Castelfranco, una città a vocazione ambientale: intervista al sindaco Gargano

Siamo quasi a tredici mesi dall’avvio improvviso e scioccante dell’emergenza sanitaria: un periodo difficile, inedito, inevitabilmente segnato dal Covid19. La nostra chiacchierata con il sindaco di Castelfranco Emilia Giovanni Gargano (foto) parte da qui: qual è il punto di vista del primo cittadino rispetto alla realtà castelfranchese?
La pandemia ha messo a durissima prova la nostra comunità. La stragrande maggioranza dei cittadini ha risposto in maniera più che adeguata alle misure, alle norme di comportamento. Grazie alla collaborazione di tutti, pur nelle difficoltà, siamo rimasti a livelli fisiologici di contagio, rispetto al contesto che stiamo vivendo. Lo dico anche rispetto alle scuole. I ragazzi, e ancor più il corpo insegnante e il personale scolastico, hanno messo in campo tutte le attenzioni del caso affinché non emergessero dei cluster, dei focolai fuori dalla norma. Ora le parole magiche sono equilibrio e lucidità; per affrontare al meglio quella che speriamo sia l’ultima salita, ovvero la fase della vaccinazione.

La campagna vaccinale come sta andando?
Abbiamo installato, in collaborazione con l’azienda Usl, presso il nostro Palazzetto dello Sport, un centro vaccinale distrettuale che potenzialmente potrebbe arrivare a fare 1.500 vaccinazioni al giorno. La logistica e l’organizzazione sono eccellenti, mi sento di poterlo dire con una punta di orgoglio. Ovviamente ci stiamo scontrando con il problema degli approvvigionamenti, della mancanza di forniture, come in tutta Italia. Mi auguro che da qui a pochi giorni, a poche settimane, noi possiamo entrare in funzione a pieno ritmo. Recuperando magari anche il tempo perso.

Di recente avete aperto una seconda farmacia comunale…
Sì, abbiamo implementato la rete già capillare delle farmacie sul nostro territorio, rafforzando l’asse pubblico. In tutto ora sono dieci. In questa fase è una rafforzamento significativo, perché con quest’ultima copriamo un’area urbana che ne aveva bisogno. Le farmacie sono un presidio importante del territorio perché erogano servizi essenziali. Basti pensare alle prenotazioni delle vaccinazioni.

Un’ulteriore vostra iniziativa riguarda i dispositivi mestruali, giusto?
Sì, abbiamo deciso di tagliare l’Iva su assorbenti e coppette mestruali. Si tratta di prodotti di prima necessità per le donne. Ci siamo chiesti: cosa possiamo fare a livello locale? Abbiamo deciso di scontare del 22% questi dispositivi fino al 2024 per tutta la consigliatura, come operazione strutturale. Siamo consapevoli che gli assorbenti in farmacia non hanno un’economia di scala paragonabile a quella della grande distribuzione, tuttavia mandiamo un segnale anche alle altre farmacie e agli altri negozi. Se facciamo rete, le nostre famiglie possono beneficiare di qualcosa di significativo. E c’è anche un messaggio ambientale collegato.

Quale?
Gli assorbenti producono un impatto ambientale. Togliendo l’iva e promuovendo l’utilizzo delle coppette mestruali in silicone, che significa che possono venire riutilizzate, riduciamo la quota parte che va finire nei rifiuti. Insomma, un’iniziativa con una doppia valenza: economica e ambientale. Del resto una farmacia comunale ha proprio il compito di veicolare messaggi positivi, di sensibilizzare i cittadini.

Come sta il tessuto commerciale castelfranchese?
È sofferente, come tutta la piccola distribuzione del Paese. Dobbiamo fare in modo che la pandemia sanitaria non si trasformi in pandemia economica. Sembrano frasi fatte, ma è la verità. Come Comune, nel 2020, abbiamo stanziato risorse per circa 400.000 euro, iniettandole, attraverso i bandi, nel sostegno diretto delle piccole medie imprese. Al netto delle misure di sostegno prese dallo Stato. Insomma sono soldi che il Comune di Castelfranco ha immesso in autonomia dentro alle vene del sistema commerciale locale. Una cifra importante per una realtà delle nostre dimensioni. Abbiamo agito in maniera concreta, senza blablaismi, come li chiamo io.

Ultima domanda: è vero che c’è il progetto di istituire un liceo ambientale?
Castelfranco già si caratterizza per una vocazione green. Ogni nostro abitante dispone in teoria di circa 25 metri quadrati di verde pubblico. Il nostro distretto presenta un’offerta formativa di scuola superiore che comprende un istituto agrario e un istituto tecnico a indirizzo enogastronomico. Ora vogliamo completare l’offerta, insieme alla dirigente Maura Zini, dando vita a un liceo ambientale. Sarebbe il primo in Emilia Romagna con questa vocazione. Stiamo seguendo tutto l’iter burocratico. Il liceo dovrebbe formare i futuri governatori, puntando su agricoltura, alimentazione, ambiente. Vorrei che ci caratterizzassimo su queste tre linee strategiche. L’ambiente è il tema del futuro al quale i ragazzi sono molto sensibili. Vorremmo provare a portare qui il futuro.

di Francesco Rossetti

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