Agriturismi e pandemia. Intervista a Roberta Gualtieri di Coldiretti

L’Italia in pandemia ha perso circa 26 miliardi di euro, ovvero le spese sostenute dai turisti stranieri la cui presenza, nel 2020, è crollata del 60% rispetto al 2019, consegnandoci i numeri più bassi degli ultimi vent’anni. Sono 57 milioni i viaggiatori stranieri che hanno dovuto rinunciare alle vacanze nel nostro paese. Il dato, di Bankitalia, è stato elaborato da Coldiretti a partire da marzo 2020, l’entrata in vigore del primo lockdown. Ad essere penalizzate sono state soprattutto le città d’arte, ma anche gli oltre 24mila agriturismi nazionali dove, in alcune regioni, gli stranieri rappresentano oltre la metà degli ospiti. Con Roberta Gualtieri (in foto), presidente regionale di Terranostra, l’associazione agriturismi di Coldiretti, diamo uno sguardo alla situazione in provincia di Modena.

Dopo un anno di pandemia, come vanno le cose qui? Forse da noi l’assenza degli stranieri ha pesato meno?
Diciamo che qualche lieve miglioramento lo abbiamo visto in estate, grazie al turismo locale e nazionale. Durante il primo lockdown, invece, noi, e come noi molti altri, abbiamo portato avanti il discorso dell’asporto e della consegna a domicilio. Le strutture, che in primavera avevano perso comunioni, cresime e matrimoni, durante l’estate, va detto, hanno lavorato bene, perchè in tanti hanno scelto gli agriturismi per lo spazio verde, preferendoli ai locali al chiuso in città.

In questo momento, però, la situazione è meno rosea…
Lo scorso anno, sin da quando abbiamo avuto la possibilità, in deroga, di effettuare asporto e consegna, le cose erano andate bene, ma quest’anno le vendite sono calate. Forse perché anche molti ristoranti adesso fanno asporto e consegna, o perché le persone escono di più, comunque sia, si lavora ma poco. Hanno pesato molto anche la chiusura di Natale e le chiusure all’ultimo momento, decise al venerdì per la domenica.

Di quante strutture stiamo parlando in provincia di Modena?
Gli agriturismi della rete Terranostra Campagna Amica sono 22, in totale sono invece 110 e una ventina di questi hanno anche alloggi per i pernottamenti.

L’attività prevalente nel nostro territorio è la ristorazione?
Esatto. In questo anno di restrizioni, molti hanno implementato asporto e consegne, ma anche i punti vendita interni e la partecipazione ai mercatini contadini. La produzione agricola c’era già, le attrezzature per la trasformazione anche, quindi molte strutture hanno deciso di spingere sulla vendita dei loro prodotti.

L’Emilia è zona rossa e a Pasqua lo sarà tutta Italia, un altro severo stop…
Lavorare senza prospettive, in alcuni momenti è demoralizzante, devo ammetterlo, ma noi continueremo a metterci tutto il nostro impegno, andando avanti con i pasti a domicilio. La situazione per molte aziende sarà difficile ma, per fortuna, tra gli agriturismi della provincia di Modena, nessuno è a rischio chiusura. Tutti, in qualche modo, stanno reggendo anche perché alle spalle hanno aziende agricole molto solide, che resistono meglio di altre attività. E’ ovvio, però, che è tutto il comparto della ristorazione ad essere messo in difficoltà quando si entra in zona rossa.

Vuole aggiungere altro?
Ci auguriamo che la situazione possa migliorare in fretta per poter recuperare dopo Pasqua, con l’arrivo della primavera, sperando di poter contare almeno sui pranzi e in attesa di riaprire anche la sera.

di Patrizia Palladino

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