Storie di Sport: Romeo Giovannini, la fantasia al potere

(Foto Campanini/Baracchi)

Lo scorso anno, al suo esordio in serie C nel Carpi, Romeo Giovannini è stato considerato uno dei migliori giovani di tutta la categoria e in estate, dopo il fallimento della società biancorossa, ha deciso di sposare il progetto del nuovo Modena targato Rivetti. Peccato che, proprio quando si stava ritagliando uno spazio importante, sia stato fermato da un infortunio che lo ha tenuto fuori per circa due mesi. “Ora sto bene – ci dice al telefono l’attaccante gialloblù – sono tornato in gruppo da due settimane e mezzo e pian piano sto ritrovando la forma”.

Al Modena sei arrivato in estate dopo il fallimento del Carpi. E’ vero che avevi richieste anche dalla serie A?
Ma guarda è stata una situazione un po’ strana. Quando sono partito per il ritiro con il Carpi tutti dicevano che eravamo spacciati, ma la società continuava a dirci di stare tranquilli e che avremmo vinto il ricorso. Poi, appena scesi dal ritiro, è arrivata la notizia che il ricorso era stato respinto e che era finita. Io mi sono preso una settimana di tempo col mio procuratore per scegliere la destinazione migliore e questa l’ho trovata nel Modena. Il Napoli? Fossi andato li mi avrebbero sicuramente girato in prestito in qualche altra squadra.

Quando hai iniziato a tirare calci al pallone?
A sei o sette anni. Con alcuni compagni delle elementari avevamo deciso di iscriverci a calcio e andammo tutti in una squadra di quartiere a Savona che si chiamava Veloce. Lì sono rimasto fino ai 13 anni quando, assieme ad altri amici, sono passato al Savona che ai tempi era ancora in serie C. Da quel momento la cosa ha cominciato a diventare più seria e abbiamo iniziato a giocare qualche campionato regionale e ad affrontare i pari età di Genoa e Sampdoria.

Da ragazzino chi era il tuo campione preferito?
Sono sempre stato tifoso della Sampdoria, con mio padre andavo a vederla fin da piccolo in curva. La mia prima Samp era quella di Cassano e Pazzini e posso dire che Cassano era il mio idolo. Un giocatore estroso e imprevedibile che mi è sempre piaciuto. 

Hai sempre giocato attaccante?
No, da piccolo ero un centrocampista. Poi, quando abbiamo cominciato a giocare a undici, mi sono spostato più in avanti e ho finito per fare un po’ tutti i ruoli d’attacco.

Dal Savona sei passato alle giovanili del Carpi. Perché proprio i biancorossi?
Perché il ds del Savona era Roberto Canepa, un ex dirigente del Carpi, e tra le due squadre c’era un legame molto stretto. Mi proposero di andare lì e io avevo voglia di un’esperienza fuori casa, quindi accettai.

Il tuo debutto tra i grandi dove è avvenuto?
Al Savona, in serie D, l’anno prima di debuttare in C nel Carpi. Ho esordito alla prima di campionato contro il Seravezza. Il mio primo gol invece l’ho segnato nel derby col Vado.

L’anno scorso sei tornato a Carpi dove hai debuttato in serie C. Ti aspettavi di trovare tanto spazio?
Sinceramente no, all’inizio c’era tanta confusione ed ero un po’ titubante, poi però mister Pochesci mi ha dato fiducia e lo devo ringraziare. Mi ha preso subito bene ed è uno che sa quali corde toccare con ogni giocatore per stimolarlo.  

Quando non giochi a calcio cosa fai?
Sono iscritto all’università, a Economia qui a Modena. Poi, quando posso torno a casa, al mare. Devo dire che uno degli aspetti che più patisco dell’Emilia è il clima. A Savona ci saranno dieci gradi in più e, a parte quando c’è il vento che è fastidioso, si sta molto bene. D’altra parte però Modena è una bella città, giovane e piena di vita, mentre Savona è molto piccola, c’è poca gente in giro, e poco entusiasmo. Stare qui mi piace parecchio.

Segui altri sport?
Si, mi piace molto il basket NBA. Durante l’anno lo seguo un po’ meno perché giocano ad orari improponibili, però d’estate, quando ci sono i play off, cerco di guardare più partite possibili. Il mio campione preferito è Kevin Durant.

Sei un ragazzo social?
Per la verità neanche troppo. Sono solo su Instagram, ma non posto granché. Cerco di starci il meno possibile perché mi rendo conto che può diventare una droga.

Nel Modena come ti stai trovando? All’inizio forse hai un po’ faticato…
E’ vero, c’è stato un periodo iniziale, diciamo il primo mese, in cui ho fatto un po’ di fatica anche ad adattarmi ai nuovi metodi e ai nuovi allenamenti. Poi ho cominciato a giocare, ho fatto un paio di partite da titolare, ma purtroppo mi sono infortunato. Qui ho trovato un gruppo compatto, in cui non c’è grande distinzione tra vecchi e giovani. Questa l’avevo avvertita più l’anno scorso a Carpi.

di Giovanni Botti

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