Il disco della settimana: ‘Wednesdays’, il ritorno di Ryan Adams

Ryan Adams – “Wednesday”

Ryan Adams è senza ombra di dubbio uno dei più talentuosi e significativi cantautori americani degli anni 2000. Un personaggio pieno di contraddizioni: geniale e spiazzante dal punto di vista artistico (ricordiamo la riproposizione integrale di un disco simbolo del pop più tronfio e patinato come “1989” di Taylor Swift, quasi a voler dimostrare che certe canzoni, se fatte nel modo giusto e senza orpelli inutili, potevano essere anche belle), quanto discutibile da quello umano (le accuse di molestie sessuali nei confronti della ex moglie e di altre cinque donne che hanno fatto slittare i tre album previsti in uscita nel 2019). Dopo lo scioglimento nel 2000 dei Whiskeytown, la band che lo aveva lanciato nel firmamento del cosiddetto alternative-country (andatevi a cercare, se ancora non li conoscete, i tre ottimi album pubblicati tra fine anni ‘90 e inizio 2000), Adams ha intrapreso una carriera solista caratterizzata, a tratti, da una clamorosa iper produttività, tale da fargli registrare ben 17 album in studio in 21 anni, oltre a un ricchissimo, quanto splendido, cofanetto dal vivo e una marea di Ep e canzoni sparse qua e la.

Il nuovo lavoro, intitolato “Wednesdays”, è stato reso disponibile sulle principali piattaforme di musica liquida già a fine 2020, anche se come supporto fisico uscirà soltanto il prossimo 19 marzo. Il disco, che doveva essere il secondo tra quelli previsti e poi rinviati nel 2019, ci riconsegna l’anima più intimista del cantautore di Jacksonville, quella di album come “Love is Hell” (2004) o il bellissimo “Ashes & Fire” (2011). Undici le canzoni nella track-list, quasi tutte ballate intense e profonde, nelle quali si avvertono le principali influenze della musica di Adams, dal Neil Young più intimo (l’iniziale “I’m Sorry and I Love You” sembra una outtake anni ‘70 del canadese), a certo cantautorato anni ‘60-’70 di ambito newyorkese. Tra i titoli da segnalare ricordiamo la scarna ballata “Who is Going to Love Me Now If Not You”, la delicata title-track, aperta da una chitarra arpeggiata, ma anche “Birmingham”, un brillante roots-rock con piano, organo e batteria dietro l’immancabile chitarra. “Wednesdays”, in definitiva, è un gran bel disco, ricco di tonalità umbratili e autunnali e, anche per questo, estremamente affascinante.

di Giovanni Botti

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