“Il sistema sta reggendo – ha detto in occasione della conferenza stampa sulla situazioni degli Ospedali modenesi in questa fase della pandemia il dottor Lucio Brugioni, Direttore della Medicina interna e Area Critica del Policlinico – grazie al grande lavoro di tutti. Dal punto di vista delle terapie, oggi abbiamo una maggiore consapevolezza di cosa fare e cosa non fare, anche se il virus ha comportamenti complessi. È stato ottimizzato l’uso dell’Ossigeno, di grande efficacia è, ad esempio in particolare nei pazienti ospedalizzati, l’utilizzo del cortisone, nel modo giusto con dosaggi adeguati. Fondamentale è l’utilizzo degli anticoagulanti per prevenire complicazioni severissime, a volte tardive, come ad esempio embolie polmonari, infarti di vari organi compreso il cuore. Infine, abbiamo l’evidenza che il Tocilizumab, un anticorpo creato e selezionato per l’artrite reumatoide, è in grado di agire sulla cosiddetta “tempesta immunitaria” che contribuisce, insieme ad altri elementi, allo sviluppo della malattia polmonare grave Covid-19 dovuta al virus SARS-2. Il Tocilizumad serve per le polmoniti severe e non per le forme lievi e non va inoculato precocemente come dimostrano i vari studi che sono stati pubblicati in riviste scientifiche di grande rilievo come, ad esempio, lo studio pubblicato sulla rivista The Lancet Rheumatology. Se somministrate al momento giusto queste terapie possono contribuire a evitare il trasferimento in rianimazione e questo è un grande risultato. Infine, ci sono gli anticorpi monoclonali, recentemente approvati da AIFA che debbono essere somministrati all’inizio. Stiamo ancora studiando, però, come ottenere da loro la massima efficacia”.
La caratteristica di questa nuova variante inglese sembra essere anche quella di colpire maggiormente i bambini. “In effetti – aggiunge il prof. Lorenzo Iughetti, Direttore del Dipartimento Materno Infantile – stiamo vedendo un numero di bambini superiore a quello delle prime fasi della pandemia. Parliamo di 2-3 ricoveri alla settimana, con sintomatologia respiratoria, di solito non troppo grave e complicanze gastro-intestinali. Questo aumento di casi non gravi è confermato anche dai colleghi pediatri del territorio che stanno facendo un lavoro di filtro encomiabile. E’ possibile che le varianti, alcune delle quali si sono dimostrate più contagiose, abbiano influito sulla diffusione anche tra i più giovani anche se mancano ancora evidenze scientifiche solide in questo senso. È utile a mio avviso un’ultima precisazione. Come tutti i farmaci, anche i vaccini vengono sperimentati prima sull’adulto, poi per poter essere somministrati ai minori devono fare un nuovo iter di sperimentazione in quanto i dosaggi e gli effetti sono diversi. Al momento questa sperimentazione è cominciata negli Stati Uniti, credo che presto comincerà anche in Europa, non appena avremo un numero di dati sufficienti”.