Pediatra modenese scrive a Venturi: “Chi si occuperà dei bambini nella fase 2?”

Pubblichiamo integralmente una lettera che la pediatra modenese dottoressa Elisabetta Scalera, ha inviato alla nostra redazione, nella quale si rivolge al Commissario regionale Venturi, ponendo all’attenzione un problema importante che potrebbe verificarsi nella cosiddetta fase 2, quando molti genitori torneranno al lavoro: quello della gestione dei bambini.

Ecco la lettera.

“Gentile dottor Venturi, in questo drammatico momento qualsiasi forma di dissenso viene spesso stigmatizzata come sterile polemica e fatta passare sotto silenzio. Ci sono però interrogativi che,  come Pediatra, sento il dovere di  porre all’autorità nell’interesse della collettività di cui faccio parte e la salvaguardia della salute della quale  ritengo essere mio dovere oltre a starmi particolarmente a cuore.
Chiedo quindi pubblicamente a Lei :  se la fase due dovesse prevedere , come pare , la ripresa del lavoro dei genitori, a scuole chiuse per evidenti motivi , chi sarà a prendersi cura dei bambini ? La domanda è evidentemente retorica: i nonni .
Se come lei stesso va dicendo proprio per la ripresa della vita sociale , i nuovi temibili focolai di contagio del  Covid-19 sono le famiglie, i condomini ecc ecc , per le attività di gioco all’aperto dei bambini sono previste misure di sicurezza?
Quando saranno nei parchi, nei supermercati, nelle librerie useranno la mascherina ? Manterranno la distanza di sicurezza interpersonale?  Sarà loro consentito , come solitamente fanno, di toccare tutto?                        
Indosseranno i guanti  e di quale misura? Al rientro a casa prima di toccare corrimano o salire in ascensore saranno loro disinfettate  le mani con il gel?
Ed inoltre a questi bambini quando dovessero avere sintomatologie quali  rinite, congiuntivite , febbricola e  tosse, si fara’ loro il tampone per il Covid-19? Mi sbaglierò,  ma sono convinta con cognizione di causa  ( faccio la Pediatra da circa 40 anni ) che i nonni faticheranno  non poco a trattenere i bambini creando enormi falle alla contenzione del contagio.
Sono altresì  convinta, sempre per esperienza, che le mie richieste di effettuazione del tampone saranno difficilmente accolte dall’Ausl di Modena essendo considerata la patologia, specie in questo periodo , ad eziologia allergica , creando possibile diffusione dell’infezione in ambito familiare e/o condominiale.
So di dire delle cose impopolari ma ai genitori dei piccoli chiedo  di avere pazienza e di iniziare l’attività di gioco all’esterno solo quando ci saranno regole per la condivisione dei luoghi pubblici.
Non crede sia necessario dare disposizioni in merito mediante ordinanza regionale se non diversamente richiamato dai DPCM?
Le regole servono non solo per riaprire le fabbriche ma anche per permettere ai bambini di uscire rispettando la salute dei genitori ( sempre più spesso non giovanissimi ) , dei nonni , degli insegnanti ( in prospettiva ), dei medici e del personale sanitario nonchè, last but not least, dei loro amici fragili meno fortunati di loro.
Farglielo comprendere è compito della Famiglia ma anche della società di cui fanno parte i Medici, la Scuola, le Istituzioni, i Mezzi di informazione ed anche la Politica, se non fosse che quest’ultima pare sempre alla ricerca di facili consensi e quindi pronta a superare anche le valutazioni competenti pur di ottenerli. Dott.ssa Elisabetta Scalera, Pediatra, Neonatologa, Cardiologa, Presidente del Collegio dei Probiviri, Federazione Italiana Medici Pediatri, Sezione di Modena”
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