Persone & Storie: ‘Piccole abitudini’, libreria indipendente dedicata ai bambini

La trovi dalle parti del Parco Amendola, in via Coppi 121/c, dentro a un quartiere ricco di verde e spazi cortilivi. Appena entri, ti ritrovi avvolto da un’infinità di dettagli e l’energia contagiosa di qualche bambino, attratto dagli scaffali ricolmi di libri colorati, di varie dimensioni. Sulla parete sopra lo spazio caffetteria spicca una locandina con i nove modi per insegnare ai bimbi a odiare la lettura, un geniale vademecum di Gianni Rodari su cosa non bisogna fare. Siamo dentro “Piccole Abitudini”, una libreria indipendente specializzata in libri per bambini e ragazzi, con un’area dedicata alle attività per i più piccoli con dei gradoni di legno che rendono l’idea di un teatrino. A gestirla sono Serena Barbieri e Giulia Brandoli (foto).

Quando avete cominciato?
L’attività è nata a fine 2014 come caffetteria e libreria, secondo un modello di tipo scandinavo. All’inizio la caffetteria era preponderante, poi, nel corso degli anni, abbiamo sentito l’esigenza di far crescere la libreria, dando più spazio non solo ai libri, ma anche alle attività. Alla fine del 2018 abbiamo completamente ristrutturato, valorizzando le nostre idee, le nostre attitudini. Ora abbiamo una piccola sala per accogliere i bambini, le famiglie, le classi, per tenere laboratori, incontri, letture animate.

Le librerie non se la passano bene, per via della spietata concorrenza del digitale. Voi non vi trovate neanche in un posto centrale. Qual è quindi il segreto della vostra riuscita?
La competenza e la scelta. Essendo noi una libreria indipendente, scegliamo i libri uno per uno. Sullo scaffale facciamo andare il nostro gusto, la nostra selezione. Anche su questo luogo ci abbiamo scommesso dall’inizio: è un complesso di abitazioni e scuole dell’infanzia, ben collegato rispetto al centro. Si parcheggia facilmente. Poi a noi interessa trasmettere un respiro che forse in altre librerie non si percepisce: c’è una bella differenza tra disporre di un angolo per bambini e dedicare un’intera libreria all’infanzia e all’adolescenza. Infine, crediamo molto nel fare rete, nelle collaborazioni. Siamo a tutti gli effetti una realtà culturale di Modena, anche se raramente siamo riconosciuti come tali.

Mi pare che le vostre attività collaterali siano una parte importante della vostra offerta…
Decisamente. Per esempio abbiamo attivato il club dei lettori. Due gruppi: 9-11 anni e 12-14 anni, che sono praticamente pieni. Anche le attività estive fuori della libreria sono molto seguite, spesso con la musica dal vivo.

Come fate a tenervi sempre aggiornate sulle ultime uscite?
Ci proviamo. Facciamo parte di un circuito nazionale, Cleio: tra noi c’è uno scambio di consigli, suggerimenti, presentazioni. Non smettiamo mai di ‘formarci’, per esempio con l’Accademia Drosselmeier che sono quelli della mitica libreria Giannino Stoppani di Bologna. Una delle poche cose buone uscite dal Covid è che le formazioni e le presentazioni sono online e questo aiuta.

Il lockdown è stato duro?
Beh, sono stati due anni in cui siamo sopravvissuti come abbiamo potuto, inventando soluzioni come le consegne a domicilio. Preparavamo dei kit con le attività, le consegnavamo e i genitori le facevano a casa con i bimbi. Un servizio personalizzato.

I bambini oggi sono bombardati dai social e dalle mode: come fate ad aprire loro la mente?
Dipende. La moda è qualcosa che cerchiamo di arginare, ma se pensiamo ad Harry Potter, è una saga che ha il suo perché, e ci siamo divertite a proporre l’attività sulla scuola di magia che abbiamo portato anche sul palco del Teatro Storchi. In generale il libro bello di qualità non ha bisogno di molto per avere successo: bisogna solo farlo arrivare nelle mani del bambino. La moda è un problema se la segue il genitore, non il bambino. Poi certo, cerchiamo sempre di suggerire qualche proposta in controtendenza che spinga sulla creatività libera, anche di rompere, di sporcare.

Quindi il libro batte il tablet?
La lettura richiede sempre un piccolo sforzo, non ha l’immediatezza del digitale. Ma come è interessato al tablet, il bambino lo è anche al libro: la sua curiosità non è alternativa.

Quali sono le qualità che vi riconoscete?
La passione, che è fondamentale per qualsiasi lavoro, la pazienza e l’ascolto. Dedichiamo molto tempo ad ogni incontro con un cliente. L’ascolto è importante per cercare di offrire il libro giusto. Tanti clienti tornano perché dicono: “ti ricordi il libro che mi hai dato? Il bambino è impazzito di gioia, è l’unico che ha letto… Puoi trovarmene uno simile?”

di Francesco Rossetti

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