Rocco “cost to cost”: il 17 gennaio lo show comico al Michelangelo

Rocco Papaleo (nella foto) sbarca in città venerdì 17 gennaio, al Teatro Michelangelo, per uno show comico-musicale con tanto di band al seguito.

Il titolo – “Cost to cost” – richiama il suo film forse più divertente e fortunato, che lo vede anche in veste di autore e regista, oltreché interprete. Pensiamo a “Basilicata coast to coast”, un road-movie con toni da commedia, dal taglio piuttosto ‘glocal’, che lo ha visto insignito del David di Donatello e del Nastro d’Argento.

Del resto l’artista lucano ha una carriera lunga alle spalle ma, appena superata la soglia dei 61 anni, è sempre più impegnato e coinvolto in tutta una serie di progetti. Per esempio è al cinema in questo periodo, nel “Pinocchio” di Matteo Garrone, dove interpreta il gatto nella ‘strana coppia’ che forma con la volpe Massimo Ceccherini. A fine febbraio sarà nel nuovo film di Carlo Verdone, “Si vive una volta sola”, dove recita accanto a Anna Foglietta e Max Tortora, oltreché lo stesso autore di “Un sacco bello”.

Artista poliedrico – doppiatore, sceneggiatore, regista e attore (sia comico che drammatico) – Papaleo vede se stesso soprattutto come cantautore-musicista. E sarà questa la dimensione principale dello show nella sala di via Giardini 257. Il titolo dello spettacolo suggerisce l’idea di un viaggio, ma in effetti è un po’ vago. Non precisa se di piacere o di lavoro. Se di sola andata o prevede un ritorno. Non dice da dove a dove. Non indica un’andatura: lenta? veloce? risoluta? vagabonda? Non definisce nulla, se non l’intenzione di uno spostamento. Agevole? Impegnativo? Sconsigliabile? Sicuro? Concreto? Metaforico? “Cost to cost” racconta l’impossibilità di fermarsi, sapere di essere transitori, comprendere che tutto è provvisorio, e per questo meravigliarsi sempre; che più o meno, è il senso del viaggio che compiamo ogni giorno, tutti i giorni, finché ci è concesso di guardare fuori dal finestrino.

Papaleo è performer di razza, almeno dagli anni ‘80, ma il grande pubblico lo ha conosciuto soprattutto grazie al Festival di Sanremo del 2012, quando il comico accompagnava il conduttore Gianni Morandi. Papaleo è poi tornato lo scorso anno a Sanremo, per condurre il DopoFestival. Al cinema è stato diretto da registi del calibro di Mario Monicelli, Paolo Virzì (Ferie d’agosto), Placido, Pieraccioni, Archibugi e Veronesi. Disse no a Woody Allen per “To Rome with love”, non per le astruse ragioni etiche come oggi vanno di moda tra gli attori americani, ma perché scelse di andare in vacanza con il figlio.

Una delle sue interpretazioni più raffinate e meno note è nel cortometraggio “Senza parole” di Antonello De Leo, candidato al Premio Oscar del 1997 e vincitore del David di Donatello per il miglior cortometraggio. Nello stesso anno, il 1997, Papaleo ha debuttato nella musica con l’album “Che non si sappia in giro”, edito da BMG Ricordi, nel quale è anche autore di musiche e testi.

Insomma, incasellarlo in un ruolo definito non è esercizio facile perché Papaleo è un attore camaleontico in grado di vestire i panni dei personaggi più diversi, siano essi comici o schizofrenici, romantici o seri, tratteggiati con interpretazioni pressoché sempre convincenti. Qualche altro dato? Nel 2005 ha vinto il premio della critica al Festival teatro canzone Giorgio Gaber. Nel 2013 ha vestito i panni di un ex prete nella commedia “Una piccola impresa meridionale”. Il film era ispirato al romanzo omonimo, scritto proprio da Papaleo e pubblicato da Mondadori.

Per informazioni e biglietti: 059.343662

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien