Storie di Sport: Eleonora Costi, una mamma sotto canestro

Quarta vittoria consecutiva per la Wamgroup Cavezzo. Nel weekend, le ragazze di coach Luigi Piatti hanno espugnato il parquet del Castel San Pietro Terme per 63-45. Tra le protagoniste del match, ancora una volta, è stata Eleonora Costi. La giocatrice, insieme a Valeria Zanoli, è una delle veterane del gruppo, oltre che essere una vera e propria leggenda dalle parti di Cavezzo. Noi di Vivo l’abbiamo raggiunta per farci raccontare di questo momento delicato della stagione, ma anche dei suoi inizi in questo sport.

Eleonora, tre vittorie consecutive sono un bottino importante…
Spero che gli ultimi risultati ci abbiano riportato sulla strada giusta. Abbiamo finito la stagione regolare con nove vittorie consecutive. E’ stato molto bello, ma il livello di tensione si era abbassato molto. E questo lo stiamo pagando, perché non siamo una squadra così esperta e questo non ce lo possiamo permettere. Perciò dobbiamo tornare a giocare in una determinata maniera per andare avanti nei play-off.

Come funziona questa seconda parte di stagione?
La poule dei play-off è composta dalle prime quattro del nostro girone più altre quattro di quello della Romagna. Queste otto squadre si affrontano come se fosse un campionato normale, ripartendo tutti da zero. Le prime tre proseguono il cammino, mentre le altre si fermano. La terza classificata andrà a scontrarsi con una squadra di un altro girone, mentre le prime due avanzano direttamente.

Quali sono le squadre più temibili?
Il Castel San Pietro rimane una formazione molto impegnativa. Poi troviamo Puianello e Piumazzo.

Quali erano invece gli obiettivi stagionali?
Volevamo arrivare in questa poule promozione e l’abbiamo raggiunta, nonostante un inizio in salita in campionato. Direi che il primo obiettivo dunque è stato raggiunto. E’ ovvio che il sogno è quello di arrivare in semifinale play-off come l’anno scorso. Però è un altro campionato e noi siamo una squadra diversa.

Cosa ti spinge a continuare a giocare?
Una passione molto grande. L’amore che ho per questo gioco non mi lascia molto scampo. Ammetto che se non fosse per Cavezzo avrei smesso molto prima, perché questa squadra fa parte della mia vita e del mio cuore. Le persone di Cavezzo sono la mia seconda famiglia e il gruppo che c’è adesso è formato da ragazze che ho visto crescere nel corso degli anni.

Però per un periodo avevi smesso con la pallacanestro…
Sì, perché c’è stato di mezzo il Covid e la mia seconda gravidanza.

Com’è continuare ad essere una giocatrice e al tempo stesso una mamma?
E’ impegnativo, ma ti regala grandi soddisfazioni. Diciamo che giocare a basket vuol dire prendere del tempo per me stessa. Questa è la mia passione e al momento non ne ho altre nella mia vita.

Hai giocato tante partite a Cavezzo, qual è quella che ti è rimasta nel cuore?
La vittoria in gara 2 di finale a Lucca, nel 2009. Dopo vincemmo gara 3 in casa, poi purtroppo sappiamo cos’è successo, con la società che non riuscì a confermare la presenza in A1.

Facciamo un salto indietro, com’è nata la tua passione per il basket?
E’ stata casuale. Incontrai Alberto Ganzerli, il mio futuro allenatore, con Giulietta Baraldi, mentre stavo andando a prendere al centro estivo mio fratello. Mi fermò e mi convinse a provare a giocare a basket. Dovevo ancora fare la terza media, e partecipai a qualche allenamento, non abbandonando ancora l’altro sport che praticavo, ovvero il karate. Dopo un anno, però, capii che il basket era quello che volevo fare. In quegli anni conobbi anche Valeria (Zanoli ndr), colei che ho sempre considerato una sorella. Mi piaceva molto l’ambiente e le persone con cui avevo fatto amicizia. Era bello avere a che fare con ragazze che condividevano la tua stessa passione, che soprattutto capivano i tuoi stili di vita, come preferire stare in casa al sabato sera perché il giorno dopo c’era la partita.

Da quanti anni tu e Valeria Zanoli giocate insieme?
Sono circa venticinque anni. Ormai ci troviamo a memoria in campo, ci basta anche solo un’occhiata per capirci (ride ndr).

di Mattia Amaduzzi

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