Il disco della settimana, “Love is the King” di Jeff Tweedy

Jeff Tweedy – ‘Love is the King’

Da qualche anno a questa parte Jeff Tweedy, leader dei Wilco, uno dei gruppi più importanti dell’Alternative Rock americano, sembra più interessato ad una comunque interessante carriera solista che all’attività con la band. Dal 2017 ad oggi sono quattro gli album che il musicista dell’Illinois ha registrato a suo nome, contro un solo lavoro dei Wilco, il discreto ma non imprescindibile “Ode to Joy” del 2019. Se con la band Tweedy ha sempre portato avanti una ricerca sonora all’insegna della sperimentazione, a volte riuscita altre un po’ meno, nei suoi dischi da solo, registrati quasi sempre con l’aiuto dei figli Spencer e Sammy, ha puntato su un suono più scarno che rappresenta, almeno a tratti, un ritorno alle origini, agli episodi più acustici dei mitici Uncle Tupelo o anche dei primi album dei Wilco. Il nuovo lavoro “Love is the King”, il quarto pubblicato da Tweedy negli ultimi quattro anni, conferma questa tendenza e forse ancora di più dei precedenti si pone sulla scia di certe sonorità del passato.

Registrato durante il periodo peggiore della pandemia nel suo studio di Chicago, l’album è uscito lo scorso ottobre solo in versione digitale, mentre arriverà nei negozi in formato fisico (CD e vinile) ad inizio di febbraio. A prevalere nelle undici canzoni che compongono “Love is the King” è la forma della ballata folk-rock, spesso scarna ed asciutta, ma di grande fascino, con alcune deviazioni verso il country per la verità più presente in questo album che in quelli precedenti (la delicata “A Robin and a Wren” o il country-rock più ritmato di “Natural Disaster” in cui l’autore parte dalla lezione di Gram Parsons aggiungendoci del suo). Tra gli episodi più folk sono sicuramente da segnalare l’iniziale title-track che riprende il discorso dei due album precedenti,“Warm” (2018) e “Warmer” (2019), con un lavoro di chitarra in crescendo nel finale, il folk rock in stile primi Wilco di “Gwendolyn” e la deliziosa “Even I Can See”, aperta da un bell’arpeggio di chitarra. In definitiva un album confidenziale e affascinante da ascoltare con attenzione magari in cuffia, che conferma Jeff Tweedy come uno dei maggiori talenti del cantautorato americano.

di Giovanni Botti

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