“Umwelt”, la mostra di FMAV a palazzo Santa Margherita

(foto di Rolando Paolo Guerzoni)

Le sale di palazzo Santa Margherita, a Modena, ospitano la mostra collettiva “Umwelt”, a cura di Marco Mancuso, in collaborazione con il festivalfilosofia 2024 e con lo Smart Life Festival. Il progetto espositivo evidenzia come l’arte e gli artefatti della tecnoscienza ci avvicinano a una più profonda comprensione delle espressioni non-umane di intelligenza, per entrare in relazione con esse, integrarle in un nuovo ambiente collettivo e diffondere una rinnovata etica ecologica. Come, in altre parole, nel rapporto anti disciplinare con gli ambiti del design e della filosofia, innescano nuove modalità di dialogo e relazione tra essere umano e contesto, naturale e artificiale.

Le artiste e gli artisti che hanno lavorato in sinergia con il curatore per abitare con le loro opere gli spazi espositivi di Palazzo Santa Margherita sono: Forensic Architecture (The Nebelivka Hypothesis), Semiconductor (Through the AEgIS), James Bridle (Solar Panels (Radiolaria Series)), CROSSLUCID (The Way of Flowers), Anna Ridler (The Synthetic Iris Dataset), Entangled Others (Decohering Delineation), Robertina Šebjanič/Sofia Crespo/Feileacan McCormick (AquA(l)formings-Interweaving the Subaqueous) e Eryk Salvaggio (The Salt and the Women). Un catalogo con testi dello stesso Marco Mancuso, di Daphne Dragona, K Allado-McDowell e Laura Tripaldi arricchisce e completa la mostra.

“Umwelt” significa “ambiente” o “mondo intorno a noi”. È stato introdotto dal biologo e filosofo Jakob von Uexküll nel suo saggio seminale “Ambienti animali e ambienti umani” (1933) per descrivere la prospettiva unica che ogni organismo ha del mondo che lo circonda. L’insieme delle percezioni, delle esperienze e delle interazioni di un soggetto con il suo ambiente.

La mostra gioca con un’interpretazione estesa del concetto di ambiente, in riferimento ai processi cognitivi di conoscenza e alla totalità dell’esperienza cosciente di un soggetto in relazione agli elementi con cui entra in dialogo. E includendo, nell’equazione della realtà, le più avanzate forme di ricerca scientifica e intelligenza computazionale, attori sempre più protagonisti nell’indagine e nella modellazione del mondo in cui siamo immersi.

Nelle parole dell’artista e teorico James Bridle: “Se tutta l’intelligenza è ecologica – cioè intrecciata, relazionale e appartenente al mondo – allora l’IA ci offre un modo reale per venire a patti con le altre intelligenze che popolano il pianeta e si manifestano per suo tramite” (Modi di essere, 2022). Un soggetto, gli fa eco il curatore Marco Mancuso, in grado non solo di aiutarci ad osservare le altre forme di intelligenza esistenti in natura ma che, integrato a tutti gli strumenti della tecnoscienza, è capace di osservare il mondo, raccogliere informazioni e immaginare un possibile futuro del pianeta secondo dinamiche non-estrattive e non-gerarchiche.
Attraverso un percorso espositivo articolato in una serie di opere, la mostra “Umwelt” si pone quindi l’obiettivo di aprire un dibattito sulle potenzialità critiche, estetiche e narrative offerte dallo studio dalle inesplorate forme di agenzia condivisa tra essere umano, macchine computazionali e sistemi naturali.

Orari: da mercoledì a venerdì, ore 11-13 / 16 -19; sabato, domenica e festivi: ore 11-19
Ingresso gratuito. Visite guidate: sabato, ore 17

Domenica 29 settembre alle 16, è in programma il talk “Unici e inseparabili. Le connessioni invisibili tra uomo, natura e macchine” con Marco Mancuso, Laura Palazzani, esperta di bioetica e docente di Filosofia del Diritto all’Università Lumsa di Roma, e Alessandra Gribaldo, docente di Antropologia Culturale all’Università di Modena e Reggio Emilia.

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