Sulla via Emilia cercando una nuova scultura. Intervista al curatore della mostra di Ponte Alto

(foto Dante Farricella)

Sono passati dieci anni dal terremoto in Emilia del 2012 e forse non a caso la Festa de l’Unità di Ponte Alto propone fino al 19 settembre una mostra collettiva di 19 artisti emiliano-romagnoli, ognuno dei quali ha probabilmente l’ambizione di produrre una scossa, almeno a livello simbolico, nel cuore dello spettatore. Di sicuro l’esposizione merita una visita, nello spazio centrale dell’hangar ex libreria (600 metri quadrati).

S’intitola “Per una nuova scultura. Sperimentazioni e traiettorie lungo la via Emilia” perché si tratta di un’ampia disamina sulla scultura contemporanea. Curata da Andrea Capucci e Alessandro Mescoli con opere di 19 scultori e ceramisti provenienti dalle provincie di Reggio, Modena, Bologna, Forlì, Imola e Rimini, l’esposizione (foto di Dante Farricella) si propone di restituire una fotografia delle arti plastiche lungo la direttrice della via Emilia, asse culturale, luogo di esplorazioni, di viaggi e di scambi tra artisti e intellettuali, incubatrice del cambiamento, visivo e umano.

Facendo tesoro delle esperienze di Luigi Ghirri, Franco Vaccari, Pier Vittorio Tondelli, Ermanno Cavazzoni, Gianni Celati e molti altri, gli artisti invitati – Amaaro e Michelangelo Galliani (Reggio Emilia), Daniele  Cabri, Andrea Capucci, Giuliano Della Casa, Alice Padovani, Laura Renna, Mattia Scappini, Laura Serri, Gianni Valbonesi (Modena), Giulia Bonora, David Casini, Shafei Xia (Bologna), Zeno Bertozzi (Imola),Luca Freschi, Matteo Lucca, Mattia Vernocchi (Forlì), Georgia Matteini Palmerini e Marika Ricchi(Rimini) – espongono le loro sculture e installazioni, alcune delle quali inedite.

Sulla parete esterna dell’Hangar, gli studenti del liceo artistico Venturi di Modena, guidati dal professor Mattia Scappini, realizzano una pittura murale, nell’ambito di un progetto di didattica dell’arte. La mostra è visitabile tutti i giorni con orario 19.30-23.30. Ingresso libero.

Alessandro Mescoli, qual è il filo conduttore della collettiva?
Abbiamo cercato un filo nelle coordinate geografiche e anche nella tradizione delle Festa dell’Unità che nei decenni passati sono state promotrici di cultura, e mi riferisco alla stagione delle avanguardie dalla fine anni ‘60 e anni ‘70. Cosa accomunava quegli artisti? La via Emilia. Allora ci è venuta in mente la frase di Tondelli “vivi a Modena, studi a Bologna, vai a ballare a Rimini, ma sei di Reggio”, quindi l’idea della via Emilia che collega ricerche e avanguardie.

Perché avete scelto di focalizzarvi sulla scultura?
Beh, è una scelta coraggiosa che ci permette di restituire due dimensioni: quella organica del tatto, così penalizzata negli ultimi due anni di pandemia, e la statuaria lungo la via Emilia, come documentano anche le foto di Ghirri. La scultura poi era la grande assente dalle collettive degli anni passati perché oltretutto è costosa, quanto a trasporti, assicurazioni, etc. Qui abbiamo artisti che hanno lavorato con materiali assai differenti, dalla terracotta al piombo, al marmo, al pane.

Anche l’allestimento ricalca la via Emilia?
Sì, c’è un percorso: partendo dall’ingresso che inizia a Reggio e il tutto finisce a Rimini, come nei romanzi di Tondelli. Abbiamo anche un giornale di mostra dove ci sono, anziché le foto, i ritratti degli artisti disegnati da un artista cinese che sta diventando famoso e lavora con la tavoletta grafica: Dewei Zhai. E un video di Mauro Terzi che documenta la comunità dell’allestimento della mostra.

Sono previsti talk pubblici?
Sì, dei salotti artistici il sabato alle 19 o 19.30. Il 3 settembre si confrontano tre assessori alla cultura della provincia: Daniela Mattioli per Castelnuovo, Daniela Fatatis per Vignola e Simona Negrini, direttrice della Galleria Civica di Pavullo. Il 10 settembre si confrontano le critiche d’arte Maria Chiara Wang, Giorgia Bergantin e Tatiana Basso; il 17 presentiamo il catalogo con Giovanni Gardini e Tiberio Catellani, impreziosito dalle foto dell’allestimento. Infine il 18 settembre Nicola Bigliardi presenta il suo romanzo “Lo spiritoso nell’arte. Alla ricerca del contenuto perduto”.

Con quante opere è presente ognuno degli artisti?
In media 3/4 opere a testa, ma ovviamente ognuno ha la sua cifra. Giuliano Della Casa è presente con una sola opera, Michelangelo Galliani con tre opere inedite, Giulia Bonora con le opere di ceramica con cui ha vinto il premio Faenza, Alice Padovani con un site specific, ognuno propone la propria poetica.

Infine cos’è Ricognizioni sull’arte che collabora alla mostra?
È un’associazione culturale che ha sede a Spilamberto e promuove la pluralità delle culture e dei linguaggi visivi contemporanei uniti a progetti di attivismo ambientale. Rinunciando a una parte dei compensi curatoriali, anche l’obiettivo di questa iniziativa è in ultima istanza mettere da parte fondi per acquistare un terreno e farne un bosco urbano.

di Francesco Rossetti

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