Covid, contagi in crescita, mascherine e vaccini: intervista al professor Cossarizza

Dal 15 al 21 giugno, il monitoraggio della Fondazione Gimbe ha registrato un’impennata nei contagi, con un aumento del 58,9%. I casi aumentano ovunque, così come ricoveri (14,4%) e terapie intensive (12,6%) ma diminuiscono i decessi (-19%). Giunti alla variante Omicron 5 di Covid-19, facciamo il punto con il Professor Andrea Cossarizza, docente di Patologia Generale e Immunologia a Unimore.

Di variante in variante, il virus è sempre più capace di attecchire anche su vaccinati e guariti, pur sviluppando forme lievi di malattia. E’ il normale comportamento di un virus?
Sì, abbiamo sempre visto che ogni variante è più infettante della precedente, e Omicron 5 non fa eccezione. Un’eventuale Omicron 6 sarà più infettante della 5 e così via: ogni volta che una variante prevale, lo fa perché è più capace di infettare le cellule e riprodursi.

Chi si infetta oggi sviluppa sintomi più lievi e, insieme al virus, circola anche la convinzione che questo si sia indebolito…
È assolutamente infondata. La situazione è migliorata solo perché le persone sono protette dai vaccini. Il virus non si indebolisce mai, anzi, diventa più capace di infettare. E’ un microorganismo che vuole continuare a vivere e lo fa migliorando ogni volta la sua performance.

La mascherina è sparita, resta l’obbligo solo su alcuni mezzi di trasporto. Questo ‘libera tutti’ estivo è una scelta giusta?
Dal punto di vista medico no, ma il problema è un altro. Le motivazioni di quella scelta non sono mediche ma di tutt’altra ragione, peraltro del tutto comprensibile. Questo è un virus che si trasmette con le goccioline e, per evitare la trasmissione, devi mettere la mascherina. All’aperto si può togliere, ma nei luoghi chiusi dove non circola aria, come su treni e aerei, la necessità medica di indossarla c’è ancora tutta, soprattutto con un virus particolarmente infettante. Indossare la mascherina al chiuso è semplice buon senso, ma capisco che dopo due anni e mezzo di pandemia tutti siano stanchi, noi compresi. Immaginavamo, purtroppo, che questa non sarebbe stata una faccenda breve…

Il ragionamento medico è molto limpido, lo è un po’ meno la normativa che dice cose strane: mascherina obbligatoria su treni e autobus, nessuna mascherina in aereo. Questa decisione io non la capisco, lei?
Io la ritengo una scelta sbagliata, l’aereo è uno spazio chiuso. Forse la spiegazione sta nel fatto che le simulazioni fatte sui flussi di aria presenti nelle cabine hanno ipotizzato che sull’aereo una persona abbia “contatti” solo con chi è seduto vicino, perché da sopra la testa di ogni passeggero esce un getto d’aria che viene aspirato da sotto. Resta il fatto che in aereo sali, scendi, vai in bagno e ti muovi…

Si parla di un vaccino annuale, è questo che ci aspetta in autunno?
La scorsa settimana è uscito un comunicato di Moderna che ci parla dell’efficacia di un vaccino bivalente che combina quello per Wuhan con quello per il primo Omicron. Questi due vaccini somministrati insieme inducono una risposta immunitaria più forte della somma dei due vaccini singoli. Se unisci i ceppi di due varianti in un vaccino, fai funzionare molto bene le cellule del paziente già vaccinato in precedenza forse perché le cellule di memoria già presenti aiutano le nuove nella difesa. Moderna è in attesa dell’approvazione della FDA statunitense e anche Pfizer sta lavorando sulla combinazione di varianti, ma cosa accadrà in futuro, è difficile dirlo. Dipende anche da come andrà la pandemia. Vedere, però, che dei vaccini disegnati contro un virus di due anni e mezzo fa sono ancora in grado di proteggerci dalla malattia grave, non è per niente male!

Sui farmaci, la ricerca continua su antivirali e monoclonali?
Certamente. Sono quelli i farmaci ormai entrati in uso, utili a chi, per età o condizione medica, ha bisogno di principi attivi che blocchino prima possibile la replicazione virale o l’entrata del virus nelle cellule. La mortalità, però, è crollata solo grazie ai vaccini e questo è un trionfo spettacolare della scienza.

Altro da aggiungere o un appello da fare?
Bisogna vaccinarsi, non c’è altro da aggiungere. La quarta dose, per persone anziane o pazienti immunocompromessi, va fatta anche se dovesse dare una protezione di pochi mesi: questo aiuta comunque. Io non sono assolutamente contrario ad allentare le restrizioni, ma bisogna dire le cose come stanno: non lo facciamo perché il virus è meno infettante o perché con il caldo cambia – cosa che non accade affatto – ma per cercare di tornare un po’ alla normalità, per cercare di vivere come prima, grazie al fatto che la stragrande maggioranza dei cittadini è protetta dai vaccini contro la malattia grave. Io comunque continuo a pensare che in un assembramento al chiuso sia necessario proteggersi, perché il virus c’è ancora.

di Patrizia Palladino

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