La data dell’arrivo dei Franchi in Italia è normalmente identificata con l’estate del 774, quando l’esercito di Carlo Magno, chiamato in aiuto da Papa Stefano II contro il re longobardo Desiderio, invade il Regno Italico assumendone il controllo. Un avvenimento che ebbe subito importanti conseguenze anche per la città di Modena dove il franco Riemperto assunse il governo della Contea e il vescovo acquisì sempre più importanza col nuovo ordinamento carolingio. Secondo le fonti Carlo Magno tornò in Italia tra febbraio e marzo del 776 per piegare una rivolta guidata dai Duchi di Treviso e fu da quel momento che prese in mano effettivamente il governo dell’ex Regno Longobardo, emanando apposite leggi e iniziando ad elargire donazioni e concessioni ad alcuni monasteri, tra cui anche quello di Nonantola, e alle sedi vescovili.
E per rafforzare il controllo sul nuovo territorio annesso al regno dei Franchi, Re Carlo tornò di nuovo in Italia nel 781, disponendo alcune prime donazioni in favore del Vescovo di Modena, tra le quali la pieve di San Tommaso di Ganaceto e un mulino nella zona di controllo della corte regia di Cittanova su richiesta del Vescovo Geminiano III. L’anno successivo invece, il 26 settembre del 782, viene emanato il documento che riconosce alla Chiesa modenese l’immunità su tutti i beni immobili che essa detiene, ai quali i pubblici ufficiali di qualsiasi rango e i loro vassalli non potranno accedere ne per tenere sedute giudiziarie ne per riscuotere ammende, ne per esigere vitto e alloggio.
“Le tracce del governo di Carlo Magno a Modena sono moltissime – ci spiega Matteo Al Kalak, direttore dell’Archivio Storico diocesano di Modena e Nonantola – sicuramente però il privilegio del 782 è il documento più importante perché stabilisce una alleanza politica tra lo stesso Carlo e la Chiesa di Modena. I suoi vescovi, così come gli abati di Nonantola, diventano parte integrante del tessuto politico e di governo del territorio”. I vescovi quindi, proprio dal periodo carolingio, entrarono in maniera decisa nella storia di Modena e fu proprio in quel periodo che il Vescovo Gisone (796-812) fece costruire il nuovo palazzo vescovile della città. Un suo successore invece, Deodato, ottenne nell’822 dall’imperatore Ludovico il Pio un diploma di conferma dei beni della diocesi modenese.
Il dominio dei Franchi in Italia durò fino alla seconda metà del IX secolo quando l’impero carolingio entrò in crisi, pressato ai confini da popolazioni barbariche tra le quali gli Ungari che, nelle loro incursioni, dilagarono anche nella pianura padana. Fu proprio un vescovo, Leodoino, ad ottenere il diritto di difendere Modena e a costruire un muro che tenne a distanza gli Ungari.
di Giovanni Botti
(Pubblicato su Vivo Modena del 6 maggio 2015)