Cataldo indaga in un convento. Intervista al giallista Luigi Guicciardi

Due dipinti di Guido Reni a lungo creduti scomparsi, ma ritrovati, restaurati e donati a un convento di suore di Modena. E poi l’omicidio dell’anziana suor Alda, depositaria della storia e dei segreti del convento durante la festa di presentazione dell’importante ritrovamento, alla presenza delle principali autorità cittadine. Inizia così la ventesima indagine del commissario Cataldo, il personaggio creato dalla fantasia dello scrittore Luigi Guicciardi, raccontata nel nuovo romanzo giallo “Ai morti si dice arrivederci” pubblicato da Damster. “Cataldo è arrivato a Modena che aveva circa 40 anni – racconta Guicciardi – adesso è sulla sessantina, è meno dinamico ma più deduttivo e ha molta più esperienza. In questo romanzo il grosso dell’indagine si svolge in un convento immaginario di Modena che ho collocato alla Sacca, un quartiere abbastanza nuovo per i miei romanzi. Ci sono via Anderlini, via delle Suore e il convento l’ho posizionato in via Cassiani, quindi proprio alla Sacca dove nella realtà non c’è. Le suore sono le Pie Operaie di San Giuseppe, un ordine presente in diverse regioni italiane, ma non a Modena. E poi c’è il discorso dell’arte”.

Come ti è venuta l’idea del ritrovamento dei dipinti perduti di Guido Reni?
Mah guarda, Guido Reni è un grande pittore bolognese del ‘600 e io, studiandolo, ho visto che ci sono diverse sue opere di cui si conoscono soggetto e titolo, ma che sono andate perdute. Ho quindi immaginato che due di queste, per la precisione “Il giudizio di Paride” e “L’estasi di Santa Cecilia”, siano state ritrovate, restaurate e donate al convento di suore di cui parlavo prima. Da qui inizia tutta la storia”.

Quello della chiesa e nello specifico dei conventi è un ambiente particolare e anche abbastanza misterioso. A cosa ti sei ispirato per descriverlo?
Mi sono ispirato a diversi film in cui viene rappresentato, “Il nome della rosa” ad esempio, usando ovviamente anche tanta fantasia. Quello che mi ha interessato è soprattutto la psicologia delle suore, la clausura ha luci, ombre e ambiguità che in un giallo sono molto funzionali. La prima morta ad esempio, suor Alda, era molto anziana ma era anche quella che gestiva l’archivio e conosceva tutti i misteri del convento. Spesso si dice che ‘i delitti del presente hanno le ombre lunghe’, cioè affondano le radici nel passato e il convento l’ho trovato perfettamente adatto a questa situazione”.

Un ambiente che si presta anche ad una certa tendenza all’omertà, al tentativo di bloccare le indagini…
E’ vero e Cataldo se ne renderà conto. Si ritrova a dover indagare in un ambiente delicato, dove c’è una certa omertà e ci sono pressioni dall’alto. Ed è soprattutto un ambiente dove è difficile comunicare, bisogna porre le domande nel modo giusto e saper ascoltare nelle reticenze, nei silenzi, nelle cose non dette. Per un giallista è un ambiente molto stimolante perché deve scavare dentro diverse psicologie”.

Chi è Cataldo oggi?
Come dicevo prima è al culmine della maturità professionale. E’ a Modena da 20 anni e ormai si sente modenese visto che conosce il dialetto, i luoghi e la cucina della città. Però è anche un uomo solo che, come si è visto nei romanzi precedenti, è stato lasciato dalla moglie che si è unita ad un avvocato calabrese e si è trasferita a Reggio Calabria, portando con se i bambini. In questo romanzo c’è una svolta nella sua vita sentimentale: conosce una donna molto affascinante e anche un po’ misteriosa proprio alla festa in cui si verifica l’omicidio della anziana suora, ma allo stesso tempo c’è il ritorno a Modena di sua moglie. Quindi si troverà diviso tra due sentimenti, uno nuovo di zecca e uno che risorge”.

Venti romanzi, uno all’anno. Come si è evoluto il tuo modo di scrivere dall’inizio ad oggi?
Lo stile direi che non è cambiato. Più che altro sono più curioso di prima nel guardarmi intorno quando giro per Modena perché anche uno scorcio può darti lo spunto. E poi ho acquisito di più quella pazienza nell’aspettare la storia giusta che è una delle qualità principali di uno scrittore”.

Ci dai qualche anticipazione sulla prossima indagine di Cataldo?
Si, il romanzo inizierà con la morte di un ingegnere geotecnico modenese, trovato cadavere dalla moglie al rientro da una serata trascorsa alla scuola di danza. Il medico diagnostica un arresto cardiaco, ma ci sono alcuni aspetti che stonano: l’uomo, un 40enne che era in buona salute, viene trovato a letto nudo e soprattutto aveva una assicurazione sulla vita di un milione di euro non pagabile in caso di omicidio. Il direttore dell’assicurazione è un amico di Cataldo e lui inizierà un’indagine sotto traccia, con il tacito assenso del questore, per vederci chiaro sulla morte di quest’uomo che aveva un ruolo importante. Come ingegnere geotecnico infatti era incaricato delle perizie sull’abitabilità post sisma della provincia di Modena. Quindi sempre un mistery, ma aggiornato sulla contemporaneità”.

di Giovanni Botti

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