Coronavirus: dalla Regione entro una settimana un progetto di ripresa da sottoporre al Governo

“Mentre gestiamo l’emergenza sanitaria, costruiamo le condizioni per la nuova fase. Obiettivo: tavoli provinciali per la sicurezza nei luoghi di lavoro, protocolli operativi condivisi, piena disponibilità di dispositivi di protezione individuale, sistemi di sanificazione, distanze previste. Nessun via libera in assenza di questi requisiti”. A scriverlo sul suo profilo Facebook è il governatore della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dopo la riunione in videoconferenza di tutte le parti sociali del Patto per il Lavoro regionale.

Si dovrà partire dalla piena sicurezza per tutti i lavoratori, condizione imprescindibile, per definire insieme requisiti e modalità che permettano una graduale ripresa delle attività anzitutto nelle filiere di valenza internazionale – con l’export asse portante dell’economia regionale – e far avanzare i cantieri delle opere pubbliche. Un percorso che in Emilia-Romagna vede d’accordo tutte le parti sociali all’interno del Patto per il Lavoro.

Il sistema economico-sociale dell’Emilia-Romagna progetta un passo avanti iniziale dopo il lockdown imposto dall’emergenza sanitaria del Covid-19. E lo fa attraverso l’organismo che dal 2015 vede riuniti i rappresentanti delle categorie economiche e datoriali, sindacati, enti locali, professioni, Università, Terzo settore, che si sono confrontati su quale strada intraprendere. Un progetto di ripartenza condiviso, dunque, che i soggetti del Patto intendono definire entro una settimana per sottoporlo al Governo, costruendo la via emiliano-romagnola che stabilisca ora le condizioni per la nuova fase, dopo i blocchi di queste settimane di attività economiche e produttive.

Un “governo della ripartenza”, come lo hanno definito Bonaccini e Colla, che passa dall’istituzione in tutte le province emiliano-romagnole di Tavoli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, come quello già attivato nella Città metropolitana di Bologna, che possono partire con una dotazione finanziaria stanziata dalla Regione di 1,5 milioni di euro e altri 5 milioni per la messa in sicurezza sanitaria e la sanificazione degli ambienti di lavoro. Una fase che passa anche dal far partire, in questo momento di bassissima intensità di attività e mobilità, le opere pubbliche già cantierabili. Garantendo in ogni situazione o ambiente produttivo il distanziamento sociale necessario. Liberando anzitutto l’operatività delle filiere che operano a livello internazionale, con le sue imprese, da quelle di grandi dimensioni a quelle piccole e medie, che insieme alla logistica sono filoni strategici dell’economia e del lavoro made in Emilia-Romagna.

“Siamo partiti da una priorità – ha detto Bonaccini – garantire condizioni di piena sicurezza per tutti i lavoratori e deciso insieme di definire in una settimana un progetto da sottoporre al Governo che permetta una graduale ripresa delle attività nelle filiere a valenza internazionale, con l’export asse portante dell’economia regionale, e di far avanzare i cantieri delle opere pubbliche. Intanto, sono pronti due milioni di mascherine per lavoratori e lavoratrici”

L’obiettivo condiviso è quindi quello di stipulare Protocolli operativi di sicurezza che sorreggano l’avvio delle attività nelle filiere individuate. A far da cornice a tutto questo, la consegna da parte della Regione alle associazioni di categoria, perché le distribuiscano, di un milione di mascherine per i lavoratori, a cui se ne aggiungerà un altro milione entro la prossima settimana. Anche in questo caso a indicare la volontà di arrivare all’autosufficienza a breve nella disponibilità di dispositivi di protezione individuale.

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