Hockey: il mister della Symbol Amatori Capalbo e la nuova stagione gialloblu

La Symbol Amatori Modena 1945 ha iniziato la stagione ed è impegnata in questo periodo in Coppa Italia. Una stagione particolare anche dal punto di vista del regolamento con la Coppa Italia che anticipa di un periodo lungo l’inizio del campionato. Ne abbiamo parlato con il mister della Symbol Giampiero Capalbo.

Mister, com’è avvenuto il passaggio da giocatore ad allenatore?
L’hockey è una mia grande passione, perciò è stato un passaggio abbastanza naturale. In campo ho sempre cercato di aiutare i compagni. Sono stato capitano sia a Modena che a Scandiano e questo mio modo di essere mi ha spinto a provare l’esperienza di allenatore.

Finora qual è stato il suo bilancio come allenatore dell’Amatori?
L’anno scorso, nonostante qualche problematica con alcuni giocatori, non è stata una brutta esperienza, dato che abbiamo raggiunto i play-off. Come prima volta da allenatore pensi già di poter gestire tutto, invece è molto complicato. Soprattutto negli ultimi anni bisogna curare di più l’aspetto mentale dei giocatori. A volte si deve essere più degli psicologi, e tuttora questa rimane la parte più complicata. Però sono contento che la società mi abbia confermato. Finora con i giocatori ho avuto un ottimo rapporto, alcuni addirittura sono stati miei compagni di squadra. Già quest’anno valuto le cose in una maniera differente.

Quali sono gli obiettivi quest’anno?
Abbiamo allestito una squadra importante. Nelle ultime stagioni abbiamo avuto roster molto forti a livello di nomi, ma con giocatori deboli a livello mentale. Quest’anno ci siamo detti di voler allestire una squadra di un certo tipo, mantenendo però un profilo basso, per non responsabilizzare troppo i giocatori. Noi cercheremo di vincere tutte le partite, a partire dalla Coppa Italia che ci dovrà poi indirizzare a quello che sarà il cammino in campionato, che si prospetta molto difficile, per via dei cambiamenti apportati all’ultimo momento. C’eravamo preparati per affrontare un certo tipo di competizione, ma poi hanno cambiato il regolamento, mettendo prima la Coppa Italia e l’inizio del campionato a gennaio, senza i play-off. Verrà promossa solo la prima, e quindi non ci sarà margine d’errore.

Perciò avete dovuto cambiare in corsa anche la preparazione fisica?
Si certo. Avevamo già programmato le amichevoli e impostato la preparazione in una certa maniera. E’ saltato tutto. Alcuni giocatori lavorano e si erano presi le ferie in determinati periodi. Non abbiamo voluto richiamarli dalle vacanze e quindi abbiamo iniziato con due settimane di ritardo, rispetto magari ad altre squadre. Questo cambiamento ci ha un po’ scombussolato.

La Coppa Italia dunque è una sorta di torneo in preparazione per il campionato?
Si volgarmente è così, ma rimane una competizione importante, nella quale si cercherà di fare il meglio possibile. L’anno scorso abbiamo vinto la Coppa Italia di serie B, e sono belle soddisfazioni per la società.

Che campionato si aspetta?
Noi siamo nel girone Nord, più competitivo rispetto a quello del Sud, con le squadre venete sempre molto competitive e forti fisicamente. Ci saranno due derby, con Correggio e Scandiano, che sono partite sempre particolari. Sarà un campionato difficile, ma siamo attrezzati per affrontarlo nel miglior modo possibile.

Qual è la politica della società riguardo ai giovani?
Abbiamo cercato di svecchiare un po’ la squadra rispetto all’anno scorso. Sono arrivati due giovani, di cui uno del nostro vivaio. Perciò la nostra politica è questa: per noi sono giovani importanti, che hanno ampi margini di crescita per il futuro. Con il preparatore Farina stiamo impostando una stagione per far giocare a tutti lo stesso minutaggio.

Cosa chiede in campo ai suoi giocatori? Qual è il suo stile di gioco?
Sto cercando di puntare sullo spirito di sacrificio del gruppo e nell’aiutare il compagno. Il nostro è uno sport di squadra, e sono sempre stato convinto che il singolo ti può risolvere una situazione, ma i campionati si vincono tutti insieme. Nell’hockey non ci sono i ruoli predefiniti, è uno sport di movimento, e a volte sono i difensori quelli che fanno più gol. Non voglio essere quello che tartassa i giocatori, perché credo che, se non ci si diverte, non si vada molto lontano.

di Mattia Amaduzzi

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