Storie di Sport: Fabio Ponsi, nipote e cugino d’arte

(Foto Modena FC 2018)

Tra i giovani che si stanno mettendo in luce nel Modena di Attilio Tesser c’è sicuramente anche Fabio Ponsi, classe 2001, terzino sinistro arrivato in estate dalla Fiorentina. Noi lo abbiamo incontrato subito dopo la vittoria dei gialloblù contro la Carrarese, partita nella quale ha dato il suo contributo giocando tutto il secondo tempo.

Fabio, partiamo dai tuoi inizi, quando e dove hai dato i primi calci al pallone?
Ho iniziato a 4 anni con mio nonno, che era un ex giocatore di pallone e mi faceva da allenatore. Lui mi portò alla scuola calcio di Lido di Camaiore, dietro casa mia, e lì è partito tutto.

Tuo nonno in che squadre ha giocato?
Mio nonno materno, Gianfranco Degli Innocenti, era un difensore e ha giocato più di dieci campionati in serie A con quasi 300 presenze in squadre come Roma, Spal, Udinese, L.R. Vicenza e Bologna, tra la fine degli anni ‘40 e gli anni ‘50.

Quindi si può dire che hai respirato calcio fin da quando sei nato…
Assolutamente si. Anche mio cugino, Cesare Rickler, sempre dalla parte di mia mamma, è stato un giocatore professionista e ha giocato qui a Modena. Quindi sono entrato nell’ottica di provare a fare il calciatore fin da subito.

Delle partite di tuo nonno hai visto qualche immagine?
Purtroppo non sono mai riuscito a trovarne, solo qualche foto. Invece mio cugino l’ho seguito spesso e sono venuto a vederlo anche allo stadio Braglia.

E alla Fiorentina quando ci sei arrivato?
Sono rimasto nel Lido di Camaiore fino a 9 anni, poi sono entrato nei pulcini della Fiorentina. Lì ho fatto tutta la trafila fino alla Primavera e l’anno scorso ho collezionato anche una decina di convocazioni in prima squadra.

La prima dove è stata?
All’Olimpico di Roma ed è stato molto emozionante anche se, purtroppo, a causa del Covid e dell’assenza dei tifosi, non ho potuto godermi del tutto quel clima e quell’ambiente.

Hai sempre giocato terzino?
No, sono partito come attaccante, come credo vorrebbero fare quasi tutti. Quando sono arrivato alla Fiorentina, però, mi hanno messo subito dietro a fare il terzino.

Perché, pur essendo destro di piede, hai sempre giocato a sinistra?
Perché quando ero piccolo mio nonno, e anche mia mamma che ascoltava lui, mi hanno sempre detto che per arrivare ad alti livelli avrei dovuto imparare a giocare con entrambi i piedi, quindi mi mettevano a sinistra. A Firenze poi mi hanno lasciato in quella posizione. Io comunque posso giocare sia a sinistra che a destra.

Qual è la tua squadra del cuore?
Ma guarda da ragazzino tifavo per la Juve poi, quando sono andato alla Fiorentina, hanno provato in tutti i modi a farmi cambiare idea. Possiamo dire che, col tempo, il colore viola mi è entrato nel cuore.

E il tuo giocatore preferito?
Mi è sempre piaciuto Maldini, ma anche Chiellini è un giocatore che stimo. Apprezzo da sempre il suo atteggiamento in campo e i valori che trasmette anche fuori dal campo.

A Modena come ti stai trovando?
Molto bene, il gruppo è fantastico e anche la città è bellissima. Quando venivo a veder giocare mio cugino al massimo ci fermavamo a cena dopo la partita, ma adesso ho imparato a conoscerla visto che, con altri giovani della squadra, abito in viale Vittorio Veneto a due passi dal centro. Un po’ mi manca il mare dove sono nato e cresciuto, ma per fortuna non è lontanissimo e, quando posso, torno a casa.

Quando non giochi a calcio cosa fai?
Studio, perché sono iscritto alla facoltà di economia. Ero all’Università di Firenze e quando sono venuto qui ho cercato di trasferirmi a Modena, ma non mi convalidavano alcuni esami. Quindi, alla fine, ne ho scelta una online. 

Sei un ragazzo ‘social’?
Abbastanza. Utilizzo soprattutto Instagram anche se non posto tanto.

Qualche settimana fa hai esordito nella Nazionale Under 20. Che esperienza è stata?
Mi ha convocato il mister Bollini che è stato anche qui a Modena. Abbiamo partecipato a un torneo di otto nazioni e abbiamo giocato prima in Inghilterra e poi a Frosinone con il Portogallo. Una bellissima soddisfazione.

Il tuo sogno per il futuro?
E’ scontato, arrivare in serie A.

di Giovanni Botti

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