Il disco della settimana: “For Free”, l’ennesimo miracolo di David Crosby

David Crosby – “For Free”

A 80 anni compiuti lo scorso 14 agosto, David Crosby è un vero miracolo vivente sia dal punto di vista fisico che da quello artistico. E’ sopravvissuto ad anni di eccessi e di tossicodipendenza e a un delicato trapianto di fegato subito a metà anni ‘90 e, nonostante l’età, continua a pubblicare dischi di grande qualità, addirittura cinque negli ultimi sette anni. La sua voce è rimasta clamorosamente intatta e riesce ancora ad emozionare e, compositivamente parlando, non è mai stato così prolifico come in questo periodo. Il nuovo album “For Free”, vede Croz lavorare di nuovo con il “figlio ritrovato” James Raymond e il sound riprende il discorso già proposto da “Sky Trails”, il disco del 2017. Una serie di canzoni raffinate, con una produzione moderna al punto giusto e qualche spruzzata di pop jazz, che ricordano il progetto CPR, portato avanti tra la seconda metà degli anni ‘90 e l’inizio dei 2000 con lo stesso Raymond e il chitarrista Jeff Pevar, ma anche il suono degli Steely Dan, che Crosby ha definito una delle sue band preferite.

A dimostrazione di ciò c’è la presenza di Donald Fagen, che ha scritto per l’occasione “Rodriguez for the Night”, un bel brano di pop californiano in tipico stile Dan, cantato da Croz con il solito pathos. Ma Fagen non è l’unico ospite coinvolto nell’album. Anche Michael McDonald, altro musicista molto apprezzato da Crosby, ha dato il suo contributo scrivendo e cantando assieme a lui l’iniziale “River Rise”, mentre la giovane cantautrice Sarah Jarosz duetta con il grande cantautore in una deliziosa versione solo piano e voci di un brano di Joni Mitchell, la title track “For Free”. Per il resto nel disco c’è il solito Crosby, con le sue accordature aperte e le armonizzazioni complesse ma incredibilmente affascinanti, come dimostrano la ritmata “Ships in the Night”, quasi sussurrata fino al brillante finale, la ballata tra west coast e pop “The Other Side of Midnight”, scritta da James Raymond, e la conclusiva e notturna “I Won’t Stay For Long”, in cui la voce di Croz assume contorni davvero poetici. L’ennesima conferma di uno straordinario talento.

di Giovanni Botti

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