Sono 1463 i bar modenesi che non possono far consumare al banco

Sono ben 1463 i bar modenesi che, a causa di una interpretazione del Ministero dell’Interno non possono far consumare al banco: un colpo pesante ad una categoria, che dall’inizio della pandemia ha perso in provincia di Modena già 600 milioni di euro di ricavi ed a livello nazionale 8 miliardi e 90.000 posti di lavoro.

I numeri elaborati dal centro studi di Confcommercio Modena – puntualizza Paolo Reggiani, vicepresidente provinciale di FIPE-Confcommercio – danno conto della mazzata che dovranno subire i bar per via di una circolare diffusa nei giorni scorsi dal Ministero dell’Interno, secondo cui il Decreto Legge “Riaperture” vieterebbe senza alcun dubbio la possibilità di effettuare la somministrazione al banco: il nostro ufficio legale nazionale ha esaminato nel dettaglio l’interpretazione ministeriale, giudicandola giuridicamente incomprensibile, oltre che priva di fondamento di sicurezza sanitaria e per questo ci siamo appellati al Ministero dello Sviluppo Economico”.

Si tratta di un’interpretazione che nessuno si aspettava – prosegue Reggiani – considerando che il decreto “Riaperture” non esclude espressamente il consumo al banco ma, al contrario, ha voluto unicamente specificare con quali modalità può avvenire il consumo al tavolo (esclusivamente all’esterno fino al 31 maggio). D’altra parte, dopo 14 mesi di blocco delle attività di ristorazione, almeno l’aspettativa di una regolamentazione puntuale non dovrebbe essere tradita: in zona gialla i bar hanno sempre avuto la possibilità di effettuare la somministrazione al banco anche in virtù del fatto che si tratta di un consumo veloce, che non implica una lunga permanenza all’interno degli esercizi”.

In sostanza, stando alla circolare del Ministero dell’Interno, la somministrazione al bancone non si potrà fare prima del 1° luglio, mentre a partire dal 1° giugno sarà possibile consumare al chiuso ma al tavolo: non è certo questa la risposta che chiedono e meritano le decine di migliaia di bar e locali che si vedono messi ulteriormente in difficoltà proprio nel momento in cui si parla di riaperture.

E’ un attacco al modello di offerta del bar italiano – incalza Paolo Reggianiche si differenzia, quello del Ministero dell’Interno, ingiustificato anche sotto il profilo scientifico sui rischi sanitari che si corrono, considerando che la scienza continua a sostenere che il rischio di contagio cresce con l’aumento del tempo di contatto”.

Speriamo – conclude Reggiani – che il Ministero dello Sviluppo Economico, a cui ci siamo appellati, concordi con le nostre posizioni e presto formuli una interpretazione capace di superare la circolare del Ministero dell’Interno, che appare proprio punitiva verso una categoria che da oltre un anno sta pagando un prezzo altissimo”.

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