Primavera. Per due o tre anni ho giocato anche insieme a Barella, che era più giovane di un anno ma veniva ad allenarsi con noi. Si vedeva già che era forte e soprattutto che aveva una grandissima voglia di arrivare.

A Cagliari è ancora vivo il mito dello scudetto del ‘70 e di Gigi Riva? Intendo anche per un ragazzo giovane che non ha vissuto quegli anni?
Assolutamente si, quella squadra e quei giocatori sono rimasti nella storia e le loro gesta vengono tramandate di padre in figlio.

Da ragazzino avevi un idolo, un giocatore da poster in camera?
In realtà non ho mai avuto un vero idolo da poster in camera. Ci sono però diversi campioni che ho ammirato e che in qualche modo mi hanno ispirato. Ad esempio Pirlo e Iniesta.

Dopo il Cagliari la tua carriera come è proseguita?
A Cagliari ho fatto alcuni ritiri con la prima squadra e anche un paio di panchine con mister Ivo Pulga, poi sono andato in prestito al Tuttocuoio in serie C. Il tecnico era Cristiano Lucarelli e lì ho esordito tra i professionisti. Poi sono tornato in Sardegna all’Olbia dove sono rimasto per tre anni e mezzo.

Ad Olbia hai conosciuto mister Mignani che ti ha voluto anche a Modena…
Si, con lui mi sono trovato subito bene. Ha un’idea di calcio che mi piace perché vuole che si provi il più possibile a giocare la palla e imporre il proprio gioco. Dopo Olbia ha continuato a seguirmi e fortunatamente mi ha voluto con se qui a Modena.

A Modena come ti trovi? Essendo arrivato poco prima della pandemia non sarai riuscito a conoscerla nel migliore dei modi…
E’ vero, ma almeno ho potuto fare qualche partita con i tifosi sugli spalti e scoprire quanto sono appassionati. Il primo lockdown l’ho passato a Modena in casa assieme a Maxime Giron che era con noi lo scorso anno. Avevamo una nostra routine giornaliera per tenerci in allenamento. Abbiamo provato ad allenarci in casa perché all’inizio non si poteva nemmeno uscire a correre da soli, ma al secondo giorno i vicini ci hanno detto che se avessimo fatto ancora rumori avrebbero chiamato i Carabinieri. Quindi abbiamo trovato un posto sotto dove tenevamo le bici. Io molto tempo l’ho passato a cucinare e fare dolci.

Tra l’altro hai vinto anche la gara di Top Chef organizzata dal Modena, convincendo un mito come Massimo Bottura?
E’ vero, però sono stato fortunato perché non c’erano gli assaggi (ride). Facevo più che altro dei bei piatti. Mi piace soprattutto cucinare i risotti, alla zucca, alla parmigiana etc. Aspettavo anche un invito da Bottura per un assaggio, ma al momento non è ancora arrivato.

Nel tempo libero cosa ti piace fare?
Mi piace ascoltare musica o guardare delle serie TV. L’ultima che ho visto è stata “Peaky Blinders” e mi è piaciuta molto. In estate mi piace anche provare qualche altro sport, ad esempio il basket, il tennis, il padel.

Sul tuo profilo Instagram ho visto delle bellissime foto di mare e di montagna. Cosa preferisci?
Per la verità amo moltissimo il mare, non vado molto spesso in montagna. Le foto che hai visto sono quelle dei miei viaggi. Viaggiare è, probabilmente, la cosa che mi manca di più in questo periodo di pandemia. Prima che scoppiasse mi stavo organizzando per andare in Messico.

Se non fossi diventato un calciatore cosa ti sarebbe piaciuto fare?
Mah, è difficile rispondere, ho sempre pensato di diventare un calciatore. Quando ero piccolo però volevo fare l’insegnante di ginnastica. Poi mi piace anche fare il barbiere, tagliare i capelli. Forse avrei seguito una di quelle strade.

di Giovanni Botti

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